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Cohousing: un modo alternativo di abitare

Cohousing: un modo alternativo di abitare

Possibile anche a Brescia? La discussione è avviata

 

Co-housing, ovvero “abitare insieme”, “coabitare”. Si tratta infatti di una modalità residenziale che unisce unità abitative private a spazi e servizi condivisi. Le famiglie o le persone singole coinvolte vivono come in una comunità di vicinato e partecipano attivamente e collettivamente alla progettazione degli spazi e, in seguito, alla loro gestione. Perché questa scelta? Il cohousing agevola la socializzazione e la collaborazione tra le persone che aderiscono al progetto, oltre a portare con sé benefici in termini ambientali e di risparmio energetico. Questa pratica infatti molto spesso ne innesca altre, come la creazione di gruppi d’acquisto solidale, il car sharing, politiche condivise di riduzione degli sprechi etc., volte a limitare l’impatto ambientale della propria comunità.

 

Lo scorso 5 novembre, presso l’Urban Center, in via San Martino della Battaglia a Brescia, si è tenuto un incontro pubblico promosso dall’Associazione la Città Essenziale, patrocinato dal Comune di Brescia, con l’intenzione di dare avvio al discorso su un possibile progetto di cohousing anche nella città di Brescia e di raccogliere persone interessate e risorse. Grazie alla presenza di esperti provenienti da Cohousing Numero Zero di Torino, dalla Fondazione Housing Sociale e dal Politecnico di Milano, sono state illustrate esperienze di cohousing già avviate in altre città italiane, facendone emergere il grande potenziale, innanzitutto nel modo di concepire la casa come spazio che genera relazioni e contrasta l’isolamento sociale.

 

In una città come Brescia, dove i nuclei unipersonali sono numerosi e parte del patrimonio immobiliare pubblico e privato è sottoutilizzato, il cohousing sarebbe di certo una via percorribile. Per questo, in presenza di un pubblico numeroso e interessato, è stato chiesto al Comune di Brescia di considerare il cohousing come forma di investimento privato in progetti di carattere sociale per dare risposte abitative di condivisione di spazi e servizi anche impiegando il patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato. Richiesta che ha suscitato grande interesse e disponibilità nei confronti di un percorso condiviso tra il Comune e i gruppi di cittadini intenzionati ad avviare questa progettazione da parte di Marco Fenaroli, assessore alle politiche per la casa e alla partecipazione dei cittadini e della consulente del settore Urbanistica del Comune, l’architetto Camilla Rossi, entrambi presenti al convegno.

 

Angela Garbelli

Dicembre 2014

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