Arte antica e contemporanea in dialogo al Museo Diocesano di Milano
Il Compianto sul Cristo morto di Giovanni Bellini (1435 – 1516) è finalmente giunto a Milano per l’omonima mostra che vedrà la tela esposta in esclusiva al Museo Diocesano Carlo Maria Martini per celebrare il periodo di Quaresima e di Pasqua (non è un caso se è stata inaugurata il 20 febbraio) e sarà visitabile fino al prossimo 11 maggio.
La tela è tra le opere più significative dell’artista. Realizzata tra il 1472 e il 1474 per la chiesa di San Francesco a Pesaro e trasferita a Parigi nel 1797, oggi è conservata nei Musei Vaticani. Rappresenta un capolavoro della pittura italiana, che segna la maturità del pittore e sigla il suo ruolo di caposcuola della pittura veneziana.
L’esplicativo percorso preparatorio accompagna lo spettatore dinnanzi all’opera mistica, la quale introduce al silenzio e al mistero, ma lascia anche spazio al coinvolgimento affettivo e alla commozione. Tale sublimazione è resa possibile, oltre che dall’espressione dei volti, anche dalla magistrale costruzione belliniana dell’impianto stilistico. La scena, infatti, viene ambientata entro uno spazio ristretto e nella totale assenza di paesaggio, accentrando così tutta l’attenzione sulla presenza monumentale dei quattro personaggi fondamentali: il Cristo morto in primo piano è sostenuto dal discepolo Giuseppe d’Arimatea; Nicodemo porge il contenitore con l’unguento di olii profumati che la tradizione vuole cosparsi sul corpo prima della sepoltura; mentre Maria Maddalena stringe la mano di Gesù tra le sue, assistendo impotente a questo grande gesto di pietà. È proprio lo straordinario intreccio di mani tra Maddalena e il Cristo a costituire il punto focale della rappresentazione. Lo spettatore ne è attratto e coglie il muto dialogo che lega intimamente i personaggi, in una forza quasi visionaria che induce alla meditazione sul dolore umano da un lato e sulla natura divina dall’altro.
La scena drammatica è accentuata dal taglio di scorcio, con un punto di vista dal basso verso l’alto dovuto alla posizione originariamente scomoda del dipinto che, posto in alto (costituiva infatti la cimasa della pala d’altare), costrinse il pittore veneziano a risolvere l’inconveniente con una prospettiva astuta. E dal basso delle colpe terrene, lo sguardo raggiunge piano il cielo azzurro primaverile che si apre in una luce radente sopra la testa di Cristo morto a rappresentare la promessa dell’arrivo di una nuova mattina per il mondo, la mattina di Pasqua.
La magnifica tavola tardo quattrocentesca del Compianto di Giovanni Bellini non è solo un’opera d’arte, ma è un invito alla riflessione sui temi eterni del dolore e della speranza.
Quattro artisti contemporanei si ispirano a Bellini
L’esposizione curata da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, e Fabrizio Biferali, curatore dei Musei Vaticani, si completa con una sezione contemporanea dal titolo “Davanti a Bellini” a cura di Giuseppe Frangi, dove prendono forma le creazioni di quattro artisti contemporanei, invitati a concepire una sorta di dialogo con l’opera belliniana e con i temi da essa suggeriti.
Nella prima sala espositiva, Letizia Cariello in arte Letia realizza “Per te Myriam di Migdel” dedicata alla Maddalena, un'installazione con un filo rosso, teso a formare una raggiera, sopra a un corpo centrale, che ci ricorda il posizionamento del dipinto sulla sommità della grandiosa pala d’altare. Al centro campeggia una treccia che rievoca l’immaginario sacro di Maria Maddalena, quando asciugò i piedi di Cristo con i suoi capelli.
Nel lavoro di Andrea Mastrovito “ War Christ”, eseguito con collage, frottage e grafite su carta, il tema è collettivo, è recente, è politico: l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, visualizzato nella rimozione della statua lignea di Cristo crocefisso dalla Cattedrale armena di Leopoli.
L’empatia è, invece, il motore attorno al quale scaturisce il video di Emma Ciceri, “Studio di mani”: due coppie di mani (della madre e della figlia), si muovono. Esprimono protezione, tentativi di gestualità, passaggi di racconto attraverso il delicato esistere delle dita.
Infine, il grande dipinto dal titolo “Il Compianto del Cristo morto” di Francesco De Grandi che con la sua pittura sofferta e tagliente ci trasporta in uno scenario apocalittico, reinterpretando in chiave contemporanea la tragica processione funebre del Cristo morto.
Le quattro opere sono la testimonianza di quanto la tavola del maestro veneziano sia in grado di toccare il cuore di artisti del nostro tempo: il Compianto è un capolavoro che travalica la sua dimensione storica, e che sollecita la sensibilità dell’uomo contemporaneo di fronte alla morte, al dolore, alla pietà, al valore della cura e alla tragedia dell’umanità.
Sheela Pulito
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Incontri di approfondimento dedicati ai grandi temi intorno a questo importante dipinto.
Accesso con biglietto di ingresso al museo, fino ad esaurimento posti
- Giovedì 21 marzo, ore 18
“Il Compianto di Bellini dei Musei Vaticani fra arte e teologia”
Nadia Righi, direttore Museo Diocesano e Fra Roberto Pasolini, biblista e docente di Sacra Scrittura. - Mercoledì 10 aprile, ore 18
“Bellini sempre contemporaneo: come il Compianto parla agli artisti di oggi”
Giuseppe Frangi, presidente Associazione Giovanni Testori - Don Giuliano Zanchi, direttore scientifico Fondazione Bernareggi di Bergamo. - Martedì 23 aprile, ore 18
“Bellini/ Mantegna/ Antonello. Una storia d’arte, famiglia e indole”
Prof. Giovanni C. F. Villa, direttore di Palazzo Madama, Torino
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GIOVANNI BELLINI - dal 20 febbraio all'11 maggio 2024
Museo Diocesano Carlo Maria Martini - Milano
martedì – domenica, h 10 - 18
Biglietti: intero: € 9,00 Ridotto: € 7,00
Orari e informazioni:
chiostrisanteustorgio.it
servizieducativi@museodiocesano.it
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www.isorropiahomegallery.org