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La birra è donna

La birra è donna

Sono soprattutto donne le protagoniste della storia di questa mitica bevanda che dalla Mesopotamia ai giorni nostri rallegra gli spiriti e inebria i corpi

La sua etimologia lo dice chiaro….la birra (dal lat. Bibere) è la bevanda per eccellenza e in effetti da quando c’è uomo c’è birra. A dirla tutta, da quando c’è donna! Dal momento che si ipotizza che la birra sia nata casualmente dal pasticcio di una signora che nel tentativo di trovare un modo per conservare i cereali in acqua, ha dato vita a una fermentazione ante litteram. A partire da quel fatidico e fortunatissimo errore, la birra è sempre rimasta fortemente legata alle donne, che possono senza dubbio essere considerate le prime vere birraie della storia; nelle primitive civiltà brassicole la scelta e la cura degli ingredienti così come la preparazione stessa di quella che può essere considerata la prima forma di birra, era infatti appannaggio delle donne e avveniva all’interno delle mura domestiche.

“In quanto detentrici del sapere in materia birraia, le piccole grandi scoperte
che hanno via via contribuito alla nascita della birra in senso moderno,
sono riconducibili sempre alle donne”

In quanto detentrici del sapere in materia birraia, le piccole grandi scoperte che hanno via via contribuito alla nascita della birra in senso moderno, sono riconducibili sempre alle donne; per esempio furono loro a intuire che, masticando i grani, la fermentazione avveniva più velocemente, fatto di cui poi la scienza ha effettivamente dato riscontro rintracciando nella saliva umana la ptialina, un enzima che trasforma l’amido in zuccheri adatti alla fermentazione. Sempre nelle civiltà primitive, è femminile anche la maggior parte delle divinità legate alla birra e ai prodotti della terra utili alla sua preparazione: la dea sumera Ninkasi, Hathor in Egitto, la babilonese Nidaba, Cerere, la dea romana del raccolto e la sua versione greca Demetra, Yasigi in Africa, la figura mitologica armena Armalu; a loro era affidata la buona riuscita dei raccolti che avrebbe permesso di fare birra buona e in quantità.

Il Medioevo

Si può quindi senza indugi affermare che la nascita e i primi passi della nostra beneamata bevanda sono avvenuti sotto una guida tutta femminile e in realtà il primato delle donne sulla sua produzione si è poi protratto fino al Medioevo; a riprova di questo, si possono citare le stesse leggi germaniche che proprio in questo periodo in un loro punto sanciscono il diritto di proprietà delle tenutarie sul materiale di brassaggio, che spesso viene addirittura annoverato nella stessa dote di matrimonio. Anche in Gran Bretagna nel XV secolo sono le “Ale Wives” a dominare la scena birraia, occupandosi in via quasi esclusiva della preparazione e anche della vendita di birra.

In Germania nel XII secolo ritroviamo una figura chiave della storia della birra: Sant’Ildegarda da Binden, badessa del monastero benedettino di Rupertsperg e grande botanica. È stata lei a introdurre il luppolo nella preparazione brassicola, segnando così la nascita della birra per come siamo abituati a bere oggi. Purtroppo poi, con l’avvento dei Monaci sulla scena birraia, la donna cominciò a perdere centralità nell’ambito della produzione che da lì in poi passò quasi esclusivamente in mani maschili.

Il ritorno del binomio donna-birra

L’altra metà del cielo ritorna sulla scena birraia qualche secolo dopo, protagonista in alcuni ambiti, a partire dal mondo pubblicitario, dove il binomio donna-birra, rintracciabile sin dalle prime “réclames”, si conferma così vincente da protrarsi in forme e modalità diverse sino ai giorni nostri. Si passa dalle figure delicate e romantiche di inizio Novecento, a quelle sempre più avvenenti e accattivanti di fine secolo, fino a immagini femminili sempre più reali e quotidiane nei tempi recenti, quando la donna entra nella schiera dei possibili consumatori.

“Dopo averla utilizzata solo come trattamento di bellezza per bagni e impacchi,
la donna si riappropria della bevanda che ha fatto nascere
e ne diventa grande consumatrice”

Il ritorno ufficiale delle donne nel mondo della birra si ha con l’emancipazione dall’immaginario tutto maschile per il quale è l’uomo che beve birra; dopo averla utilizzata solo come trattamento di bellezza per bagni e impacchi, la donna si riappropria della bevanda che ha fatto nascere e ne diventa grande consumatrice. Secondo una recente ricerca di Assobirra, alle donne la birra piace molto di più di altre bevande alcoliche in quanto leggera e salutare; inoltre fa ingrassare meno e grazie agli antiossidanti che contiene in quantità, mantiene anche giovani .Negli ultimi vent’anni la recente crescita della birra artigianale ha riportato le donne al centro dell’industria brassicola, sia nei ruoli accessori che in quello più importante di birraio. Nello stesso movimento italiano si registrano molti nomi femminili e, a vedere dai risultati, sembra che la storia confermi le origini.

La birra è indiscutibilmente donna e anche il Birrificio Indipendente Elav lo conferma, onorando la Dea-madre nel suo logo, ispirato a incisioni su pietra primitive dove si rappresenta l’origine della vita. Questo per ricordarci che, se oggi possiamo gioire di birra, lo dobbiamo anche e soprattutto a Lei.

Marzo 2014

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