feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

La carica dei travel blogger. Stili di vita e di lavoro per i narratori di viaggi 2.0

La carica dei travel blogger

Tra video, blog e nomad working 

“Non esistono più i viaggi di una volta”, direbbe qualcuno riadattando una delle frasi più ripetute all’interno degli immortali Bar Sport di paese. Già, perché con l’evoluzione della società e della tecnologia, non si sono solo allargati gli orizzonti dandoci la possibilità di raggiungere praticamente qualsiasi angolo del pianeta in poco tempo, ma sono cambiate anche le modalità dell’esplorazione e, soprattutto, del racconto di un’esperienza di viaggio.

E se fino a qualche anno fa la bellezza di luoghi vicini e lontani restava appannaggio di pochi fortunati, oggi le cose sono cambiate: vivere il viaggio e, soprattutto, raccontarlo agli altri sono diventati dei veri e propri lavori. Grazie soprattutto alle potenzialità del web, che ha permesso non solo di scambiare informazioni utili e di prima mano ma anche di dare risalto a quelle esperienze di viaggio più autentiche e vere, valorizzando le forme di turismo “che fanno bene”. 

Nomadi digitali 

In molti casi, le nuove figure dei narratori di viaggio contemporanei si rifanno ad una filosofia ben precisa: quella che Gianluca Gotto nel suo blog “Mangia Vivi Viaggia – Travel and Alternative Lifestyles” definisce in maniera decisamente evocativa “nomadismo digitale”.

Un concetto che non racchiude solo la possibilità di poter lavorare viaggiando, ma che si basa su principi chiave come il rispetto dell’ambiente (con il quale si ha un rapporto diretto e quotidiano), il minimalismo tipico di una vita perennemente in movimento e la ricerca della felicità nelle piccole cose immateriali: dettami in forte contrasto con la società contemporanea. 

Quello dei nomadi digitali è uno stile di vita scelto da sempre più persone, anche grazie al proliferarsi di piattaforme che facilitano questa conversione e spesso riuniscono delle vere e proprie community all'insegna della sostenibilità, del rispetto, della riscoperta di sé. È il caso ad esempio di blogger come Valentina Miozzo che sul suo blog “Viaggiare Libera” condivide l'importanza del turismo responsabile e sostenibile attraverso storie e consigli tratti dalle sue esperienze di viaggiatrice green.

O ancora come Claudio Pelizzeni, che nonostante una malattia considerata limitante come il diabete ha compiuto il giro del mondo a piedi e l'ha raccontato sul suo blog “Trip Therapy”: in questo caso la narrazione del viaggio ha evidenziato come entrare in contatto con mondi e culture diverse può essere una terapia dell’anima e del corpo. Ma l'elenco potrebbe essere ancora più lungo: si va dai blog su specifiche aree del mondo (come “Pain de Route”, incentrato sulle aree ex-sovietiche, oppure “Grecia Mia” che racconta in ogni dettaglio tutte le isole elleniche) a quelli dedicati invece viaggi più avventurosi come “Mente Nomade”.

La nuova frontiera del vlog 

Ma quella dei blog di viaggio è solo una delle molteplici modalità di narrazione online sviluppatesi negli ultimi anni: i blogger sono così stati affiancati dai vlogger di viaggio che trovano nelle piattaforme social come YouTube il loro canale privilegiato di condivisione. Fil rouge che lega questa nuova tendenza a quelle che l’hanno preceduta sono senza dubbio i principi cardine che guidano gli esploratori 2.0: un grande senso di rispetto per la natura, la curiosità verso nuove culture e il desiderio di raccontare senza lasciare un impatto troppo marcato del proprio passaggio.

Nel panorama dei vlogger italiani, il nome in cima alla lista è quello del bergamasco Nicolò Balini, che con il suo progetto “Human Safari” è diventato un punto di riferimento del mondo travel grazie a una narrazione sempre molto spontanea, che si adatta perfettamente al racconto delle mete lontane e vicine attraverso la valorizzazione e la divulgazione delle bellezze dei vari territori. Gli stessi principi dai quali è partito il globetrotter Mattia Miraglio quando pianificava il suo personale giro del mondo a piedi: un viaggio durato 5 anni all’insegna della sostenibilità e raccontato videocamera alla mano. Come altri, anche Mattia ha creato attorno a sé una nutrita community di utenti che lo hanno seguito giorno per giorno.

Perché, alla fine, è questo che fanno i nuovi narratori digitali, rivelano il mondo in presa diretta raccontando quello che provano sulla propria pelle.

Gianluca Zanardi

Luglio 2019

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...