Linee guida per ri-trovarsi. Prosegue il nostro glossario per orientarsi nel mondo della mente
«Mi piace il verbo sentire. Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore. Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra. Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore. Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente».
Con questi versi di Alda Merini lasciamoci trasportare nella dimensione del sentire, con la sua intensità e la sua ricchezza. Sentire è un verbo pieno: si sente con l’udito ma si sente anche con l’anima, con il cuore. Il sentire è nostro, è la cosa più nostra che abbiamo.
È ciò attraverso cui percepiamo un oggetto, una situazione, una persona con cui siamo in contatto: le sensazioni fisiche attivate nel nostro corpo, le emozioni e i sentimenti suscitati in noi.
La facoltà del sentire risulta quindi immediata e spontanea, in contatto diretto con il qui e ora della situazione vissuta. Il sentire è libero da condizionamenti culturali e ci rende consapevoli degli stati fisiologici e delle emozioni che albergano in noi, rendendoci padroni di noi stessi. In contrapposizione troviamo il mondo del pensare, ovvero il mondo dell’interpretazione razionale e delle aspettative personali.
Pensare è sovente un focalizzarsi sulle speranze o sulle paure inerenti una certa situazione, vedendola non come realmente si presenta ma sulla base delle proprie aspettative preesistenti.
Dunque, le emozioni ci fanno da guida, diventando così un importante aiuto a comprendere quali sono i nostri obiettivi mentre il pensiero ci aiuta a capire come poterli raggiungere. In qualità di psicoterapeuta mi sono resa conto che spesso le persone si trovano bloccate di fronte a un problema a causa delle loro emozioni e delle difficoltà che hanno nel sentirle, comprenderle e gestirle.
Sicuramente a volte le emozioni sono davvero intense e potenzialmente destabilizzanti, ma nella maggior parte dei casi il vero problema è che si usano gran parte delle energie personali per non sentire ciò che si prova, poiché temuto. Si fa finta di niente, nella convinzione illusoria che “se non dico che ho paura, veramente non ho paura!”.
Le emozioni vengono così nascoste e camuffate, magari attraverso iper-razionalizzazioni che illudono la persona di avere il controllo mentale su qualunque cosa. In altri casi, la vita viene impostata con frenesia, in modo da non potersi mai veramente fermare per ascoltarsi e accogliere i propri vissuti. In entrambi i casi si cerca di evitare l’ascolto introspettivo, perché può catapultarci in un mondo potenzialmente spaventoso.
Concederci di ascoltare i nostri stati emotivi, invece, ci permetterebbe di prendere le distanze da essi, ridimensionarli e quindi padroneggiarli. Imparare a fidarsi del sentire è forse la sfida più grande che ci si possa porre, perché mette in crisi tutto quel sistema fondato sulla ragione e sull’iper-controllo di ogni cosa, per dare spazio alla pienezza dell’emozione.
Allora lasciatevi andare, “sdraiatevi sulla schiena del mondo e sentite”!
Sentire
Definito in senso ampio come “l’avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o come un qualsiasi stato affettivo insorgente nell’animo”.
È ciò che si percepisce direttamente di una situazione, di un oggetto, di una persona con cui siamo in contatto: le sensazioni fisiche che essa attiva nel nostro corpo, le emozioni e i sentimenti che smuove, le intuizioni e le immagini che suscita in noi.
Il sentire non è manipolabile e consente di raggiungere un contatto reale con se stessi.
Vera Zanchi
Psicologa e psicoterapeuta dell’équipe TheClew
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