Cresce anche nel paese nordafricano il movimento Fashion Revolution
Provengono da diverse parti del mondo e appartengono sia al mondo delle industrie della moda, sia al pubblico: si tratta di “Fashion Revolution”, movimento che si batte per un’industria della moda che valorizzi le persone, l’ambiente, la creatività e il profitto in egual misura. Nato in Inghilterra il 24 aprile 2014 – data commemorativa del crollo del complesso produttivo Rana Plaza di Dacca (Bangladesh) che costò la vita a oltre mille persone – il Fashion Revolution Day è celebrato ogni anno in oltre 130 Paesi, dal nord al sud del mondo, e catalizza di anno in anno la partecipazione di numerosi gruppi e associazioni in aree emergenti, come i paesi del Nord Africa, che cercano nella sostenibilità una declinazione per la moda tradizionale.
Tunisia Fashion Revolution
Esempio cardine di questo movimento di consapevolezza è la Tunisia, dove l'attenzione alle tematiche connesse alla sostenibilità è notevolmente aumentata a seguito della cosiddetta “Rivoluzione della dignità” del 2011 (conosciuta in Europa come “rivoluzione dei gelsomini”): Tunisia Fashion Revolution ha preso il via a Sfax nell'aprile 2015, con un’azione pedagogica attorno ai valori di moda durevole per i ragazzi dagli 8 ai 15 anni. Dal 2016 è in atto invece la collaborazione con l’associazione Izem, per sviluppare la moda durevole. «Le nostre azioni pedagogiche sono orientate verso le scuole di moda – spiega Patrick Hamrouni, coordinatore di Fashion Revolution Tunisia –, in collaborazione con le industrie del tessile e dell’abbigliamento: Demco, Dnd Confection, Sitex, Sartex. Dall’11 aprile al 30 giugno si è svolto un workshop nel quale i formatori hanno insegnato agli studenti di moda a sperimentare, avvicinandosi a diverse tecniche di eco design responsabile: zero rifiuti, riciclo e ricostruzione degli indumenti».
Tra i partner dell’evento, l’Istituto nazionale del patrimonio, il Sector Center for Clothing training di Monastir, Izem, Demco, Fashion Revolution Uk e il British Council. L’obiettivo? Realizzare un vestito con materiali di riciclo ispirandosi ai vestiti tradizionali tunisini.
Il gruppo Demco ha donato scarti tessili e vestiti di seconda scelta, da cui gli studenti sono partiti per ideare i loro modelli. Ne è nata la mostra itinerante “Fashion upcycling Tunisia”, inaugurata il 10 ottobre, che toccherà diverse città tunisine (Mahdia, Moknine, Monastir e Sousse) e che terminerà il 30 marzo 2020 a Kairouan, in occasione della Giornata nazionale dell’abito tradizionale e dell’artigianato. Un modo per rispondere ai bisogni di ognuno, evitando di sprecare risorse, adattandosi ai cambiamenti climatici e facendo in modo che le generazioni future continuino su questa strada.
Per informazioni: www.fashionrevolution.org.
Giada Frana