Al Museo di Santa Giulia di Brescia la mostra di Massimo Sestini artista della fotografia aerea e acrobatica, prima dei droni
“Quando sono partito per scattare le foto del salvataggio ho avuto nove giorni di mare forza 7. Vuol dire che l’elicottero che era a bordo della nostra nave, la Fregata Bergamini della Marina Militare Italiana impegnata nelle operazioni di salvataggio Mare Nostrum, non poteva alzarsi e soprattutto non poteva riatterrare. Sono stato a botte di otto o dodici giorni alla volta fermo in mezzo al mare. Poi è arrivato il momento dello scatto di un barcone pieno di migranti a venti miglia dalla costa libica e del loro saluto di speranza”.
Era il 6 giugno 2014 e da un elicottero il fotografo Massimo Sestini scattava l'iconica “Mare Nostrum”, uno scatto perfetto che coglie i volti di quelle 227 persone stipate sulla barca ormai consapevoli che quella drammatica traversata stava per giungere al termine.
La fotografia, vincitrice del prestigioso World Press Photo Award 2015 nella categoria General News, è passata alla storia per l’intensità dell’immagine, la sintesi perfetta dell’incontro tra umano e disumano, divenendo il simbolo dei viaggi della speranza di coloro che dalle coste africane, e non solo, cercano di raggiungere l’Europa.
Non poteva che essere questa l’immagine copertina della mostra personale dal titolo “Zenit della fotografia” che il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei dedicano al fotografo toscano con un’esposizione di 52 scatti meditatamente selezionati, visitabile presso il Museo di Santa Giulia fino al 2 marzo 2025.
La mostra, curata da Angelo Bucarelli, è l’atto conclusivo della settima edizione del Brescia Photo Festival quest’anno declinata attorno al tema “Testimoni”, un termine che sottolinea la capacità dei fotografi di documentare il presente, favorendo la lettura della nostra storia attraverso il racconto che gli artisti ne fanno, superando i confini del mezzo fotografico.
Fotogiornalismo tra cielo, terra e mare
Il titolo della mostra si riferisce alla capacità dell’artista, prima dell’avvento dei droni, di riconoscere il potere intrinseco della fotografia aerea e acrobatica di cui è diventato uno dei maestri indiscussi, capace di esplorare angoli e punti di vista insoliti della scena rappresentata. Sestini si è lanciato in voli vertiginosi, sospeso tra cielo e terra, per immortalare l’essenza della vita umana dall’alto, tuffandosi simmetricamente nelle profondità scure e gelate dei mari per catturare surreali visioni subacquee. Sulla superficie terrestre, invece, la sua ricerca si sposta sul patrimonio archeologico.
Proprio per omaggiare il patrimonio della città lombarda, spiccano due opere inedite dedicate a Brescia: la 1000 Miglia, una delle più importanti manifestazioni automobilistiche di auto storiche che da sempre inizia e finisce a Brescia, e il sito archeologico di Brescia romana, tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. In questo caso, l’eleganza delle vetture si sposa con la monumentalità del Capitolium, Patrimonio Unesco dal 2011.
Non solo immigrazione
Tra i temi che l’artista ha raccontato con maggiore sensibilità e trasporto vi è quello dell’immigrazione ma, nel corso della sua lunga carriera, ha dimostrato le sue abilità di fotografo in ambiti assai diversi. Massimo Sestini (Prato, 1963) è uno dei più importanti fotogiornalisti internazionali. Grazie a una produzione sterminata, con l’alternarsi tra reporter infiltrato e fotografo ufficiale, Sestini ha raccontato come nessun altro quattro decenni di storia del costume, della politica e della società italiana.
I primi scoop arrivano a metà anni Ottanta: da Carlo d'Inghilterra fotografato a Recanati mentre dipinge un acquerello, a Licio Gelli ripreso a Ginevra mentre è portato in carcere appena costituitosi dopo la fuga in Argentina. Da quel momento, Massimo Sestini, oltre a mantenere una costante attenzione per la cronaca, si dedica ai grandi avvenimenti d’attualità. In oltre trent’anni di attività l’artista ha saputo dipingere un affresco di grande valore iconografico delle vicende che hanno segnato il passato recente del nostro Paese.
Negli scatti esposti a Brescia ci sono momenti che hanno fatto la storia, come il naufragio della Costa Concordia, la strage di Capaci, i funerali di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Tutti ripresi dall’alto, in una distanza che cambia la percezione del reale trasformando il fotografo in una sorta di acrobata alla ricerca di una narrazione diversa, attraverso punti di vista impossibili per l’osservatore comune. Nelle condizioni difficoltose in cui si ritrova spesso Sestini per realizzare i suoi scatti, quando gli occhi lacrimano su un elicottero che si sposta a 300 km all’ora, maneggiando in alta quota macchine e teleobiettivi, è necessario prevedere il momento esatto in cui scattare la fotografia, ma ancora più importante è la capacità talentuosa e istintuale di cogliere il momento giusto del clic. Come lo stesso fotografo ha dichiarato “con gli occhialini da paracadutista e la macchina fotografica stretta tra le mani aspetto la sensazione che stia per succedere qualcosa”, e quel qualcosa è uno scatto di Massimo Sestini.
Sheela Pulito