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Calendula

Calendula
  • Nome scientifico Calendula officinalis L.
  • Famiglia Asteraceae
  • Origine Europa

Coltivazione

Aprile è il mese ideale per seminare la calendula, pianta erbacea annuale, da tempo conosciuta per le numerose proprietà benefiche con il nome “fiorrancio”: basteranno un vaso, semi e il terriccio giusto per vedere sbocciare una pianta amica del nostro benessere. I semi hanno bisogno di un composto formato da tre parti di terriccio fertile e una di sabbia grossolana.

Poiché i semi sono di piccole dimensioni, può essere utile mescolarli con un poco di terriccio prima della semina, per poi ricoprirli con un sottile strato di terriccio. Dopo la semina, basterà inumidire il terreno con uno spruzzatore - per avere un’umidità uniforme - e ricoprire con un velo di tessuto-non tessuto o altro materiale pacciamante (paglia, foglie) per mantenere una temperatura costante ed evitare che il terriccio si secchi troppo rapidamente. Il vaso andrà collocato in un posto all’ombra, con una temperatura intorno ai 15° C.

Dopo circa due settimane, quando compariranno i primi germogli, sarà possibile togliere il telo pacciamante e spostare il vaso in una posizione più luminosa (ma non al sole diretto). La calendula è presente nella farmacopea tradizionale per numerose applicazioni: il decotto dei fiori e delle foglie viene utilizzato nei casi di influenza, tosse e raffreddore, l’infuso allevia dolori mestruali, febbre, ulcere e irritazioni cutanee; il vino di calendula si può usare per le nevralgie e i risciacqui per il mal di denti. L’infuso o l’olio essenziale passato sulla pelle combatte i punti neri e l’acne, tonifica la pelle, aiuta nel caso di ustioni e bruciature da sole, punture di insetti e cicatrizzazioni in caso di ferite. In cosmesi la calendula viene usata come decongestionante, idratante e ottimo astringente.

Una specie selvatica affine, la Calendula arvensis, viene utilizzata in cucina. I fiori (freschi o secchi) hanno un gradevole sapore amarognolo e vengono utilizzati nella bergamasca per aromatizzare e colorare zuppe, insalate e salse. Le foglie di Calendula arvensis possono essere consumate anche come le comuni insalate; i boccioli possono essere usati come sottaceti e possono sostituire i capperi; i petali essiccati sono usati per aromatizzare l’aceto o vengono trasformati in deliziosi canditi.

 

Aprile 2015

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