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Le difficoltà dei neolaureati nel mondo del libero professionismo

Le difficoltà dei neolaureati nel mondo del libero professionismo

Il presidente del collegio dei periti industriali di Bergamo illustra a un gruppo di studenti del Natta cosa comporta essere dei liberi professionisti

Venerdì 20 maggio, un gruppo di studenti dell’Istituto Natta sono stati accolti da Massimo Locatelli, il Presidente del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati di Bergamo, che ha spiegato loro il suo ruolo e il significato di appartenenza al collegio.

I ragazzi hanno potuto mettersi nei panni di giornalisti del mensile InfoSoStenibile e porre qualche domanda al presidente.

In primo luogo Locatelli ha esposto quali sono le due "facce della medaglia" del libero professionismo; l’accesso a questo mondo è più difficile di quanto si pensi, infatti la formazione che si riceve all’università non è sufficiente a far esercitare la professione una volta terminati gli studi, poiché si tratta di una formazione prettamente teorica.

Questo lascia molti neolaureati sul filo del rasoio, con grosse difficoltà nel tradurre le loro conoscenze da teoriche a pratiche. A questo proposito Locatelli informa gli studenti della futura creazione nel nostro Paese delle cosiddette Lauree professionalizzanti, che si auspica essere non più in là del 2017.

La fondamentale differenza dalle lauree tradizionali risiede nel metodo di apprendimento, che mira a far acquisire agli studenti anche competenze pratiche.

Diversa è invece la questione se la si guarda dal punto di vista dei diplomati uscenti dagli istituti tecnici, che risentono meno del problema, grazie alla loro formazione più pratica. In ogni caso sia per i neolaureati sia per i diplomati risulta complesso immettersi immediatamente, una volta terminati gli studi, nel libero professionismo, proprio per questo è obbligatorio sostenere un tirocinio di 18 mesi.

Dopo aver sostenuto l’esame di stato, il tirocinante entra completamente nel mondo dei professionisti, ricevendone sia i vantaggi che gli svantaggi. Il vantaggio principale consiste nell’autogestione, mentre gli svantaggi nelle rigide consegne e nella concorrenza.

Il presidente spiega inoltre che per poter svolgere una determinata professione, un lavoratore deve obbligatoriamente essere membro di un ordine o di un collegio. La differenza tra le due realtà riguarda il titolo di studio degli aderenti che in entrambi i casi devono essere professionisti, ma nei collegi sono diplomati mentre negli ordini sono laureati.

La struttura dei due gruppi è simile, è organizzata in categorie: al vertice si trova il presidente, al quale seguono nove consiglieri, un tesoriere e un segretario.

In conclusione è di fondamentale importanza che gli studenti universitari ricevano un’adeguata formazione per potersi inserire in modo più efficiente nel mondo del lavoro.

Niccolò Rosada

ISIS “G. Natta”

Maggio 2016

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