feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Il Re Leone

Il Re Leone

Un cammino di crescita e scoperta di sé

"Il Re Leone" è un classico Disney del 1994, ispirato all’opera teatrale di William Shakespeare Amleto e considerato uno dei più grandi capolavori di animazione degli ultimi vent’anni. Simba è un cucciolo di leone, figlio di re Mufasa e principe ereditario della savana.

Curioso e disubbidiente, non ascolta le raccomandazioni del padre e si lascia convincere dal malvagio zio Scar, fratello invidioso del padre, a visitare una zona considerata oscura e pericolosa fuori dai confini del regno, dove viene aggredito da tre iene ebeti e fameliche e tempestivamente portato in salvo dal padre Mufasa.

Il cucciolo dopo l’accaduto promette di ascoltare gli ammonimenti del padre e di non mettersi più in situazioni rischiose uscendo dalla terra del branco, per lui luogo sicuro e protetto, ma lo zio Scar, determinato a usurpare il regno del fratello più forte e più saggio di lui, architetta un nuovo piano per liberarsi definitivamente di re e principe. Scar riesce nella tragica impresa, uccide il fratello e si autoproclama tiranno della terra a lui sottratta, istituendo un regno oscuro caratterizzato da tristezza e nostalgia da parte di tutti gli animali per la morte del sovrano precedente. Simba, sopravvissuto alla morte del padre, il quale ha perso la vita per salvare proprio lui che disubbidendo per l’ennesima volta si era messo nuovamente in pericolo, si allontana dal regno in preda al senso di colpa e ai rimorsi e inizia una nuova vita da esiliato. Questo è il passaggio principale all’interno della storia che sta a simboleggiare il percorso che ognuno di noi nel proprio cammino di crescita deve compiere, una ricerca fatta di esperienze e di riflessioni volte alla scoperta di sé, del proprio mondo interiore e della propria identità.

Fare memoria del proprio passato

Vagando nella savana alla ricerca di se stesso e del proprio posto nel mondo, Simba fa conoscenza con due simpatici e spiritosi animaletti, Pumbaa e Timon, i quali vivono la loro vita senza pensieri seguendo il motto “Hakuna matata” ("Senza pensieri"). Simba, grazie alla compagnia dei due nuovi amici, riesce a ritrovare la serenità e a dimenticare il proprio doloroso passato.

Dimenticando il proprio passato però, senza inizialmente accorgersene, si dimentica anche chi è e si allontana sempre di più dalla propria vera identità e dal proprio disegno di vita. Diversi anni dopo, ormai cresciuto, nello sguardo amorevole di Nala, una giovane leonessa che diventerà poi la sua compagna, riesce a ritrovare il suo passato.

Sperimentando l’amore di Nala, ritrova sentimenti già conosciuti, riesce a ricordarsi di chi lo ha amato e, guidato dalla forza dell’amore, tornerà coraggiosamente alla riconquista del proprio regno e dell’orgoglio perduto. Da questo momento in poi, all’interno del film, la figura del leone riprende il suo simbolismo originario inizialmente impersonificato da Mufasa, dunque il leone torna metafora dell’io, di un “io” forte e ben strutturato, centro e padrone del suo mondo. Attraverso il passaggio all’età adulta, alla maturità, Simba torna a essere re della terra del branco, sconfigge l’infido zio Scar, sostituendo il vero re, suo padre.

Portandolo dentro di sé come parte integrante della propria identità, entrerà a far parte dell’eterno cerchio della vita e del tempo, perpetuando la funzione ereditata dai suoi antenati, da chi c’è stato prima di lui e che trasmetterà egli stesso ai suoi prossimi discendenti. Simba, compiendo il proprio percorso di crescita simboleggiato dal viaggio in solitudine all’interno della savana che diviene metafora del suo sub-conscio, effettua il fondamentale passaggio da una zona d’ombra, oscura, caratterizzata da insicurezza di sé e dal senso di colpa per la morte del padre a una zona di luce che rappresenta la propria illuminazione, e dunque la ritrovata fiducia in se stesso e la riscoperta della propria identità e del proprio ruolo nel mondo.

Recupererà quel prezioso e vitale filo rosso che lo lega al padre e agli antenati che stanno sopra di sé, simboleggiati dalle stelle e quindi da una luce superiore in grado di proteggerlo e di guidarlo nelle proprie scelte. Questo è ciò che accade a ognuno di noi: crescere e capire chi siamo davvero è possibile solo rileggendo la nostra storia alla luce di nuovi significati e facendo memoria del nostro passato e delle figure di riferimento interiorizzate nel tempo.

Valentina Mangili, Psicologa e formatrice dell'équipe TheClew

Luglio 2018

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...