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Eva Mameli Calvino agli albori della sostenibilità

Eva Mameli Calvino

 

La famiglia di Italo Calvino tra impegno scientifico ed etico “ante litteram”, a difesa della natura e dell’ambiente

Tutti sanno chi era Italo Calvino, uno dei più innovativi scrittori italiani del secondo Novecento, nato a Cuba e cresciuto a Sanremo, città che si ritrova a più riprese nelle sue opere.

Ma in quanti conoscono la storia della sua famiglia d’origine? Se chiedete a un sanremese chi era la madre dello scrittore, potrebbe rispondervi: “ah, la tedesca!”. Una celebre descrizione - contenuta in “La strada di San Giovanni" - allude in effetti allo spirito teutonico della signora Calvino: «Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non l’ammetteva. [...] Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva».

Eva Mameli - il più famoso Goffredo era un suo antenato - sorrideva poco e lavorava molto. Era una donna dal carattere forgiato dalla rigidità della professione di ricercatrice, ma dietro questa scorza si nascondevano sensibilità, amore e rispetto nei confronti della natura e dei più deboli.

Nata a Sassari nel 1886, frequentò il liceo di Cagliari e si laureò a soli 19 anni in matematica. Trasferitasi a Pavia, conseguì la laurea in Scienze naturali nel 1907 e fu la prima donna italiana a ottenere la libera docenza insegnando botanica all’università.

Dopo studi e ricerche di successo a livello internazionale, a 34 anni ricevette la proposta di matrimonio di Mario Calvino, noto agronomo. La naturalista accettò non soltanto di unirsi in matrimonio con un uomo appena conosciuto ma addirittura di partire per Cuba insieme a lui.

Lì affiancò Mario nella sua professione; ancora oggi la popolazione locale ricorda il loro impegno per migliorare le condizioni di lavoro dei contadini.

Cinque anni più tardi, dopo la nascita del figlio primogenito, Italo, Eva fece ritorno in patria, a Sanremo, la città che aveva dato i natali a suo marito, ma accettando una cattedra all’università di Cagliari, dove diventò anche Direttrice dell’orto botanico.

Su e giù dal traghetto, fu una pendolare ante litteram, finché arrivò il secondogenito, Floriano. A Sanremo la sua casa, Villa Meridiana, fu sede della Stazione sperimentale di Floricoltura diretta da Mario. Il lussureggiante giardino, luogo di ricerche botaniche, era un sicuro rifugio per gli uccelli, stazionari e di passo.

Eva si impegnò per diffondere conoscenza e sensibilizzazione sulla protezione dei volatili. Insieme all’amica pittrice Beatrice Duval, scrisse e distribuì nelle scuole un libro illustrato per insegnare ai bambini l’importanza della difesa de “Gli ausiliari dell’agricoltore”, i volatili, per l’appunto.

Eva e Mario fondarono la rivista “Il Giardino Fiorito”. Tra il 1931 e il 1947 risposero a centinaia di domande dei loro lettori e di tale corrispondenza ne fecero un libro; diffondendo informazione sognavano che ogni terreno pubblico o privato potesse ospitare piante e fiori.

Eva si spense all’età di 92 anni, nel 1978. Oggi, a quasi quarant’anni dalla sua morte, tutti sappiamo cosa significhi essere ambientalisti, sono diverse le associazioni a salvaguardia di ambiente e animali, uccelli inclusi e anche le normative si sono aggiornate nel tempo in tema di tutela ambientale e animale.

Ma cosa stiamo facendo, personalmente, per preservare la natura? Sono pieni i nostri giardini di rose e i nostri alberi di rifugi per gli uccelli come Eva e Mario avrebbero voluto?

Il grande insegnamento che possiamo apprendere dal lascito della famiglia Calvino (Fondo Mario Calvino ed Eva Mameli Calvino, biblioteca Civica di Sanremo) è l’invito a un impegno quotidiano, perseverante e metodico: anche così si dà forma ai grandi ideali.

Cristina Cireddu

Dicembre 2017

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