feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Vergine giurata: Italia e Albania si incontrano al cinema

Vergine giurata: Italia e Albania si incontrano al cinema

Al festival di Berlino l’unico titolo italiano ha conquistato il consenso raccontando uno spaccato dell’Albania

“Vergine giurata” è il titolo del film della giovane regista Laura Bispuri, interpretato dall’attrice Alba Rohrwacher che per l’occasione ha dovuto studiare l’albanese, non quello ufficiale, bensì il dialetto delle montagne, detto “malsorë”, molto più complesso e caratterizzato da una pronuncia dura, decisamente poco femminile. Alla durezza linguistica corrisponde anche quella del personaggio: la Rohrwacher interpreta infatti una donna costretta a diventare uomo per poter vivere in maniera libera e indipendente. L’unico film italiano presente al concorso della sessantacinquesima Berlinale, tratto dall’omonimo libro edito da Feltrinelli di Elvira Dones, narra la storia di una giovane donna cresciuta tra le montagne albanesi, dove la vita è difficile e determinata dal “Kanun”, un antico codice che regola la vita sociale, formalmente abolito dal 1930 ma in realtà ancora in vigore, che il principe medievale Lekë Dukagjin fece diventare legge civile.

L’esordiente regista Laura Bispuri ha compiuto una scelta curiosa e coraggiosa nel raccontare una simile storia, mostrando il ruolo delle donne nell’Albania più estrema, seppur contemporanea, che ha richiesto una full immersion da parte di regista e attori nei luoghi in cui si snoda la vicenda. Questo percorso è stato fondamentale per capire ed entrare in contatto con le popolazioni che ancora vivono secondo i dettami di queste antiche norme consuetudinarie, che fuori dall’Albania, pochi conoscono. Il risultato del duro lavoro è stato accolto dalla critica internazionale con un certo consenso, suscitando l’ammirazione e l’interesse di Stati Uniti, Messico, Francia, Spagna e della Germania, padrona di casa del festival.

Un inaspettato interesse internazionale se si considera la piccola realtà descritta: Hana, la protagonista, nata 30 anni fa in una famiglia del nord dell’Albania, dove la legge del sangue - come viene chiamato il Kanun - è ancora viva e rispettata, si ritrova costretta a scontrarsi con una società arcaica, in base alla quale il ruolo della donna è sempre subordinato alla figura maschile. Il carattere della giovane è tutt’altro che quello di una sottomessa e Hana desidera ciò che nella sua realtà le sarà sempre negato: sentirsi libera, poiché la libertà qui è una mera questione di sesso. Rimasta orfana, viene adottata dagli zii e invece di fuggire dal luogo nel quale è cresciuta, sceglie una seconda strada, forse più difficile: diventare una “Burrnesha” (Burr in albanese significa uomo/marito), ovvero una “maschia”, una vergine giurata. Cambia il suo nome in Mark e con quello la sua identità. Diventa un uomo a tutti gli effetti, compiendo un giuramento di fronte ai vecchi del villaggio in cui vive, rinnegando la sua femminilità in cambio dell’agognata libertà. Il viaggio alla riscoperta di sé e del suo essere donna inizierà in Italia, dove alcuni anni più tardi, Hana si trasferirà, andando alla ricerca del suo passato e di se stessa.

Alba Rohrwacher è la protagonista di una storia di vita coinvolgente, che narra la sfida nei confronti di un mondo che relega le donne a un ruolo di subordinazione e privazione dei diritti; da contraltare la forza di un giuramento, ma soprattutto la consapevolezza che il desiderio di libertà non ha sesso.

Temi attuali che proprio per questo hanno permesso alla regista di suscitare ammirazione e consenso in un pubblico vasto e non solamente femminile. Il film assume in alcuni momenti, i connotati di un documentario, tanto da far apparire sulla scena una vera vergine giurata. L’immedesimazione richiesta per il ruolo è stata totale, come il contatto con queste realtà sconosciute e distanti anche nella stessa Albania. Forse Laura Bispuri ha voluto che si gettasse uno sguardo in questa direzione, o forse ha scelto di mostrare la forza dell’essere donna, capace di superare qualunque ostacolo, anche nella scelta paradossale di diventare uomo, pur di affermare se stessa e la propria dignità di persona.

Elena Pagani

Marzo 2015

Articoli Correlati

Esposizione di bastoni da passeggio, abiti e accessori originali dell’800. A Martinengo,...
Agire per una maggiore indipendenza delle nostre vite “dal sistema” si può. Persino...
Dopo Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il CSV lancia la piattaforma faxte...
Dall’autofinanziamento alla conoscenza, dall’incontro alle proposte. Tre tappe per un...