Pubblicato il nuovo rapporto di Legambiente sulle città più virtuose. Deludenti le performance ambientali dei 105 capoluoghi italiani
E’ appena uscito “Ecosistema urbano 2021”, il nuovo rapporto sulle performance ambientali delle città, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore. Il rapporto si basa su una raccolta di dati molto ben strutturata e completa, che fornisce una fotografia delle prestazioni ambientali e delle buone pratiche delle città italiane.
Un servizio prezioso, dal 1993
Legambiente ha iniziato a pubblicare questo rapporto nel 1993 e da allora di strada ne è stata fatta tanta. Dall’esperienza pilota di 28 anni fa, quando era difficile non solo raccogliere ma anche accedere ai dati, l’iniziativa si è sempre più strutturata trovando anche la collaborazione degli attori istituzionali, che garantiscono l’affidabilità e la completezza delle informazioni: oggi i dati raccolti sistematicamente presso le amministrazioni comunali arrivano al 90%. Il percorso è stato facilitato dall’eco a livello nazionale che il rapporto ha sempre avuto sin dall’inizio. Il tema che tratta è, infatti, particolarmente rilevante: il report è focalizzato sulla conoscenza e la comprensione dei fenomeni ambientali all’interno delle città e dà la possibilità di misurare in progress lo stato e la capacità delle amministrazioni cittadine di far fronte ai problemi ed essere innovative.
Città popolose e… inquinanti
Il tema delle città è, infatti, strategico. Secondo i dati della Commissione Europea, a livello mondiale le città sono il luogo dove hanno origine il 65% dei consumi energetici e il 70% delle emissioni di anidride carbonica, mentre a livello europeo le città, sebbene occupino solo il 4% della superficie dell’Europa, accolgono al loro interno ben il 75% della popolazione e, probabilmente, entro il 2050 questo dato si alzerà di altri 10 punti. Da ciò si deduce che l’impatto ambientale delle città è molto forte e che da lì derivano molti dei problemi che affliggono la qualità dell’ambiente.
Situazione statica e poco confortante
Venendo a quanto emerge nell’ultimo rapporto, il quadro non è per niente edificante: le performance ambientali dei capoluoghi italiani non decollano e Legambiente denuncia l’immobilismo delle città italiane verso la sostenibilità urbana. I livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica rimangono preoccupanti: solo 15 città hanno una qualità dell’aria buona o ottima. Ci sono comunque anche delle note positive, come l’aumento della raccolta differenziata e delle infrastrutture ciclabili, ma non incidono molto sul trend generale. In definitiva, politiche e performance ambientali nei capoluoghi non sono decollate nell’anno della pandemia: la media generale e le emergenze sono uguali a quelle emerse nel report dell’anno scorso.
Trento sempre prima, seguita da Reggio Emilia e Mantova
Il report analizza 105 capoluoghi e considera 18 indicatori riguardanti 6 componenti, cioè aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia. Ne deriva una classifica delle prestazioni ambientali delle città da cui risulta che, a fronte di un massimo punteggio teorico pari a 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani rimane ferma a 53,05%, vale a dire tale e quale rispetto alla precedente edizione. Ci sono eccellenze come la “solita” Trento, che è l’unica città che supera la soglia dell’80 percento (84,71%) e si conferma in testa alla classifica generale registrando un miglioramento delle performance riguardanti la qualità dell’aria, l’uso di suolo, la raccolta differenziata e le infrastrutture ciclabili. Nella classifica seguono poi Reggio Emilia (77,89%), prima in assoluto per piste ciclabili equivalenti e al terzo posto Mantova (75,14%) che migliora le performance sulla qualità dell’aria, diminuisce le perdite della rete idrica e aumenta la differenziata. La rosa delle prime 5 posizioni è completato da Cosenza (74,21%) e Pordenone (73,30%).
