Da marzo a settembre raccolte oltre 9000 firme in tutta la Lombardia. Il lavoro di approfondimento e di stesura della legge è partito nel 2017
A Milano, lunedì 2 settembre 2019, al 22° piano del Pirellone, i promotori della proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la promozione e il sostegno dell'Economia Sociale e Solidale (ESS) hanno consegnato ufficialmente agli uffici competenti di Regione Lombardia le 9035 firme raccolte, quasi il doppio del numero di firme richiesto per poter presentare un progetto di legge (vale a dire almeno 5000 firme).
L’iniziativa, che è stata lanciata a marzo 2019, è stata coronata dal successo grazie al lavoro, durato 6 mesi, di oltre 100 volontari e attivisti provenienti dai gruppi di acquisto solidale (GAS), dai Distretti di Economia solidale (DES), ma anche da associazioni, botteghe del commercio equo, Pro loco, banche del tempo e singoli cittadini e cittadine. Inoltre decine e decine di consiglieri comunali, assessori, sindaci e funzionari hanno presenziato ai banchetti nelle piazze e contribuito all'autenticazione delle firme raccolte.
Il coordinamento di questo lavoro è stato gestito in particolare di quattro realtà: Res Lombardia (Rete di Economia Solidale), il Biodistretto per l’agricoltura sociale di Bergamo, la rete bergamasca di Cittadinanza Sostenibile e il Forum del Terzo Settore, rappresentato dall’Unpli Lombardia (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia).
Entusiasti i commenti dei proponenti che hanno lavorato in questi mesi per la raccolta firme. Un percorso che, se si considera anche l'iter preparatorio del testo di legge, risale ben al 2017, con il convegno svolto presso la sede della Provincia di Bergamo dal titolo “Scommettere sul futuro”.
Una scommessa che finora ha portato ottimi frutti, considerando sia la mobilitazione di attivisti e volontari, sia la larghissima adesione della cittadinanza.
«La cosa che più mi ha sorpreso in questi sei mesi di contatti e relazioni - dichiara Patrizio Monticelli, co.presidente RES Lombardia - è stata la voglia di partecipazione: ci hanno cercato ovunque per poter firmare la proposta di legge, dalle città capoluogo ai piccoli paesi, dalla Valtellina al basso Garda, dalle valli bergamasche al varesotto, dal Parco Sud Milano alla Brianza, dal cremonese al pavese. Stimolati dalle tante associazioni territoriali, in primis dai GAS, i cittadini lombardi hanno sconfessato il luogo comune del disimpegno e dell’individualismo. Se l’obiettivo è chiaro e concreto, le persone vogliono esserci e dire la loro.
Qui l’obiettivo è chiaro: vogliamo che anche in Lombardia si riconosca e si sostenga un'economia diversa, basata sulla giustizia sociale e non solo sul profitto, sul riconoscimento della dignità del lavoro, su una agricoltura di qualità e in difesa dell’ambiente, su stili di vita e su consumi più consapevoli».
Claudio Bonfanti, presidente del Biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo, sottolinea come il percorso sia stato «una straordinaria esperienza positiva, in cui ciascuna delle organizzazioni promotrici ha fatto la sua parte e allo stesso tempo ha lavorato in sinergia con altre.
Sono più di 9000 le cittadine e i cittadini lombardi coinvolti e convinti dalla proposta di legge regionale. Ringrazio a nome del Biodistretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo tutte le persone, a partire dai volontari, che hanno reso possibile questo successo. Ciò testimonia che l’economia sociale e solidale “non è un’invenzione, e neanche un gioco di parole”. Continueremo i nostri sforzi fino a raggiungere l’isola che c’è».
Soddisfatta anche Cinzia Terruzzi, copresidente di Res Lombardia e presidente di Mercato e Cittadinanza: «Abbiamo dato corpo a un'iniziativa popolare che sarà un ottimo punto di partenza per ritrovare il senso della "buona vita", in alternativa all'accumulazione senza fine ("sempre più per pochi") e al consumo senza criterio.
Questo può essere uno dei primi strumenti che mette la salute dell'ambiente e delle persone al centro delle scelte economiche in Lombardia, perché vogliamo respirare aria pulita, bere acqua limpida, mangiare cibi senza veleni, vivere in un mondo dove a prevalere siano i sentimenti di solidarietà e inclusione. Buon lavoro alla commissione del Consiglio Regionale che esaminerà la proposta!».
Matteo Rossi - ora membro della Fondazione Istituti Educativi e negli anni scorsi presidente della Provincia di Bergamo che ha dato avvio al processo - sottolinea soprattutto tre aspetti di questa impresa: «Da un lato il numero di firme raccolte dimostra che c'era un'attesa reale verso un'iniziativa come questa, dall'altro la capacità di incrociare sullo stesso obiettivo mondi e realtà diverse è stato un percorso non scontato e sicuramente un arricchimento reciproco.
Tutto questo è sicuramente di buon auspicio all'inizio di un anno durante il quale, dalle giornate dell'"Economia di Francesco" convocate dal Papa ad Assisi fino al forum sociale di Barcellona sulle economie trasformative, i temi dell'economia sociale e solidale possono davvero fare un salto di dimensione e di qualità».