La “città tropicale perfetta”: architettura, natura e tecnologia al Giardino botanico di Singapore producono sostenibilità ed energia
Siete pronti a volgere il vostro sguardo verso un futuro pulito, green ed innovativo?
E’ quello che potrebbe capitare osservando il panorama di Singapore, in direzione di Marina South, dove la vista verrebbe immediatamente catturata da alcuni altissimi alberi che, anche a distanza, ricorderebbero dei giganteschi alberi tropicali. Si tratta del cuore pulsante dell’ambizioso progetto “Gardens by the Bay ”, avviato nel 2006 per riprogettare la baia e per restituire alla città, rivisitata, la sua anima tropicale. Si è pensato così a un’architettura capace di produrre sostenibilità ed energia, grazie alla fusione di natura e tecnologia. Una pianificazione sociobiologica, cominciata nel 1965 con la costruzione di questo micro stato, ha portato ormai Singapore a essere una “città tropicale perfetta”.
I due studi britannici (Grant Associates e Gustafson Porter) che nel 2006 si sono aggiudicati il progetto, tra 170 aspiranti di tutto il mondo, hanno immaginato linee e tecnologie totalmente al servizio della natura, utilizzando materiali come vetro e acciaio in grado di esaltare e proteggere serre e vegetazioni altamente scenografiche. Un parco che supera l’architettura stessa, progettato con tecnologie ecosostenibili di ultima generazione, con pannelli solari che forniscono elettricità e serbatoi che raccolgono l’acqua piovana da riutilizzare per le fontane e l’irrigazione dei giardini. Giardini che occupano un’area totale di 101 ettari, con una superficie coperta pari a 16.500 mq, prevalentemente riservata a due gigantesche serre, pronte a divenire le strutture climatizzate più grandi del mondo, alimentate da fonti rinnovabili e con un sistema a basso consumo energetico.
La sostenibilità è un fattore chiave per la progettazione dei “Giardini by the Bay di Singapore”. Il messaggio che i committenti volevano trasmettere è stato perfettamente soddisfatto dal team dei vincitori che hanno volutamente racchiuso in un unico macro sistema le infinite sfaccettature climatiche e vegetali del nostro pianeta, esprimendole attraverso l’applicazione delle più moderne tecnologie rinnovabili. Come diventerebbe il mondo se il surriscaldamento globale avesse la meglio arrivando a modificare le diverse aree bioclimatiche? Percorrendo i sentieri interni alle due grandi serre, è possibile esplorare dal vivo, ma senza conseguenze, gli esiti di queste catastrofiche previsioni, osservando da vicino gli habitat più a rischio.
La struttura che permette tutto questo è abbastanza semplice pur nella complessità delle sue potenzialità. Garantire il massimo guadagno solare era il primo obiettivo, indispensabile alle specie vegetali che abitano l’interno della serra. La struttura che meglio si prestava a questo tipo di considerazioni era la più tradizionale, nonché più efficace: uno scheletro di archi in acciaio integrato ad una superficie totalmente vetrata ad alta efficienza. Il primo dei tre parchi, Bay East, è stato inaugurato lo scorso novembre, mentre Bay Central sarà l’ultimo a essere realizzato. In mezzo, il più grande, il Bay South aperto a fine giugno: 54 ettari, due serre e soprattutto 18 Supertree, strutture molto alte a forma di albero.
I Gardens
I Gardens, i giardini botanici che si trovano all’interno di una riserva in parte recuperata dal mare, incorporano due serre, tra le più grandi strutture in vetro del mondo. In una, la “Flower Done”, vengono riprodotte le condizioni climatiche mediterranee e quelle delle regioni tropicali, mentre nell’altra, la “Cloud Forest”, le regioni tropicali della giungla. Per poter ospitare alcuni tipi di vegetali, era necessario ottimizzare al massimo le radiazioni solari: la soluzione ideale è stata una superficie totalmente vetrata ad alta efficienza, che consentisse il passaggio del 65% delle radiazioni e contemporaneamente moderasse il passaggio del calore, riducendolo del 35%; il tutto integrato ad un sistema di ombreggiamento costituito da vele triangolari regolabili con un sistema automatizzato secondo le esigenze dell’utenza. Per adattare la temperatura interna in tutto il corso dell’anno, sarà quindi sufficiente aprire le finestre posizionate nella parte più alta della copertura vetrata così da favorire una naturale fuoriuscita dell’aria calda e rendere la struttura completamente carbon neutral.
I Supertree
Protagonisti dei “Gardens by the Bay” sono però i diciotto Supertree, alberi alti da 25 a 50 metri, undici dei quali realizzati esclusivamente con materiali ecosostenibili e dotati dei più moderni sistemi di produzione di energia rinnovabile. La struttura di questi Super Alberi è costituita semplicemente da un nucleo in calcestruzzo forato al suo interno per consentire il deflusso dell’aria proveniente dall’impianto geotermico e una struttura esterna in acciaio, riempita con un totale di 162.900 piante di oltre 200 specie diverse provenienti da climi tropicali. Non viene trascurato l’aspetto estetico e cromatico risultante dalla composizione dei colori nel susseguirsi delle stagioni. I Supertree risultano una perfetta fusione di natura, arte, ingegneria e tecnologia, essendo pensati per garantire alla struttura livelli energetici esclusivamente basati su fonti rinnovabili. Dove tradizionalmente troveremmo la chioma dell’albero, i Supertree ospitano pannelli fotovoltaici, collettori solari, condotti di ventilazione ed un serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana, che attraverso il nucleo interno, defluisce fino al bacino di raccolta sotterraneo, che a sua volta immette l’acqua riciclata nel sistema di irrigazione interno.
Le biomasse
Oltre all’apporto energetico fornito dai Supertree, i giardini botanici sono alimentati anche da un impianto che sfrutta le biomasse. In prossimità delle serre si trova il National Parks Board, un parco naturale che produce 5.000 tonnellate di legna, biomassa utilizzata per la produzione dell’energia necessaria all’impianto, alimentato da una caldaia. I fumi prodotti dalla combustione sono indirizzati al sistema di produzione elettrica e all’impianto di climatizzazione. Il calore prodotto consente una preventiva deumidificazione dell’aria esterna prima di essere raffreddata attraverso il sistema di climatizzazione: questo procedimento è indispensabile per ridurre i consumi elettrici, in quanto occorre un quantitativo minore di energia per rinfrescare l’aria secca rispetto a quella umida. Nulla viene sprecato, tanto che le ceneri prodotte dalla combustione vengono utilizzate come fertilizzante per le numerose specie vegetali. In questo modo i nuovi giardini botanici saranno completamente ecosostenibili e diventeranno uno dei principali punti di riferimento per l’applicazione delle energie rinnovabili a grandi strutture. Il grandioso ed ambizioso progetto “Gardens by the bay” non è solo l’ennesima attrazione di Singapore, ma la conferma delle enormi potenzialità di una tecnologia usata per favorire l’ambiente.
Alessandro Sonzogni