Ogni 20 maggio la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite. Dalle api dipende il 75% delle colture alimentari mondiali
Così piccole eppure così importanti, perché senza di loro la vita stessa come la conosciamo sul nostro Pianeta non potrebbe più esistere: sono le api, gli insetti impollinatori per eccellenza che - insieme ad altri animali quali farfalle, pipistrelli, bombi e colibrì – permettono alle piante di riprodursi e consentono il perpetuarsi di moltissime colture alimentari, ma la cui esistenza è messa in serio pericolo dai cambiamenti climatici, dallo sviluppo antropico e dall'inquinamento.
Proprio per sensibilizzare sul ruolo fondamentale di questi insetti negli ecosistemi, sul loro contributo allo sviluppo sostenibile e sulle minacce che affrontano, nel 2018 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Mondiale delle Api, scegliendo come data di riferimento il 20 maggio, giorno di nascita del pioniere sloveno dell'apicoltura moderna Anton Janša.
Il ruolo delle api
A riconoscere il ruolo fondamentale delle api è stata anche la Fao, che ha esortato Paesi, governi e singoli a impegnarsi maggiormente nella tutela degli impollinatori per non rischiare un brusco calo nella diversità alimentare: dal lavoro degli impollinatori, infatti, dipende oltre il 75% delle colture alimentari mondiali, e una loro riduzione causerebbe la scomparsa della produzione di caffè, mele, mandorle, pomodori e cacao... Giusto per elencare alcune delle colture che maggiormente si basano sull'impollinazione.
E se da un lato a minacciare le api sono gli effetti combinati del cambiamento climatico, dell'agricoltura intensiva, dei pesticidi, dell'inquinamento e della perdita di biodiversità, dall'altro le pratiche di agro-ecologia e l'agricoltura sostenibile e naturale possono diventare dei validissimi e fondamentali alleati per proteggere questi importanti insetti, riducendone l'esposizione a composti chimici dannosi e contribuendo alla diversificazione del paesaggio agricolo.
Le stime di Coldiretti Bergamo
Ad accendere nuovamente l'attenzione sulle minacce incombenti sulle api nel nostro Paese è stata la pessima stagione 2019, i cui sconvolgimenti climatici hanno penalizzato fortemente le attività connesse all'apicoltura più o meno ovunque in Italia: la Giornata Mondiale delle Api è così quest'anno l'occasione per fare il punto e capire se ci siano o meno segni di miglioramento, e in quale direzione.
Stando ai dati di Coldiretti Bergamo, però, la situazione resta comunque difficile: per il 2020, infatti, è stimato un -30% rispetto alla media produttiva, una diminuzione in linea con le stime nazionali e che comporterà il pericolo di un aumento considerevole della diffusione di prodotti provenienti dall'estero, spesso di bassa qualità. Secondo l'associazione, nel comparto apistico bergamasco si contano 18mila alveari, curati da circa 700 allevatori (di cui un centinaio sono apicoltori professionisti).
In media, evidenzia Coldiretti Bergamo, una singola ape visita in genere circa 7mila fiori al giorno, e per produrre un chilo di miele ci vogliono quattro milioni di visite floreali: da questo peregrinare di fiore in fiore dipendono 3 colture alimentari su 4.