Alcuni estratti di un testo (gratuito, su richiesta) che ripercorre in modo breve ma efficace la storia e i concetti di investimento responsabile, etico e sostenibile
Pubblichiamo di seguito l’estratto di due capitoli inseriti nel libro Mondo Etico.
1 - Gli investimenti sostenibili e responsabili sono una moda e/o hanno perso credibilità?
Finanza non significa solo speculazione, grandi capitali e profitto a tutti i costi. Esiste un mondo, quello degli investimenti sostenibili e responsabili, noti con l’acronimo SRI, (Sustainable and Responsible Investment), composto da investitori che non si accontentano di ottenere un ritorno finanziario, ma vogliono essere certi di non contribuire negativamente ai cambiamenti climatici e alle ingiustizie sociali. Nonostante si registri nel mondo una rapida crescita nel settore dell’asset management, con asset in fondi ESG in crescita del 53% su base annua a 2,7 trilioni di dollari nel 2021, secondo il report di EY e Oxford Analytica, la credibilità è fortemente minata da vari fenomeni, come ad esempio dal greenwashing: una pratica usata dalle aziende di produzione o finanziarie, che con la crescente attenzione verso il cambiamento climatico e la sensibilità dei risparmiatori/consumatori verso le tematiche green, creano una immagine verde non veritiera per attirare clienti. Ecco alcuni casi.
CHEVRON – uno dei primi esempi di finta sostenibilità risale agli anni 80’, quando la compagnia petrolifera commissionò una serie di annunci televisivi per trasmettere la sua dedizione all’ambiente. In realtà, mentre la campagna “People Do” era in corso, la Chevron stava attivamente violando il Clean Air Act e il Clean Water Act, versando petrolio in aree protette a scapito della fauna selvatica americana.
SAN BENEDETTO – 2009: il brand dell’acqua in bottiglia, per le affermazioni pubblicitarie in merito alla natura “eco-friendly” delle proprie bottiglie è stata multata con 70.000 euro dall’Antitrust in quanto il messaggio non era veritiero.
ENI – lo spot di ENIdiesel+ trasmesso tra il 2016 e il 2019 è stato multato a gennaio 2021 come pratica pubblicitaria ingannevole, dato che il prodotto veniva descritto come carburante biologico, green e rinnovabile, ma dalle analisi effettuate queste affermazioni non risultarono del tutto veritiere.
IKEA – nel 2020 è stata accusata dal gruppo ambientalista britannico Earthsight di essersi rifornita di legname abbattuto in modo illegale proveniente dalla Russia e dall’Ucraina. Secondo il report “Flatpacked Forests: Ikea’s Illegal Timber Problem and the Flawed Green Label Behind It”, gran parte delle imprese forestali statali ucraine avevano infatti abbattuto alberi senza le necessarie valutazioni di impatto ambientale e oltre i confini autorizzati.
COCA COLA – già dai primi anni 2000 la multinazionale era già al centro di controversie legate ai temi della sostenibilità, nel 2021 è stata citata in giudizio dall’Earth Island Institute, un’organizzazione ambientalista senza scopo di lucro, con l’accusa di fare marketing ingannevole. Secondo la denuncia, l’azienda stava ingannando i consumatori presentandosi come sostenibile e rispettosa dell’ambiente, dichiarando tramite le campagne: Every Bottle Back e World Without Waste, che le sue bottiglie di plastica e i tappi fossero progettati per essere riciclabili al 100%, dato non del tutto veritiero. Secondo l’Earth Island Institute, Coca Cola è il principale produttore di rifiuti plastici al mondo (2,9 milioni di tonnellate all’anno) e usa circa 200.000 bottiglie di plastica al minuto, pari a un quinto della produzione mondiale di bottiglie di polietilene tereftalato (PET).
2 - Dall’accordo di Parigi a Sharm El Sheikh
Durante la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite Cop27 nello scorso novembre 2022 a Sharm el-Sheikh si è solo sottolineato la necessità di una transizione pulita e giusta verso l’energia rinnovabile, senza però indicarne il percorso per raggiungere l’obiettivo. Non ci sono stati nemmeno progressi sul linguaggio concordato lo scorso anno sulla riduzione graduale del carbone. Hemantha Withanage, presidente di Friends of the Earth International, ha detto: “La decisione sui mercati del carbonio è preoccupante. I mercati del carbonio forniscono copertura per le continue emissioni da parte di chi inquina, l’accaparramento di terra, foreste e acqua dalle comunità vulnerabili e le violazioni dei diritti delle persone”.
L’unico accordo raggiunto ha riguardato il meccanismo di finanziamento per compensare i paesi vulnerabili per le perdite e danni dovuti ai disastri indotti dal clima. Lo ha annunciato il segretario generale dell’Onu, António Guterres, che non ha nascosto la sua delusione per i limitati risultati raggiunti. La conferenza è stata guidata da due temi principali: giustizia e ambizione.
