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Quando AliMENTarsi vuol dire educazione e prevenzione

Il piatto del mangiar sano

A dicembre presso l’Auditorium di Santa Giulia a Brescia presentate le Linee guida per la ristorazione collettiva. Comune di Brescia capofila di una rete di 18 partner647343.png

Non un semplice progetto di educazione alimentare pensato ad hoc per esaurirsi nei sei mesi dell’esposizione universale, ma molto di più. A contraddistinguere con forza “AliMENTarsi – Impariamo mangiando” sono stati almeno due aspetti: la rete di partner che il progetto ha raccolto attorno a sé e il suo lascito.

AliMENTarsi infatti ha messo in sinergia ben 18 realtà (in aggiunta al Comune di Brescia quale capofila) tra università, grandi aziende della ristorazione, associazioni ed enti operanti nel terzo settore, che vi hanno preso parte a titolo completamente volontario e gratuito.

Inoltre, ha saputo lasciare un segno importante: una serie di Linee guida per la ristorazione collettiva -scolastica nello specifico-, che sono anche strumento di supporto informativo sulla sana alimentazione per l’intera cittadinanza.

La conferenza del 9 dicembre 2015

Durante la mattinata del 9 dicembre presso l’Auditorium Santa Giulia in via Piamarta 4 a Brescia si è idealmente chiusa quindi una prima fase di AliMENTarsi, più operativa e legata alla contingenza dell’esposizione, per avviarne una seconda, più progettuale e a lungo termine.

La conferenza infatti è stata occasione per fare un bilancio delle azioni del progetto ma anche e soprattutto per lanciare una nuova sfida, con la presentazione delle Linee guida per la ristorazione collettiva, fondate su criteri scientifici riconosciuti, alle quali nei prossimi anni il sistema di gestione complessivo della ristorazione sociale e scolastica di Brescia gradualmente si atterrà.

«L’impegno istituzionale ed educativo-progettuale richiesto non sarà solo del Comune, ma delle università, delle scuole, delle famiglie, delle aziende di ristorazione che l’amministrazione si impegna a coinvolgere con costanza» ha sottolineato Felice Scalvini, assessore ai Servizi Sociali e alla Ristorazione socio-scolastica: «AliMENTarsi è stato un progetto animato da una forte spinta dal basso e non avviato su input politico; un progetto della città per la città che l’amministrazione ha sposato e promosso, in rete con soggetti privati e agenzie pubbliche».

Diversi i relatori che hanno portato il proprio contributo in rappresentanza delle realtà direttamente coinvolte nel progetto, accanto a studiosi ed esperti che si occupano di tematiche vicine a quelle intercettate da AliMENTarsi.

A raccontare gli sviluppi e le azioni che hanno declinato il progetto si sono alternate le voci di Nora Antonini, coordinatrice di questa prima fase per conto del Comune di Brescia e di Livia Consolo, coideatrice di AliMENTarsi dal background ricco di esperienza a sostegno delle reti di cooperazione sociale e associazionismo: «La forza del progetto è stata la collaborazione di un numero così elevato di partner a titolo completamente volontario per mettere in atto una serie di azioni che avessero una funzione preventiva rispetto all’obesità e alle problematiche cardiovascolari connesse a scorrette abitudini alimentari, e che insieme sensibilizzassero anche all’urgenza di ridurre lo spreco di cibo e l’impatto negativo delle nostre pratiche alimentari sull’ecosistema».

Il contributo delle due università cittadine è stato nello specifico di fornire le conoscenze scientifiche a sostegno del valore preventivo di un corretto comportamento alimentare.

A tale proposito la dottoressa Barbara Zanini, infettivologa ricercatrice presso l’Università degli Studi di Brescia ha spiegato che densità energetica (Kcal/g) e indice glicemico (la velocità con cui la glicemia si eleva nel sangue nelle due ore successive alla sua assunzione) sono stati i due concetti cardine per l’elaborazione delle linee guida, insieme al Piatto del Mangiare Sano (Healthy Eating Plate, 2011), ideato dai ricercatori dell’Università di Harvard sulla base delle più recenti acquisizioni scientifiche sui rapporti tra cibo e salute e scelto da AliMENTarsi come metodo chiaro e semplice per comporre piatti sani ed equilibrati.

Cibo occasione di educazione all’accoglienza e alla consapevolezza

A fare da leitmotiv dei commenti sulle linee guida emerse, la consapevolezza della necessità di una condivisione di intenti tra scuole e famiglie per non vanificare l’impegno proposto e nell’ottica di sentirsi parte di un’unica comunità educante.

Proprio su questo aspetto Pierluigi Malavasi, direttore dell’Alta Scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica di Brescia, ha messo in luce il valore educativo-relazionale del cibo, il suo potenziale come terreno di accoglienza e reciproca integrazione, al punto che «fare educazione alimentare è educare alla relazione, alla vita insieme».

