feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

BioEnergy: presentate a Cremona le potenzialità della bioeconomia

bioenergy

Al salone delle tecnologie rinnovabili l’occasione di dibattito e confronto sull’economia circolare e l’innovazione sostenibile

Dall’energia alla nutraceutica, dalla sostenibilità ambientale alla salute: per tre giorni il salone delle tecnologie rinnovabili BioEnergy ha trasformato Cremona in un punto di riferimento nazionale per il confronto e l’approfondimento sulla bioeconomia a 360 gradi.

La manifestazione si è aperta con un dato rivelatore dell’importanza dei temi trattati: negli ultimi cinque anni la quantità di elettricità prodotta dalle bioenergie è cresciuta del 98%. Un mercato in esponenziale sviluppo, per il quale è importante determinare la direzione futura, o meglio, il ciclo futuro.

Sulla circular economy si è concentrato l’intero calendario di eventi di questa edizione di BioEnergy, che è stata contenitore di altri due importanti eventi: la Green Chemistry Conference and Exhibition e la Food Waste Management Conference.

Chimica verde e spreco alimentare dunque: due tematiche saldamente connesse con la produzione di bioenergia e con la creazione di un ciclo virtuoso nel quale lo scarto di un settore diviene energia per un altro.

Da scarti a risorse. Il caso della canapa

Un emblematico esempio è costituito dalla canapa, la cui coltivazione è oggetto di recente riscoperta dopo oltre mezzo secolo di abbandono. La neonata associazione Federcanapa ha acceso i riflettori su questa cultivar dall’incredibile versatilità: il suo impiego è possibile nel campo dell’industria tessile, nella bioedilizia, nella farmacopea, nella cosmesi e nella nutraceutica.

Da scarto a risorsa, lungo un percorso trasversale tra diverse filiere: così l’economia circolare diventa virtuosa. In molte occasioni è emerso quanto bioeconomia e innovazione siano un binomio imprescindibile: è proprio sul fronte dell’avanzamento scientifico e tecnologico che si gioca la sfida della sostenibilità e della plurima trasformazione degli scarti in risorse ancora utilizzabili all’interno della stessa o di altre filiere.

Best Practices 2016

Alle innovazioni è stato quindi dedicato un ampio spazio, non solo all’interno delle singole conferenze, ma anche grazie al conferimento dei premi Best Practices 2016. L’azienda Nam (Nano Analysis Materials) di Vigevano si è classificata prima nella categoria Chimica Verde Innovazione, dedicata alle eccellenze nella creazione di bioprodotti.

Il secondo posto è stato assegnato a Edizero, azienda attiva nel campo dell’architettura sostenibile di Guspini e il terzo posto a Domogel, azienda specializzata in prodotti per il settore gelateria con sede a Costa di Mezzate, nella bergamasca.

Nella categoria Biogas, rivolta alle aziende che si sono distinte nel settore delle biomasse, il primo premio è stato assegnato a Caraverde Energia di Caravaggio. Successivamente si sono classificate la foggiana A.R.T.E di Cerignola e, alterzo posto, la bolognese Agrobioenergia di Medicina. Una menzione speciale è stata assegnata a Bio-on di Bologna e a Policarta di Bassano in Teverina nel viterbese, nell’ambito delle biotecnologie applicate alla realizzazione di prodotti completamente naturali.

Quest’ultimo è un campo vasto, vastissimo, al quale BioEnergy ha voluto riconoscere ampio spazio, anche dal punto di vista fisico, grazie all’esposizione di innovazioni con un tratto comune: essere sostenibili.

In esposizione materiali rivoluzionari, come biogomme composte da una matrice siliconica e particelle derivanti da amido o scarti alimentari; spugne magnetiche in poliuretano in grado di limitare i danni in caso di disastri navali o industriali; carta idrorepellente, antibatterica e antimicotica.

Non sono mancate le proposte volte a rendere più sostenibile il quotidiano, aumentando anche la percezione del benessere: è il caso del cuscino per la terapia del caldo e del freddo in cotone, feltro e mela essiccata, oppure della cover per smartphone in legno di cirmolo in grado di limitare gli effetti negativi delle radiazioni dei telefoni cellulari. La materia si rivela così sempre più duttile mano a mano che le tecnologie ci permettono di estrapolarne ogni potenzialità: ogni rifiuto è sempre più una risorsa da non sprecare.

Martina Pugno

Maggio 2016

Articoli Correlati

Esposizione di bastoni da passeggio, abiti e accessori originali dell’800. A Martinengo,...
Agire per una maggiore indipendenza delle nostre vite “dal sistema” si può. Persino...
Dopo Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il CSV lancia la piattaforma faxte...
Dall’autofinanziamento alla conoscenza, dall’incontro alle proposte. Tre tappe per un...