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A Dalmine Centro Studi sulla proprietà Industriale e Intellettuale

A Dalmine centro studi

Al Polo per l’Innovazione Tecnologica momenti di formazione alle imprese per ottenere vantaggi competitivi sui mercati nazionali e internazionali

A Dalmine incontriamo l’avvocato Massimiliano Patrini che coordina il neo costituito Centro Studi sulla proprietà industriale e intellettuale, attivo dal mese di settembre presso il Polo per l’Innovazione Tecnologica della Provincia di Bergamo (info@mlplaw.it).

Avvocato Patrini, cosa significa proprietà industriale oggi?

La proprietà industriale è, in primo luogo, un’opportunità di crescita e di sviluppo per aziende, professionisti ed enti pubblici, in tutti i settori: da quello dell’industria tradizionale (nel settore meccanico, elettronico e manifatturiero in generale) al settore farmaceutico, agroalimentare e delle biotecnologie, passando da moda e design. Senza distinzione tra gruppi multinazionali, Pmi, con vocazione all’innovazione o start up, i soggetti dotati di una visione strategica della Proprietà Industriale hanno, immancabilmente, un riscontro positivo sul mercato, nazionale e internazionale.

Rispetto alle aziende che costellano il nostro territorio, che ruolo gioca il Centro Studi presso il Polo Tecnologico di Dalmine?

Un’adeguata cultura della Proprietà Industriale rappresenta un primo, essenziale passaggio attraverso il quale ottimizzare i propri investimenti e gli stessi processi produttivi. In altri termini, conoscere a fondo le potenzialità di sviluppo finanziario e competitivo legate alla migliore gestione di marchi, brevetti, design, diritto d’autore e informazioni aziendali segrete (Know How) può costituire un elemento di effettivo vantaggio competitivo.

In concreto quali sono le attività del Centro Studi?

Il Centro Studi propone una serie di eventi e momenti di formazione alle imprese e ai professionisti del territorio che siano interessati a conoscere o approfondire le potenzialità connesse a un corretto sfruttamento della Proprietà Industriale e Intellettuale.

L’offerta formativa è basata sulle esigenze degli interlocutori e sulla loro maggiore o minore consuetudine con la materia.

Si parte dall’alfabetizzazione per chi ha scarsa conoscenza della PI, sino alla trattazione di argomenti a elevata complessità e specificità.

Accanto all’attività di formazione si colloca quella divulgativa, attuata attraverso pubblicazioni periodiche che adottano lo stesso schema, ossia sintesi e individuazione di temi attuali e di interesse pratico.

Il Centro Studi rende poi disponibile una vasta raccolta di testi e documenti relativi alla proprietà industriale e intellettuale.

Quali metodologie didattiche adottate?

Si tratta di un approccio multidisciplinare nel quale l’aspetto scientifico, di studio rigoroso della materia, si fonde con la condivisione di una serie di conoscenze dirette e di casi pratici, di natura tecnica, legale e fiscale, con un occhio sempre attento e vigile ai mercati esteri che sono considerati più interessanti. Abbiamo sviluppato e verificato modelli formativi che adottano un taglio pratico, molto concreto. Laddove possibile, si utilizza lo strumento del c.d. “mock trial”, ossia una simulazione su un tema specifico, come per esempio la negoziazione di un contratto di licenza di marchio o di brevetto, tra concedente e licenziatario.

Questa metodologia consente ai partecipanti di acquisire non solo nozioni generiche o di “prima infarinatura”, spesso di scarsa utilità, bensì di focalizzare aree precise di interesse e di acquisire quindi elementi di immediata applicazione pratica sul “campo” e nelle attività di tutti i giorni. I risultati in termini di gradimento sono sorprendenti.

Alcuni esempi di “pratica” attualità?

La prima cosa che mi viene in mente riguarda il “patent box”, ossia gli sgravi fiscali di durata quinquennale sui beni immateriali che dovrebbero essere approvati a breve con la legge di stabilità; sarebbe una misura di forte sostegno agli investimenti nel settore. In casi come questo, avere la possibilità di sapere, con la giusta tempestività, come utilizzare un determinato incentivo può essere determinante per la sua stessa fruibilità.

Quale ruolo gioca la sua personale esperienza professionale nella gestione delle attività del Centro Studi?

Nell’ambito della mia attività professionale, mi occupo di consulenza e contenzioso giudiziario in materia di marchi, brevetti, design, diritto d’autore e della concorrenza da circa quindici anni.

Ho messo quindi a disposizione del Centro Studi, e di coloro che si avvalgono delle attività di formazione, un bagaglio di esperienza e di know-how concreto, maturato sul campo, acquisito in Italia e all’estero, seguendo una casistica che posso senz’altro definire eterogenea e, per mia fortuna, professionalmente molto interessante e stimolante.

Quello che spesso si fatica a trovare è invece il tempo da dedicare a questo tipo di attività; anche per questa ragione crediamo molto nel modello di una piattaforma allargata di conoscenza, nella quale su una base comune rappresentata dall’interesse per la Proprietà Industriale e Intellettuale, possano convergere differenti contributi ed esperienze.

Alcuni esempi?

Le attività sono iniziate da poco, ma l’entusiasmo è grande. Questo ha permesso di organizzare un evento di formazione accreditato presso l’ordine degli avvocati di Milano in tema di diritto d’autore e arte figurativa; di pubblicare con la CCIA di Milano un articolo sulla riforma della Proprietà Industriale in Russia e di predisporre un sondaggio conoscitivo relativo al grado di conoscenza e utilizzo della PI nella Provincia di Bergamo che verrà diffuso nelle prossime settimane. Stiamo anche discutendo una sponsorizzazione per una mostra fotografica sulle eccellenze industriali del “Made in Bergamo”. A breve, in occasione del lancio del sito internet del Centro Studi, presenteremo anche un calendario di eventi formativi che si terranno presso il Polo di Dalmine, con cadenza periodica e questo proprio con il dichiarato intento di stabilire un dialogo forte e continuo con il territorio.

BergamoSOStenibile dà spazio e voce a numerose realtà che si muovono nel settore delle tecnologie green. Esiste un rapporto con le Vostre attività?

La risposta è, senza tentennamenti, “si”.

La necessità di sviluppare la proprietà industriale, anche nell’ottica della sostenibilità ambientale, è ormai un dato acquisito; le aree di maggiore rilevanza da questo punto di vista sono i brevetti connessi alle tecnologie sostenibili per la mitigazione dei cambiamenti climatici, il cui numero è in costante e significativo aumento e, infatti, da alcuni anni espressamente riconosciute in una specifica classificazione dall’Ufficio Europeo dei Brevetti, la brevettazione delle cc.dd. varietà vegetali, oppure si pensi anche al tema delle denominazioni di origine e alle certificazioni di provenienza nel settore alimentare e, più in generale al tema del made in, così come il diritto della pubblicità, territorio nel quale la tematica legata ai “green claim” è quanto mai attuale. Il Centro Studi aderisce al programma Wipo Green (emanazione dell’Ufficio Internazionale della Proprietà Industriale), che si prefigge l’obiettivo di costruire un network di realtà, dalle diverse competenze, attraverso le quali implementare l’innovazione e il trasferimento di tecnologie green, promuovendo la condivisione, anche online, progetti, esperienze e soluzioni.

Dicembre 2014

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