Chiudono invece la classifica al 103°, 104° e 105° posto rispettivamente le città di Brindisi (30,03%), Catania (29,38%) e Palermo (26,60%). Nonostante qualche performance interessante (ad esempio Catania, città più virtuosa in assoluto per i consumi idrici), queste 3 città registrano risultati particolarmente negativi, come lo zero assoluto guadagnato da Brindisi nell’uso efficiente di suolo o l’aumento di produzione di rifiuti pro capite e di numero di auto circolanti di Palermo o ancora l’ultimo posto di Catania nella raccolta differenziata.
Il quadro della Lombardia
Per quanto concerne la Lombardia, le 12 città che rientrano nel report sono distribuite tra il 3° posto di Mantova, sul podio delle migliori, e il 93° posto di Monza (40,42%). Bergamo è posizionata al 35° posto (58,55%) e, come si può vedere consultando la piattaforma interattiva del sito de Il Sole 24 ore, si distingue positivamente per l’uso efficiente del suolo (5° posizione) e in modo abbastanza soddisfacente per il solare pubblico (13° posto) e i passeggeri del trasporto pubblico (15° posto). Risulta, però, assolutamente negativo l’indicatore che si riferisce alle vittime della strada (105°, l’ultimo posto) e inoltre sono alquanto preoccupanti i posizionamenti riguardanti la qualità dell’aria (rispettivamente il 79°, 88° e 91° posto per Pm10, Biossido di azoto e Ozono) e i consumi idrici (91° posto).
Non solo criticità
E’ inevitabile che i dati relativi alle situazioni di criticità preoccupino e attirino maggiormente l’attenzione, ma il report non si ferma ai numeri. Al suo interno troviamo, infatti, un’interessante sezione riguardante le buone pratiche, cioè quelle realtà che hanno attuato buoni esempi di sostenibilità, che non sempre le statistiche e i numeri riescono a far emergere.
Sono diciotto le buone pratiche, presenti da Nord a Sud, premiate e inserite nell’edizione 2021. Citiamo ad esempio Lecco, che permette ai cittadini under 18 di viaggiare gratuitamente sul trasporto pubblico. Oppure Cagliari che ha realizzato un progetto che consente di recuperare le acque reflue in uscita dai depuratori per convergerle nel sistema di annaffiamento dei giardini pubblici, anziché lasciarle defluire a mare. O ancora Napoli, dove è stata avviata la prima comunità energetica rinnovabile e solidale del Paese, o infine la Superciclabile Firenze-Prato, lunga 15 chilometri e posizionata in un’area molto congestionata e tagliata dall’autostrada del Sole.
Mettere in evidenza le buone pratiche è molto importante per permettere lo scambio, la diffusione d’idee e il dialogo tra amministrazioni in modo che quelle che hanno già portato a termine progetti interessanti possano trasmettere l’esperienza e facilitare il compito alle altre amministrazioni interessate.
Un ulteriore aspetto particolarmente significativo da considerare è che spesso le buone pratiche derivano dalla pressione esercitata dalla cittadinanza attiva sulle istituzioni, a conferma dell’importanza che riveste il ruolo e l’azione dei cittadini consapevoli e attenti.
Si segnala che a gennaio 2022 ci sarà un’occasione di approfondimento dei contributi che quest’anno, per la prima volta, Ecosistema Urbano ha ricevuto da alcuni esperti di una rete informale composta da ISPRA, ISS, ISTAT, CNR, Caritas, Oxfam, Terra!, Forum Disuguaglianze e Diversità, Fillea Cgil, che interpreta il tema urbano focalizzando le emergenze e individuando le possibili azioni concrete per combattere povertà, disagio, disuguaglianze partendo dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu.
Il rapporto Ecosistema Urbano 2021 è scaricabile da:
www.legambiente.it ed è consultabile anche su
www.lab24.ilsole24ore.com/ecosistema-urbano, la piattaforma interattiva del Sole 24 Ore.
Simonetta Rinaldi