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Per un’agricoltura ecologica

Per un’agricoltura ecologica

Convegno nazionale a cura di Slow Food Italia e Fondazione Micheletti. Dal 10 al 12 ottobre al Musil di Rodengo Saiano (Bs)

Studiosi provenienti dalle università e dai centri di ricerca di tutta Italia, esponenti di rilievo di Slow Food e di altre associazioni che hanno la loro da dire in tema di agricoltura, ma anche cooperative sociali e realtà imprenditoriali che agiscono sullo scenario dell’agricoltura non industriale: questi gli oltre cinquanta relatori che interverranno nelle tre giornate di Convegno nazionale “Nuovi contadini d’Italia. Per un’agricoltura ecologica” indette da Fondazione Micheletti e da Slow Food Italia.

Dal 10 al 12 ottobre presso la sede del Musil – Museo dell’Industria e del Lavoro di Rodengo Saiano (Bs) agricoltura organica, biologica, biodinamica, agroecologia, biodiversità saranno parole ricorrenti per una tre giorni di studio che si pone l’obiettivo di delineare alcune mappe delle esperienze italiane di agricoltura ecologica nei diversi contesti territoriali e delle svariate forme associative che coinvolgono nuovi contadini e cittadini.

Si susseguiranno così sette momenti di confronto e di riflessione, funzionali ad articolare un discorso sull’agricoltura ecologica che tenga in considerazione la complessità degli aspetti che coinvolge.

• 10 ottobre:

Forme e risorse delle agricolture non convenzionali; Paesaggio, territorio, suolo

• 11 ottobre:

Due sessioni dedicate a brevi presentazioni di alcuni dei numerosi casi italiani di esperienze e ricerche in tema di agricoltura non industriale

• 12 ottobre:

La cultura contadina tra antropologia, storia e letteratura; Nuovi contadini di altri paesi; L’agricoltura ecologica: forme di trasformazione e distribuzione.

Perché parlare di agricoltura ecologica oggi ha senso?

La domanda potrebbe sorgere spontanea, dal momento che nell’idea corrente l’agricoltura è ancora un settore dell’industria, ne condivide le logiche di standardizzazione, l’economia di scala, l’espulsione-precarizzazione del lavoro.

Tuttavia ha senso, proprio perché negli ultimi tempi tale modello è stato messo in discussione su più fronti e al suo posto ha preso piede il recupero di pratiche agricole che, tra tradizione e innovazione, tornano a preoccuparsi della stagionalità delle colture, della biodiversità, della salvaguardia dei territori e della salubrità dei prodotti.

Un fenomeno in atto, corale, una svolta ecologica con evidenti implicazioni socio-economiche e culturali che vale la pena indagare per individuarne punti di forza e di debolezza, sostenendo il protagonismo dei nuovi contadini perché si affermi oltre la grande frammentazione delle diverse esperienze.

Il convegno sarà l’ideale continuazione di quello proposto nell’aprile 2015: “Le tre agricolture: contadina, industriale, ecologica”, concentrando però l’attenzione sulla “terza agricoltura” in Italia, perché oggi parlare di agricoltura ecologica ha davvero senso.

Angela Garbelli

Settembre 2017

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