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Contro lo spreco alimentare con la Dispensa Sociale di Brescia

Contro lo spreco alimentare con la Dispensa Sociale di Brescia

Il servizio della Rete Cauto per combattere gli sprechi della GDO e redistribuire le eccedenze. Più di 10 mila le persone aiutate in un anno

In un paese famoso per la cucina e il cibo come l’Italia, l’attenzione alle tematiche alimentari è sempre stata elevata. Il tema della lotta allo spreco alimentare legato alla filiera dell’agri-food è diventato di fondamentale importanza, soprattutto grazie all’economia circolare che ha proprio nel dna la riduzione degli sprechi, il riutilizzo di risorse, la creazione di una rete di lavoro e di servizi e la condivisione di experties. Per rispondere a queste esigenze, la rete Cauto si è attivata già da anni per contrastare gli sprechi nel settore alimentare.

Una storia di lotta agli sprechi

La rete Cauto, il cui nome è acronimo di “Cantiere Autolimitazione”, è operativa a Brescia dal 1995, ma nasce in realtà nel 1991 per far fronte all’emarginazione attraverso il recupero e la distribuzione a scopo sociale di alimenti invenduti o scartati presso l’Ortomercato cittadino. Il nome della cooperativa sociale coniuga l’operosità e la possibilità di generare inclusione sociale attraverso il lavoro, un lavoro fatto però di valorizzazione dell’ambiente e della natura circostante. Prevenzione e riduzione dei rifiuti diventano così possibilità di nuova vita per i beni altrimenti scartati, mentre la gestione delle attività di recupero costituisce un'occasione di riscatto sociale per le persone con gravi fragilità, rifiutate e messe ai margini da logiche di mercato del lavoro competitive ed esclusive.

La Dispensa Sociale di Cauto

L’esperienza ventennale nella riduzione degli sprechi viene sviluppata nel progetto “Scarto bene!”, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, attraverso il Bando 2017 per contributi per il finanziamento di progetti innovativi relativi alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, nel campo della shelf life dei prodotti alimentari e al loro confezionamento.

L'intera filiera del recupero corrisponde a un’area produttiva denominata “Nuovo senso alle cose”, che mira a intercettare materiali scartati e a recuperarli mediante canali differenti di redistribuzione (come donazioni sociali o vendita al dettaglio tramite negozio dell’usato della cooperativa sociale) e che comprende al suo interno anche il servizio di dispensa sociale, con cui si recuperano i beni alimentari scartati dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e dagli ortomercati per distribuirli a scopo sociale. Il servizio riduce i costi di smaltimento per le aziende che donano i beni, previene la produzione di rifiuti e offre una risposta concreta e continuativa al bisogno alimentare di migliaia di persone: con il supporto dell'associazione di volontariato Maremosso e tramite 122 enti beneficiari, Cauto permette oggi a circa 10mila persone su 61 comuni del bresciano di beneficiare di questo servizio e di recuperare oltre 3 milioni di chili di beni alimentari. 

 

Le ricadute della Dispensa Sociale

  • Recupero della frazione organica della GDO, finora smaltita come rifiuto indifferenziato;
  • Riduzione pari all’85% dei rifiuti indifferenziati prodotti da ciascun punto vendita;
  • Riuso di beni alimentari scartati attraverso la redistribuzio- ne a scopo sociale che risponde al bisogno alimentare di persone indigenti;
  • Occupazione e inclusione sociale grazie agli inserimenti la- vorativi e ai percorsi di volontariato protetto in collaborazio- ne con l’associazione Maremosso.
Un po' di numeri...
  • 15% degli alimenti vengono buttati annualmente in Italia
  • 3 milioni di kg di cibo recuperato dalla Dispensa Sociale in un anno
  • 10 mila persone ricevono ogni settimana alimenti recuperati a scopo sociale grazie alla cooperativa sociale Cauto
Marzo 2019

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