A tre anni dal primo grande sciopero internazionale i giovani scendono in piazza perché troppo poco è cambiato
Il 15 marzo 2019 milioni di studenti e studentesse scendevano nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo per chiedere, nel primo sciopero globale per il clima, giustizia climatica e sociale. Sono passati ormai tre anni da quel grido di indignazione, rabbia e protesta che ha dato voce e visibilità a una crisi, quella socio-ambientale, tenuta in sordina, minimizzata quando non negata da istituzioni e potenze. Ad oggi, non possiamo dire che non sia cambiato nulla, ma sicuramente è cambiato poco e ciò che si è smosso non sempre ha portato verso strade realmente risolutive. Per questo il 25 marzo prossimo saremo ancora in piazza, per ribadire quali devono essere le priorità e i presupposti fondamentali per costruire un’alternativa al destino di distruzione verso cui si dirige il mondo.
#PeopleNotProfit: è questo lo slogan internazionale che Fridays For Future ha deciso di adottare per rilanciare lo sciopero in programma.
Una scelta che riassume bene il senso della lotta portata avanti in questi anni: è necessario un cambiamento di sistema che ribalti la logica estrattiva e distruttiva del profitto, del consumo e dello spreco, mettendo al centro la tutela della persona.
In vista dello sciopero durante il mese di marzo abbiamo in programma una serie di appuntamenti a cui vi invitiamo a partecipare: il programma completo è disponibile sui nostri canali social.
#FridaysForFuture
#PeopleNotProfit
#25marzo
A cura di Friday For Future Bergamo
Per la pace e la democrazia
Il ruolo dei combustibili fossili
Ancora una volta ci troviamo di fronte all'ennesimo fallimento dei leader politici di tutto il mondo, che non sono stati in grado di evitare una guerra in Europa. Come movimento ci uniamo alle manifestazioni di solidarietà con il popolo ucraino e condanniamo la criminale aggressione lanciata da Putin. Allo stesso tempo rifiutiamo fermamente la retorica nazionalista e guerrafondaia portata avanti da molti paesi e leader politici facenti parte della NATO. Le guerre tra Stati sono sempre volute da pochi e sono sempre subite dalla popolazione che ne paga il prezzo più alto: così sarà anche questa volta, il popolo russo pagherà per l'isolamento internazionale causato dalle ambizioni imperialiste di Putin e il popolo ucraino verrà sacrificato agli interessi geopolitici delle grandi potenze.
Non potrà mai esistere una transizione ecologica giusta senza una profonda cooperazione internazionale. È quindi necessario evitare ogni conflitto armato.
Nel conflitto Russia-Ucraina giocano un ruolo importante i combustibili fossili, in particolare il gas russo da cui l’Europa (in particolare l’Italia) dipende: liberarci da questa dipendenza permetterà anche di non finanziare missili, armi e invasioni, creando le condizioni necessarie per una maggiore democrazia, anche energetica, con fonti di energia più distribuite, e un mondo senza più conflitti armati. Anche per questo motivo, è necessario accelerare più che mai sulle energie rinnovabili, su cui l’Italia è bloccata da anni. Stiamo pagando decenni di folli politiche energetiche, guidate dalle compagnie del fossile, che hanno portato alla nostra attuale strutturale dipendenza dal gas. Ora più che mai abbiamo bisogno di unirci oltre le differenze e i confini.
Ora più che mai dobbiamo far sentire la nostra voce. Ora più che mai scegliamo la Pace.
E state pronti per lo sciopero globale del 25 marzo.