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Fattorie didattiche per la Fase 2

La proposte di Coldiretti per affrontare il rientro al lavoro degli italiani con i figli a casa: valorizzare le fattorie didattiche 

Tornare a scuola, o meglio, farlo in fattoria: è la proposta lanciata da Coldiretti alle ministre dell'Istruzione, delle Politiche Agricole e delle Pari Opportunità, per rispondere al problema del rientro al lavoro di 4,4 milioni di italiani con i figli a casa per la chiusura delle scuole durante la cosiddetta Fase 2. Come segnalato infatti dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini, sono oltre 3mila le fattori didattiche presenti nelle campagne italiane e che potrebbero accogliere bambini e ragazzi in sicurezza, con attività educative all'aperto.

Aziende agricole autorizzate a fare formazione sul campo per le nuove generazioni - con focus particolare sull'educazione ambientale, sulla conoscenza del mondo rurale e dei suoi ritmi, sulle pratiche di sana alimentazione e sostenibilità - le fattorie didattiche sarebbero infatti secondo Coldiretti il luogo ideale per accogliere piccoli gruppi di bambini nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, igiene e distanziamento previste per la ripartenza graduata delle attività dopo il lockdown della pandemia.

Secondo i dati di Coldiretti, il progetto Educazione alla Campagna Amica ha coinvolto negli ultimi vent'anni circa 10 milioni di bambini (di cui il 70% tra i 4 e gli 11 anni e il 30% più grandi, provenienti dalle scuole medie e superiori). Non solo: alcune di queste realtà offrono anche servizi di agrinido e di centri estivi. Si tratterebbe, secondo Coldiretti, di un patrimonio di esperienze e potenzialità da non sprecare in questo momento cruciale, in cui il Paese ha necessità di forme alternative di sostegno alle famiglie e anche i più piccoli hanno bisogno di vivere una Fase 2 all’aria aperta e in libertà dopo mesi di reclusione tra le mura domestiche. «In un periodo di svolta come quello che stiamo vivendo si afferma sempre più il ruolo strategico dell’agricoltura per l’economia e la società», ha concluso Prandini, sottolineando che «nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona».

 

Maggio 2020

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