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La sostenibilità si organizza in rete

La sostenibilità si organizza in rete

Web e informazione green: una coscienza civica partecipante che contribuisce a sua volta al dibattito sull’ambiente.

Come veicolare grandi temi come la difesa, la tutela e la salvaguardia del mondo? Come si fa oggi a trovare una coscienza civica che partecipa e contribuisce al dibattito sull’ambiente? La risposta è quasi scontata: grazie al web, che permette di interagire in tempo reale, scambiare opinioni e proporre nuove forme di partecipazione.

Tra il grande sogno di una società più democratica e la fobia di un grande fratello fagocita-privacy, la rete si è trasformata presto in un canale mediatico e di informazione. Con buona pace di chi, a inizio anni ’90 quando si formarono le prime comunità virtuali, per la prima volta nella storia del pianeta, vedeva migliaia di persone che dialogavano fra loro senza avere informazioni sull’identità fisica o sul luogo in cui fossero. Rapporti contrassegnati da maggiore libertà, in quanto non condizionati dall’appartenenza etnica, nazionale o sociale. E qualche idealista sognò addirittura che internet potesse cambiare persino le regole della politica a favore di una vera democrazia.

Una rivoluzione però il web l’ha portata: ha stravolto la logica dei mezzi di comunicazione di massa tradizionali, favorendo un’informazione libera, non filtrata dai canali istituzionali come succede a giornali, radio e TV. Chiunque su internet può pubblicare, divulgare notizie e promuovere un’informazione multidirezionale e simultanea.

Moltitudine Inarrestabile

Seppur il diritto a comunicare è garantito nell’art. 10 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, collegato alla libertà d’espressione e d’opinione e nel dicembre del 1976 la Corte europea lo ha definito come “uno dei fondamenti irrinunciabili di una società democratica, una delle condizioni primordiali per il suo progresso e per la realizzazione di ognuno”, in alcuni paesi internet è uno strumento essenziale al fine di trasmettere informazioni e notizie che altrimenti non arriverebbero ai destinatari.

Non ci accorgiamo di quello che non c’è se non è possibile trovarlo da nessuna parte. Internet in questo senso è uno straordinario strumento di partecipazione, capace non solo di migliorare la qualità dei processi di rappresentanza, ma anche di dare voce a chi da quei processi è escluso. La “moltitudine inarrestabile” di cui parla Paul Hawken, ambientalista e autore dell’omonimo libro, ha finalmente uno strumento attraverso cui far sentire la propria voce che sussurra da un capo all’altro del mondo grazie ai siti di informazione indipendenti e alla vivacità di forum o blog.

Senza filtri

La possibilità di esprimere quello che uno pensa non significa necessariamente libera opinione pubblica, che richiede pluralismo delle fonti di informazioni e notizie chiare e dettagliate che non sempre si trovano su internet. Il grande pregio della rete collima anche con un grande pericolo: l’assenza di filtri, almeno riconoscibili, e l’impossibilità di valutare l’attendibilità delle fonti. Non è così per i media tradizionali che si distinguono per una presa di responsabilità e per una posizione politica netta.

Ma se definiamo la comunicazione come quell’insieme di possibilità di condivisione di conoscenze, esperienze e valori, atti a costruire nuovi modi di essere e nuove identità, allora internet è uno strumento fantastico che permette a un insieme di persone, imprese, enti locali, organizzazioni di incontrarsi, interagire e cooperare per fare in modo che le attività umane ed economiche si esprimano secondo principi di responsabilità sociale ed ambientale.

E soprattutto il web ha giocato un ruolo importante per promuovere campagne di sviluppo sostenibile, in particolare dal punto di vista ambientale. L’adozione di servizi Internet based nei settori chiave dell’energia, dei trasporti e della produzione di edifici ha portato ad una riduzione di emissioni che si aggira intorno all’8-10% di quelle globali. L’utilità dell’informazione pubblica tramite internet si riversa soprattutto nella possibilità di creare una cultura sui temi legati all’ambiente, alla consapevolezza della sua importanza e delle criticità. Descrivere e quantificare i benefici ambientali è dunque uno degli aspetti di cui tenere conto nella governance di internet. E del resto non è possibile promuovere l’utilizzo del web come risorsa fondamentale per politiche di sviluppo sostenibile, senza garantire la piena partecipazione di coloro che dagli effetti di quelle politiche dovrebbero trarre vantaggio.

Alice Motti

Dicembre 2014

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