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Cooperativa Areté. Occasioni di riscatto a partire dalla terra

Cooperativa Areté. Occasioni di riscatto a partire dalla terra

La Cooperativa di Torre Boldone (Bg) nasce da un sogno e diviene una realtà affermata a livello nazionale

La storia della Cooperativa Areté è una bella storia di altruismo e speranza: nasce dal sogno di poter offrire a tutti le medesime possibilità con la consapevolezza che ognuno di noi ha una sua storia frutto delle esperienze e degli incontri fatti nella vita. Alla fine degli anni ’80 vi erano ancora parecchi detenuti politici e le scarse possibilità di lavoro “esterno” rendevano ancor più difficoltoso ricominciare.

Oliviero Arzuffi, che ben conosceva la realtà carceraria bergamasca essendo stato uno dei fondatori del Comitato Carcere e Territorio e per avere insegnato nella Casa Circondariale di Bergamo, ebbe l’idea di costituire la Cooperativa Areté.

Con altri otto soci, tra cui il cappellano delle carceri don Vittorio Nozza, elaborò il progetto Areté che, articolandosi su più interventi, aveva come fine unico la rieducazione e l’inserimento lavorativo di persone con difficoltà di adattamento nella vita sociale.

Un progetto così grande aveva bisogno di risorse e collaborazioni: si decise quindi di creare un’azienda agricola per la produzione di verdure con metodi biologici, produzione caratterizzata da ritmi di lavoro naturali che, proprio per il contatto con la terra, rappresentavano di per sé un contesto pedagogico formidabile.

Ovviamente, trattandosi di realtà senza fini di lucro, la buona riuscita dipende principalmente dal supporto della rete tra le varie associazioni che operano per i medesimi obiettivi. L’Istituto delle Suore delle Poverelle (Istituto Palazzolo) concesse in comodato gratuito un primo appezzamento di terreno, con annessa cascina, a Torre Boldone, mentre il contributo di un industriale bergamasco permise l’acquisto della prima serra.

Un primo detenuto fu assunto e iniziò così l’attività produttiva. Gradualmente poi, l’attività si sviluppò e furono assunti altri detenuti, un educatore a tempo pieno e si creò un contesto di volontari che accompagnò la cooperativa nel suo sviluppo.

All’attività di produzione di frutta e verdura biologici si è affiancato negli anni anche il loro commercio all’ingrosso e al dettaglio rivolto al pubblico: lo spaccio al civico 26 di via Imotorre (Torre Boldone, Bg) è aperto dal martedì al venerdì ore 9.30-19.00 e il sabato dalle 9 alle 12.30. Il connubio produzione-commercio ha permesso il decollo.

L’attività commerciale ha avuto negli ultimi anni un notevole sviluppo: la Cooperativa Areté infatti è l’unico grossista lombardo di frutta e verdura biologica. La produzione agricola occupa 13 serre per circa 10 mila mq coperti e altri 4 ettari a cielo aperto, utilizzando macchine e attrezzature moderne ed efficienti.

A breve verrà avviata anche un’attività di produzione e vendita di piantine orticole certificate. Nel corso degli anni la Cooperativa è stata un aiuto per molte persone in difficoltà e ha rappresentato per tutti gli altri un ottimo esempio di come le persone e le possibilità che incontriamo abbiano il potere di cambiare completamente la direzione della nostra vita. Nessuno è cattivo e nessuno è sbagliato, ma nasciamo e cresciamo in contesti diversi e l’impegno di Areté è proprio quello di offrire a tutti una nuova occasione.

Dalla sua fondazione ad oggi sono circa 90 i soggetti in difficoltà psichica e 180 i detenuti che, per periodi diversi, hanno operato presso Areté, tutti assunti regolarmente nel rispetto delle norme contrattuali e previdenziali.

Gli operatori della cooperativa seguono un progetto mirato di intervento che definisce il percorso pedagogico-riabilitativo di cui necessita ogni assistito, fissa gli obiettivi di minima e di massima da raggiungere, quantifica i tempi dell’intervento e prefigura gli sbocchi lavorativi futuri. Il periodo trascorso in Areté si configura sempre come un’esperienza ponte finalizzata al reinserimento sociale e lavorativo, ma nell’ambiente di origine di ognuno.

L’esperienza della cooperativa offre a tutti un’importante lezione su quanto i valori dell’uguaglianza spesso vengano mal interpretati: non siamo tutti uguali ma meritiamo tutti di avere le stesse occasioni, seppur con modalità diverse. Come disse Albert Einstein “Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la vita a credersi stupido”.

Elisa Troiani

Aprile 2016

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