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Mondo latte e non solo

Mondo latte e non solo

Al via il primo di una serie di incontri per promuovere il consumo del latte veramente italiano. Il latte fa bene, ma occorre distinguerlo

Detto fatto! Avevamo lanciato sullo scorso numero l’appello a Comuni e istituzioni di accogliere la proposta di molti allevatori di promuovere il consumo del vero latte italiano tra la cittadinanza e subito molte amministrazioni comunali, provinciali e regionali si sono interessate e stanno organizzando incontri e momenti di informazione e approfondimento.

Venerdì 26 febbraio al Filandone di Martinengo si è tenuto il primo appuntamento, grazie all’interesse dell’Amministrazione comunale che ha appeso striscioni informativi nel centro storico e vicino alle scuole, mettendo a disposizione la sala consiliare per un incontro con la cittadinanza.

A presentare la serata Bortolo Ghislotti che ha ricordato le motivazioni di fondo di questa campagna, sintetizzate nella locandina “Gli italiani lo fanno meglio”: consumando vero latte italiano, facendo attenzione alle etichette fuorvianti, si garantisce un’alimentazione più sana e genuina, perché il latte importato da molti paesi esteri non ha gli stessi controlli e la qualità del nostro latte.

In questo modo si tutela inoltre una filiera di produzione e un patrimonio di aziende di qualità che inevitabilmente favoriscono tutta l’economia del territorio, valorizzano l’agricoltura e le campagne, preservando così l’ambiente circostante.

Obiettivo finale è mettere in relazione virtuosa i produttori-allevatori con i consumatori e comunicare il valore aggiunto delle produzioni italiane, un valore spesso sfruttato dai grandi marchi anche italiani, che però confezionano latte proveniente dall’estero.

Il latte: un alimento sano e consigliato

Il primo intervento è stato dedicato a sgombrare alcuni dubbi sulla bontà del latte per l’alimentazione e la salute umana: la dietista Tania Baroni, facendo riferimento a fonti scientifiche ufficiali, ha chiarito che il latte è la prima fonte di energia data dalle mamme (di tutti i mammiferi) per nutrire i cuccioli (animali e umani) e sostenerne la crescita nelle prime fasi di sviluppo.

Il latte contiene i cosiddetti macronutrienti: proteine ad alto valore biologico, che apportano tutti gli amminoacidi essenziali; zuccheri semplici come il lattosio, facilmente utilizzabili dall’organismo come fonte di energia; grassi (o lipidi), che in quantità equilibrate sono essenziali come riserva di energia, per costituire le membrane cellulari e per la sintesi di molte molecole bioattive, come gli ormoni.

Contiene inoltre micronutrienti quali fosforo, magnesio, e le vitamine del gruppo B, le vitamine liposolubili quali la vitamina A, E e D. Il latte lo si trova anche in diversi alimenti, infatti può essere trasformato e conservato come yogurt o formaggio.

Le dosi di consumo raccomandate per persone sane sono da 1 a 3 porzioni al giorno. Cosa si intende per porzione? Per latte e yogurt corrisponde a 125 ml; per formaggi freschi e derivati da siero (ricotta) una porzione corrisponde a 100 grammi; per formaggi stagionati (taleggio, pecorino, fontina, etc.) una porzione corrisponde a 50 grammi e il loro consumo non dovrebbe superare le due volte a settimana.

Nella Piramide dell’Idratazione il latte occupa un posto importante, vicino ai centrifugati e alle spremute di frutta fresca ed è quindi un alimento assolutamente sano e consigliato.

Tuttavia per alcune persone è meglio evitare di assumere latte: ad esempio chi è allergico alle proteine del latte o intollerante al lattosio. L’intolleranza al lattosio in particolare è caratteristica dei nostri tempi.

Tutti i piccoli di mammifero, compreso l’uomo, possiedono nell’intestino un enzima in grado di scomporre il lattosio: la lattasi. Man mano che l’individuo cresce, in alcuni persone la produzione della lattasi viene però bloccata o fortemente ridotta.

La qualità della filiera italiana

Il latte italiano è controllatissimo e “tracciato” fino alla sua uscita dall’allevamento, fino cioè alla bocchetta del frigo quando il camion lo carica: nulla di paragonabile con l’estero. In Italia c’è la tracciabilità di ogni operazione inerente la produzione, l’acquisto e il consumo degli alimenti per animali e di ogni altro prodotto utilizzato, dai detersivi ai diserbanti ai medicinali, dalle concimazioni ai piani di smaltimento liquami.

Parola di Sofia Rossi, allevatore e dottore in Scienze della produzione animale, intervenuta all’incontro di Martinengo, che non ha dubbi: scegliere consapevolmente quello che si compra, sapere da dove proviene il latte è essenziale sia per la salubrità di quello che si consuma sia per tutelare le nostre produzioni.

In Italia siamo molto più rigorosi, dal mangime alla registrazione dei controlli sanitari, all’uso di sostanze (alcune da noi vietate ma all’estero no), fino alla bolla di accompagnamento per la provenienza del latte trasportato, obbligatoria solo in Italia.

Purtroppo le parole ingannevoli “made in Italy” o la dicitura “prodotto in Italia” sulle confezioni e la bandiera italiana non sono sufficienti a garantire che il latte sia italiano: potrebbe essere importato e poi semplicemente “confezionato” in Italia.

Meglio osservare bene l’etichetta, che ci sia scritto “solo latte 100% italiano”. Per questo occorre il coinvolgimento dei Comuni, invitati a promuovere queste informazioni attraverso cartellonistica informativa e incontri pubblici.

Diego Moratti

Marzo 2016

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