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Il richiamo della Valle Brembana

Il richiamo della Valle Brembana

Una terra ricca di storia, bellezze naturali e produzioni locali

Battezzata dal fiume Brembo che l’attraversa impetuoso, la Valle Brembana si estende dall’estremo settentrione delle Alpi Orobie fino alla pianura pedemontana abbracciata a Bergamo. Passata dal dominio dei Visconti a quello della Repubblica di Venezia, la quale ne preservò l’autonomia dal capoluogo, finì sotto l’amministrazione francese prima e Asburgica poi, fino all’Unità d’Italia.

Questa vasta area si caratterizza per la spiccata eterogeneità dell’ambiente, ricchissimo di specie arboree e floreali; boschi di faggio, ontani e betulle dominano il paesaggio fino ai 1.000 metri di altezza, laddove cedono gradualmente posto agli abeti rossi e a una flora alpina a tratti fiabesca. Vagando per il Parco delle Orobie, fra un cespuglio di rododendro e un mirtillo non è raro incontrare specie stanziali quali volpi, tassi e stambecchi, una popolazione vivace che recentemente è tornata a condividere il territorio con alcuni orsi bruni di passaggio dal Trentino.

I numerosi percorsi montani, imperdibili per chiunque miri a penetrare l’anima della Valle, toccano note mete come il Pizzo dei Tre Signori, i rifugi alpini Benigni e Grassi e i Laghetti di Ponteranica. Gli escursionisti sportivi non hanno che l’imbarazzo della scelta fra le discese del Brembo da solcare in kayak e le numerose falesie, autentiche palestre naturali per gli arrampicatori.

Un fiore all’occhiello della zona sono senza dubbio i 20 km di piste ciclabili, ideali per gli appassionati di mountain bike, mentre chi preferisce un paio di sci ai pedali può approfittare delle stazioni di Piazzatorre, Foppolo-Carona-San Simone e Valtorta Piani di Bobbio. I meno atletici non hanno comunque nulla da temere: le visite ai borghi, fra cui non possiamo non menzionare un gioiello come Cornello dei Tasso, assicurano scenari incantevoli senza l’incombenza di crampi e sudore.

Va da sé, attività fisica, più o meno blanda, e aria di montagna sollecitano l’appetito ma la produzione gastronomica locale non si fa certo cogliere impreparata: la Valle Brembana è infatti terra di produzioni casearie prestigiose.

Tra i formaggi migliori, i Principi delle Orobie, le Denominazioni di Origine Protetta (D.O.P.) quali “Strachitunt”, “Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana” e “Taleggio”, i Presidi Slow Food “Agrì di Valtorta”, “Bitto Storico delle Valli”, “Stracchino all’Antica delle Valli Orobiche” e il “Formaggio Branzi”. Con alcuni di questi formaggi (in particolare Bitto, Formai de Mut o Branzi) viene realizzata la pietanza per eccellenza del posto, ovvero la polenta taragna. Oltre ai latticini, miele, marmellate, Salse al Parùch (spinacio selvatico) e zafferano di ottima qualità abbondano sulle tavole della Valle.

Incastonati in questa terra, la cui prima rappresentazione cartografica, risalente al 1509, si deve a Leonardo da Vinci, i suoi principali comuni: Zogno, centro abitato di riferimento, è sede di diverse attività commerciali, industrie tessili ed estrattive nonché legate all’artigianato del legno.

Famoso per aver dato i natali al brigante Roberto Pacchiana (Paci Paciana), considerato il Robin Hood della bergamasca, la cittadina ospita inoltre il Museo della Valle e può vantare una meta come le Grotte delle Meraviglie, anguste ma suggestive. Un capitolo a sé merita sicuramente San Pellegrino Terme, diventata, grazie allo sfruttamento delle sue acque, una rinomata città termale della Lombardia.

Le proprietà terapeutiche delle sue fonti, conosciute sin dal 1200, hanno sempre suscitato interesse turistico, ma la costruzione del primo stabilimento termale risale al 1840; esso diede l’avvio al moderno sviluppo del paese secondo un’impronta architettonica marcatamente liberty. Recentemente restaurate, le terme di San Pellegrino rappresentano una meta da non lasciarsi sfuggire per un week end di relax e benessere. Un sopralluogo, la Val Brembana, sembra davvero meritarselo.

Davide Albanese

Giugno 2015

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