Unanimità sul clima, USA esclusi. Manifestazioni pacifiche
Si è tenuta a Bologna l’11 e il 12 giugno la riunione ministeriale ambientale del G7, a cui hanno preso parte i Ministri dell’Ambiente dei sette Paesi e i due Commissari Ambiente e Clima dell’UE; e, in rappresentanza dei Paesi in via di sviluppo, i Ministri dell’Ambiente di Cile, Maldive, Etiopia e Ruanda.
Tema centrale del G7 ambientale è stato il clima, in riferimento a quanto concluso dall’accordo di Parigi per combattere il riscaldamento globale, soprattutto in virtù dell’uscita degli Stati Uniti dal patto e della dichiarata volontà del Presidente Donald Trump di rinegoziarlo.
Grande è stata l’attesa delle parole di Scott Pruitt, direttore dell’EPA (Agenzia federale per l’Ambiente degli USA), presente alla riunione solo di passaggio.
Mentre Canada, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Commissione Europea ribadiscono all’unanimità il loro impegno per una rapida ed effettiva realizzazione dell’Agenda, gli Stati Uniti si confermano l’unica voce fuori dal coro; tuttavia, pur chiamandosi fuori dall’Intesa parigina, si impegnano a ridurre le emissioni sui gas serra con iniziative autonome.
Gli altri punti all’ordine del giorno sono stati crescita sostenibile, finanza verde, inquinamento marino, banche di sviluppo, riforma della tassazione in senso ecologico, economia circolare ed efficienza delle risorse.
#ALL4GREEN
Bologna non si è fatta trovare impreparata: dal 5 giugno è partito #ALL4GREEN, un calendario di oltre settanta iniziative sull’economia circolare.
Per tutta la settimana, Bologna è stata capitale mondiale dell’ambiente: qui sono state convogliate attività e progetti promossi dalla Presidenza italiana del G7, con l’auspicio – dichiarato dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – di «creare una grande alleanza tra istituzioni, mondo produttivo e impegno civile, senza le contrapposizioni che ancora oggi mettono contro ambiente e sviluppo».
La proposta del Ministro italiano
È proprio l’alleanza tra ecologia ed economia l’obiettivo che Galletti pone nella sua proposta: «Questa rivoluzione industriale – afferma il Ministro – va accompagnata con azioni di stimolo che rendano “conveniente” il cambiamento anche da un punto di vista imprenditoriale».
Tali dichiarazioni sembrano ripescare concetti dai libri di storia, attualizzandoli allo stato odierno. Galletti lancia un Piano Marshall ambientale europeo per l’Africa, «con l’obiettivo di favorire una crescita economica sostenibile dell’area subsahariana, con i conseguenti effetti positivi anche sul piano sociale e occupazionale e di contenimento alle migrazioni»; dall’altro lato, la proposta è quella di un New Deal ambientale che favorisca con sgravi fiscali gli investimenti imprenditoriali sostenibili. «Questa è la logica – continua il Ministro – con la quale abbiamo elaborato la nuova SEN, la Strategia Energetica Nazionale».
Le proteste
Come prevedibile, non sono mancate le proteste. Domenica ore di tensione ma senza incidenti, a causa di alcune tute bianche spintesi in Piazza Maggiore, dichiarata, da un Comune forse troppo allarmista, “zona rossa”, per appendere uno striscione: “Bologna città aperta. Libertà di movimento”. Il corteo anti-G7 ha unito diversi collettivi cittadini, tra cui Tpo, Labas, Link, Social Log e CUA (Collettivo Universitario Autonomo), oltre che Greenpeace, No Tav e Coalizione Civica, che hanno sfilato pacificamente per le vie del centro fino a Piazza San Francesco. Centotrenta mini-panda di cartapesta marchiati WWF hanno invaso via Rizzoli fin sotto le Due Torri e una biciclettata di protesta ha imboccato la tangenziale arrivando al Savoia Regency, dov’era in corso il summit.
Laura Spataro