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Natura e disabilità: un connubio vincente

natura e disabilità

Molte le esperienze di successo nel recupero del disabile nel contesto naturale. Allo studio una stalla ad uso terapeutico nei pressi del nuovo ospedale

Ambiente naturale e disabilità, un connubio pensato per l’aiuto del disabile: è questa la politica perseguita dall’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Bergamo, Leonio Callioni. Pensate che l’ambiente naturale della persona disabile sia un luogo di cura? Nulla di più fuorviante. Avere una disabilità non significa essere malati. Secondo la definizione di disabilità fornita dall’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), essa rappresenta la “conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali e ambientali che interessano la persona”. La stessa patologia produce effetti disabilitanti diversi, a seconda della persona e del contesto in cui agisce.

Pertanto consentire ai disabili di vivere a stretto contatto con l’ambiente naturale genera maggiore autostima, permettendo a queste persone di sentirsi meno emarginate socialmente e in qualche modo di pubblica utilità. L’esperimento è stato felicemente realizzato dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Bergamo due anni fa, quando si è effettuato l’inserimento di 30 disabili nell’azienda agrituristica Asperti di Bolgare (BG), per alcune ore alla settimana.

L’esito è stato di grande interesse e ora si cerca una fattoria più vicina alla città di Bergamo per riprodurre la stessa iniziativa, che ha visto disabili dai 15 ai 40 anni impegnati in attività di lavoro a stretto contatto con la natura e con gli animali. “Il contatto con la natura si può definire una vera e propria ecologia del vivere – ha dichiarato l’assessore Callioni – dove gli individui più fragili risultano essere anche i più reattivi”. Perciò una nuova proposta è attualmente in fase di elaborazione: si tratta di realizzare una stalla d’appoggio in una zona prescelta della Città, probabilmente nel Parco della Trucca, accanto al nuovo Ospedale di Bergamo di prossima apertura, per ospitare asini (animali intelligentissimi, nonostante la pessima fama letteraria di cui godono) destinati ad uso terapeutico per i disabili e, forse, in un prossimo futuro, per i bambini ricoverati nel nuovo Ospedale cittadino.

Il contatto diretto con l’animale ha sicuri effetti terapeutici e può aiutare i più fragili o i più sofferenti ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità. È inoltre in fase di studio un nuovo progetto all’insegna della sicurezza per il trasporto dei disabili di Bergamo al Rifugio Alpe Corte per la prossima estate, trattandosi del primo rifugio in Italia privo di barriere architettoniche. Questa esperienza già realizzata con successo dal Comune di Bergamo per due anni, potrà essere riproposta se si troverà un modo per assicurare ai disabili il trasporto sicuro lungo il sentiero di risalita al rifugio, “perché -dichiara Callioni- esperienze alla mano, l’ambiente naturale è il primo e migliore passo verso un percorso di cura e riabilitazione”.

Maria Imparato

Ottobre 2012

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