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Chi dice che il cibo non fa rumore?

Chi dice che il cibo non fa rumore?

Tra i sapori italiani ed europei la ricetta del Pyta Gyros

Specialità greche raccontate in salsa street food

Lo spartano Drammis fa un casino infernale, da quando monta il suo improbabile banco a quando lo ripiega sul suo carro da guerra. La cultura di un paese o di un popolo si misura da cosa si mangia. Nel circuito “Le vie del gusto” spicca prepotente il banco “Pitaghiros” dell’oriundo greco fuggiasco Giuseppe Drammis.

La distanza tra la Terra e la Luna è di 384.000 Km e il novello Socrate delle polpette li percorre tutti in un anno e tutti nel Nord Italia. Da gestore di supermercati ad abile cuoco specializzato in street food nelle piazze dei Comuni, feste pubbliche e private e Maratone del gusto che possono durare anche una settimana. Con la famiglia al seguito e il suo inconfondibile banco azzurro come il mare della Grecia, lo si scorge inevitabilmente soprattutto per i seducenti aromi dei suoi Ghiros (pollo, maiale, agnello), o i suoi succulenti Parakia (costolette di agnello alla brace).

Adiacente al banco ottagonale, vi sono tavoli e sedie sempre perennemente occupati e una lunga fila in attesa delle succulente leccornie, un po’ come agli uffici postali il giorno della pensione. In un’Italia sempre più globalizzata dove non si capisce cosa si mangia, il greco paladino della brace Drammis, come Leonida alle Termopoli con i suoi uomini contro il resto del mondo, armato di forchettoni, braci, tende e bandiere placa gli appetiti con maestria, qualità e un’indomabile simpatia.

Durante le fiere del circuito “Le vie del gusto”, patrocinate da Edoardo Raspelli, non manco mai di cercare con gli occhi e col naso la mia sedia al banco del greco: ogni volta che ci vado chiudo gli occhi e immagino la terra, i rumori, la gente di questo bellissimo e devastato paese che tanto mi fu caro negli studi classici. Forse un po’ stanco dell’errare, il Drammis, lungimirante polpettaro, si ritaglia a Settimo Torinese un angolo greco sempre dal nome “Pitaghiros il vero sapore greco”, un’apoteosi di pura cucina ellenica. Ma per chi adora il cibo di strada, ecco pronti alcuni suggerimenti, per potersi cimentare nell’assaggio consapevole:

“Pita Gyros”, tipico della Grecia, molto simile al Kebab, ripieno di carne di maiale che viene cotta su lunghi spiedi e tagliata a fettine sottili. Prima di tutto si prepara la Pita, il tipico pane rotondo e piatto greco, poi occorre tagliare e arrostire la carne, preparare lo Tzatziki che servirà come condimento (tipica salsa servita come antipasto o contorno, diffuso nei Balcani e composto da yogurt denso e cremoso mescolato a cetrioli finemente tritati e insaporito con erbe aromatiche come aglio, aneto, menta e olio di oliva) e infine tagliare tutte le verdure.

Ed ecco pronto il vostro“Pita Gyros”! Buon appetito, ma ricordate che tante altre specialità sono a disposizione al banco del “greco”, il quale tra uno spiedino e l’altro risponde alle mie domande, con la saggezza di un presocratico greco che mi ricorda che il tempo è denaro e perciò devo sbrigarmi. A Giuseppe Drammis chiedo come mai abbia scelto la cucina greca e cosa gli piace di più quando si trova dietro al banco. Mi risponde sempre come risponderebbe un chirurgo con il bisturi in mano in attesa del paziente, confidandomi che suo nonno greco gli ha passato le tradizioni e la cultura ellenica e che il suo piacer più grande è riuscire a servire tutti e bene, nonno e tradizioni elleniche comprese. Viva la Grecia e chi la propone. Accorrete, gente, accorrete.

Giuseppe Martelli

Marzo 2015

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