Daniela Speziani, psicologa e psicoterapeuta presso la clinica Sant’Anna e rappresentante dell’Associazione Priamo ha evidenziato come una corretta informazione alimentare sia il primo passo per cominciare a mettere in atto un effettivo cambiamento dei comportamenti alimentari, verso uno stile di consumo sempre più consapevole. «Il grande ruolo nella ricezione delle linee guida e nella mediazione spetta agli insegnanti e alle famiglie», ha affermato Patrizia Galeazzo, responsabile del progetto scuole del Padiglione Italia a Expo.

Il progetto “da fuori”

A mettere in guardia dall’insidia dei buoni propositi il professor Lucio Lucchin, professore della Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione dell’Università di Padova, quale voce esterna al panorama di realtà che ha contribuito agli sviluppi del progetto: «Il comportamento alimentare è complesso, sono molti i fattori non prevedibili.

L’esempio dei genitori in quest’ottica è fondamentale oltre a quello della scuola. Determinante è anche il ruolo delle ditte di ristorazione: l’ente pubblico deve disporre di organismi preposti al controllo del servizio erogato, un controllo di qualità che indaga a fondo e che non si accontenti semplicemente delle certificazioni.

Rilevazione degli scarti e del gradimento sono altre due azioni di competenza dell’amministrazione».

Altro volto esterno al progetto ma tutt’altro che estraneo alle tematiche di AliMENTarsi quello di Francesca Forno, docente di Sociologia dei consumi presso l’Università di Bergamo e cofondatrice dell’Osservatorio Cores su consumi, reti e pratiche di economie sostenibili.

Alla luce di quanto osservato dal suo gruppo di ricerca ha affermato: «Negli ultimi anni gli atteggiamenti dei consumatori hanno seguito due tendenze tra loro speculari: la maggior parte ha tagliato la propria spesa alimentare, cucina meno, frequenta spesso fast food, compra cibi standardizzati, spreca molto.

Dall’altra parte alcune situazioni hanno riguardato un gruppo minoritario: grande interesse per il cibo, boom delle scuole di cucina, ritorno alla terra, slow food, recupero dei prodotti locali, maggiore sostenibilità dei consumi.

A mettere in pratica questo secondo atteggiamento sono state famiglie di ceto medio-alto, quindi è necessario che le pratiche di consumo sostenibile vengano estese e indubbiamente il progetto AliMENTtarsi risulta interessante per la sua forte idea di democrazia».

Ottavio Di Stefano, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Brescia ha infine sottolineato l’urgenza di un’azione preventiva di sistema, perché in alternativa non si riuscirà in futuro a sostenere la spesa sanitaria: «Tra medici è necessario pertanto abbattere le barriere territoriali ma anche i confini tra ambiente universitario, ospedaliero e territorio. Redistribuire le competenze per meglio affrontare la complessità. Cooperare e lavorare alla prevenzione».

Angela Garbelli

 

 

Gli impegni in breve delle Linee guida per la ristorazione collettiva

- Promuovere l’utilizzo di alimenti biologici

- Introdurre e favorire l’utilizzo di cereali e derivati definibili integrali

- Favorire la graduale riduzione delle carni lavorate e dei salumi

- Ridurre la proposta di patate come contorni

- Favorire l’utilizzo esclusivo di olio di oliva extra-vergine e di sale iodato come condimenti

- Proporre spuntini e merende che non prevedano un apporto calorico eccessivo rispetto al fabbisogno giornaliero

 

Alla scoperta di Brescia. I bambini ci guidano in città

Tra le diverse attività proposte dal progetto numerose sono state rivolte ai bambini delle scuole primarie, per intraprendere con loro un percorso di educazione alimentare articolato. Partendo dagli alimenti, dalle colture, dai prodotti si è parlato anche di valorizzazione delle tradizioni, di incontro di culture e del far memoria.

Così, durante la scorsa primavera, alcune classi delle Scuole Primarie di Brescia hanno visitato la città. Piccoli turisti hanno riscoperto luoghi noti, vivendoli però come aule all’aperto in cui imparare a osservare e a trovare tradizioni e conoscenze.

Supportati da mappe elaborate a tale scopo, i bambini hanno esplorato le vie del centro cittadino lungo due itinerari dedicati ai luoghi storici e alle attività commerciali storiche, ma anche multietniche, legate al cibo. Al termine delle uscite, le osservazioni sono state rielaborate dai bambini e raccolte per redigere una guida turistica, per riscoprire Brescia da una prospettiva diversa.

È nata così “Alla scoperta di Brescia. I bambini ci guidano in città”, una guida di viaggio a misura di bambino fatta non solo di mappe e luoghi storici, ma anche di tante piccole scoperte, piatti tipici e giochi. Presentata al pubblico lo scorso 21 dicembre presso l’Auditorium San Barnaba, ne verrà distribuita una copia a tutti coloro che hanno contribuito a realizzarla e a ogni alunno iscritto alla classe terza delle scuole primarie della città pubbliche e paritarie.

 

Febbraio 2016

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