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Vivienne Westwood creativa per l’ambiente

Vivienne Westwood creativa per l’ambiente

La stilista britannica creatrice del punk è oggi impegnata in diverse campagne per promuovere la sostenibilità

Fin dall’inizio della sua carriera, Vivienne Westwood ha utilizzato la moda per comunicare. Erano gli anni Settanta e la stilista britannica, allora trentenne, apriva a Londra una boutique e lanciava uno stile che avrebbe fatto storia: il punk. Il suo negozio era un punto di riferimento per chi si stava ribellando contro la società e sceglieva un abbigliamento provocante come segno di protesta contro il sistema.

Giacche di pelle con catene, abiti strappati e tenuti insieme da spille da balia, collari per cani utilizzati come collier e molto altro ancora. La designer era interessata a tutto ciò che era dichiaratamente anticonvenzionale e si ispirava allo stile di motociclisti, feticisti e prostitute. La sua clientela non si scandalizzava certamente davanti a queste proposte, anzi, ne era entusiasta: basti pensare che tra i più assidui frequentatori del suo negozio si annoverano i Sex Pistols, l’anima musicale del punk.

Negli anni Ottanta la fonte d’ispirazione della Westwood divennero gli abiti d’epoca e lo stile dei pirati e, ancora una volta, le sue creazioni vestirono i protagonisti della nascente scena musicale: quella New Romantic di Boy George e Adam Ant. Un’artista eccentrica che ha confermato nel tempo la sua posizione anticonformista e allo stesso tempo è stata riconosciuta tra le stelle dell’alta moda. Nel 2006, la regina Elisabetta in persona le ha conferito l’alta onorificenza di Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico. Ciò non significa che la stilista, con il passare del tempo, abbia domato il suo spirito ribelle. Tutt’altro: la Westwood ha semplicemente cambiato modalità, ma continua a utilizzare le sue creazioni e la sua notorietà per attirare l’attenzione su tematiche che ritiene importanti.

Nel 2005 ha lanciato una grande campagna di sensibilizzazione per la salvaguardia dell’ambiente e la sua convinta dedizione da attivista continua anche oggi. Dopo aver promosso il manifesto “Active Resistance to Propaganda”, nel quale incoraggiava l’utilizzo della cultura e dell’arte come antidoto contro l’accettazione passiva della propaganda del mondo politico e della comunicazione di massa, nel 2010 ha aperto il blog Climate Revolution (climaterevolution.co.uk/wp/). Non si tratta di un blog di moda, ma articoli sulle iniziative in corso in ambito ambientale e approfondimenti su temi quali sostenibilità, global warming e relazione tra economia mondiale e ambiente. Negli ultimi mesi, ha fatto discutere la pubblicità che la designer ha interpretato per PETA, organizzazione per la difesa dei diritti degli animali. Nel video, la Westwood parla agli spettatori mentre si sta facendo una lunga doccia.

Ogni ecologista che si rispetti fa docce brevi per evitare sprechi di acqua ma, in questo spot, la donna dice di avere la coscienza a posto perché è vegetariana. La produzione di carne, infatti, è dannosa per le risorse idriche perché necessita di enormi quantità di acqua, usata per gli animali e per coltivare i cereali destinati alla loro alimentazione. Un’altra azione recente che ha destato grande interesse è stata la collaborazione con Greenpeace per la campagna Save the Arctic. Oltre alla creazione del logo, un Pianeta Terra a forma di cuore, la stilista ha realizzato delle t-shirt acquistabili on-line per finanziare l’iniziativa. Per la campagna pubblicitaria si è avvalsa di collaborazioni che hanno assicurato al progetto grande visibilità, anche a livello internazionale.

Il fotografo è il pluripremiato Andy Gotts MBE e i testimonial sono tutti volti noti del mondo dello spettacolo; per citarne alcuni: l’attore George Clooney, il cantante dei Coldplay Chris Martin, Terry Jones dei Monty Phyton e il regista Terry Gilliam, oltre alla stessa, immancabile, Vivienne Westwood.

Livia Salvi

Gennaio 2015

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