Giustizia per quelle popolazioni, che pur essendo in prima linea, non sono state artefici delle crisi climatiche. Secondo Guterres: “Accolgo con favore la decisione di istituire un fondo per le perdite e i danni e di renderlo operativo nel prossimo periodo. Chiaramente questo non sarà sufficiente, ma è un segnale politico assolutamente necessario per ricostruire la fiducia infranta. Le voci di coloro che sono in prima linea nella crisi climatica devono essere ascoltate. Il sistema delle Nazioni Unite sosterrà questo sforzo in ogni fase del processo. Giustizia dovrebbe significare anche molte altre cose: mantenere finalmente la promessa a lungo ritardata di 100 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti per il clima per i Paesi in via di sviluppo; chiarezza e una road-map credibile per raddoppiare i finanziamenti; cambiare i modelli di business delle banche multilaterali di sviluppo e delle istituzioni finanziarie internazionali”.
Secondo tema: l’ambizione di mantenere vivo il limite di 1,5 gradi e di allontanare l’umanità dal baratro climatico. Il capo dell’Onu ha avvertito: “Il nostro pianeta è ancora al pronto soccorso. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un problema che questa COP non ha affrontato. Un fondo per le perdite e i danni è essenziale, ma non è una risposta se la crisi climatica spazza via dalla mappa un piccolo Stato insulare o trasforma un intero Paese africano in un deserto. Il mondo ha ancora bisogno di fare un passo da gigante in termini di ambizione climatica. La linea rossa che non dobbiamo oltrepassare è la linea che porta il nostro pianeta oltre il limite della temperatura di 1,5 gradi. Per avere qualche speranza dobbiamo investire nelle energie rinnovabili e porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Dobbiamo evitare una corsa energetica nella quale i Paesi in via di sviluppo arrivino ultimi, come hanno fatto nella corsa ai vaccini contro il Covid-19”.
Dopo il semi-fallimento di Sharm el-Sheikh, il segretario generale dell’Onu non ha lasciato molto spazio all’ottimismo: “La COP27 si conclude con molti compiti e poco tempo. Siamo già a metà strada tra l’Accordo di Parigi sul clima e la scadenza del 2030. Abbiamo bisogno di tutte le mani sul timone per guidare la giustizia e l’ambizione. Questo include anche l’ambizione di porre fine alla guerra suicida contro la natura che sta alimentando la crisi climatica, portando le specie all’estinzione e distruggendo gli ecosistemi. La giustizia e l’ambizione richiedono la voce essenziale della società civile. La fonte di energia più vitale al mondo è il potere delle persone. Ecco perché è così importante comprendere la dimensione dei diritti umani dell’azione climatica. I difensori del clima, guidati dalla voce morale dei giovani, hanno mantenuto l’agenda in movimento nei giorni più bui. Devono essere protetti. A tutti loro dico che condividiamo la vostra frustrazione, ma abbiamo bisogno di voi ora più che mai. Possiamo e dobbiamo vincere questa battaglia per le nostre vite”.
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Lo schema del libro
1 – Considerazioni generali: origini e storia della finanza sostenibile; finanza sostenibile; differenza fra gli investimenti etici e sostenibili; gli investimenti sostenibili e responsabili sono una moda e/o hanno perso credibilità?
2 - Gli attori coinvolti: chi sono i risparmiatori del nuovo millennio? In quali prodotti di Risparmio si può investire? Differenze fra i rendimenti dei prodotti finanziari classici e quelli sostenibili? Aziende fornitrici di prodotti finanziari; operatori di rating sociale; gestori, analisti e banche.
3 – Quadro giuridico della finanza sostenibile: Italia; Europa.
4 – Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile: sviluppo sostenibile; dall’accordo di Parigi a Sharm El Sheikh; economia circolare - Green Deal Europeo - Carta di Bellagio; l’Italia contiene i danni; le ragioni della Crisi.
L’autore del libro, Germano Tengattini, da 33 anni Consulente Finanziario, ha sentito la necessità di scrivere in modo chiaro e sintetico un manuale sugli investimenti ESG (Environmental, Social & Governance) e il “Mondo Grigio” che li circonda, dopo aver letto l’ultimo rapporto della Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane, in cui si evidenzia che il 70% degli intervistati ha dichiarato di essere a conoscenza degli investimenti etici, responsabili e solidali ma che non sarebbe in grado di spiegare esattamente cosa siano.
Per chi volesse approfondire la lettura sono disponibili copie gratuite del testo (fino ad esaurimento scorte), richiedendole al seguente indirizzo:
germano.tengattini@virgilio.it