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Alternanza scuola-lavoro: quanto è realmente utile?

Alternanza scuola-lavoro: quanto è realmente utile?

È da oltre un anno che si parla di alternanza scuola-lavoro e i pareri contrari sono numerosi, soprattutto da parte delle aziende che si ritrovano ragazzi inesperti da seguire. Perché quindi sprecare tempo e fatica a organizzarla?

Dal settembre 2015, con la riforma di Renzi, è diventata obbligatoria l'alternanza scuola-lavoro. Ci chiediamo se questa decisione possa essere effettivamente utile agli studenti.

In Italia purtroppo, a differenza degli altri Paesi i ragazzi entrano in contatto con il mondo lavorativo solo dopo il diploma o addirittura dopo la laurea a causa dei tirocini universitari presenti, per la maggior parte solo nei corsi magistrali. Ma come si fa a scegliere la propria carriera senza mai averne avuto esperienza?

Come afferma il presidente pro tempore del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati di Bergamo, Massimo Locatelli,nel mondo del lavoro ciò che conta maggiormente è l’esperienza acquisita. Ma se non si ha esperienza è difficile effettuare la giusta scelta.

Quando un giovane neolaureato entra nel mondo lavorativo ne è completamente estraneo. Ci vorrà quindi più tempo per comprendere i meccanismi e iniziare a lavorare adeguatamente. Per esempio: finché si è a scuola gli errori o le dimenticanze vengono tollerate, quando invece si inizia a contare sulle proprie conoscenze e abilità, percependo uno stipendio, gli errori assumono un peso diverso.

Una soluzione può essere l’alternanza scuola-lavoro, già molto comune negli istituti professionali e tecnici, ma una novità per i licei di cui le terze, da quest’anno scolastico, dovranno presentarne minimo 200 ore all’esame di stato.

Quest’attività può sembrare poco utile perché, effettivamente, l’esperienza che si fa all’interno dell’ente ospitante è breve e purtroppo capita che i ragazzi vengano ignorati dal proprio supervisore.

Io in primis ho avuto un’esperienza del genere: tutta la mia classe al completo ha partecipato al medesimo progetto in cui siamo stati accompagnati in azienda mentre ascoltavamo gli elogi del nostro tutor che in seguito, durante l’esposizione della nostra elaborazione, ci ha totalmente ignorati.

Di utile, ovviamente, non c’è stato nulla. Se fatta bene però, se ne concretizza l’utilità: si entra in una nuova realtà dove bisogna svolgere compiti precisi, attenersi a orari e regole e inoltre si fa esperienza, cosa fondamentale.

Si può quindi concludere affermando che se l’alternanza scuola-lavoro è presa sul serio sia dalle scuole che dagli enti ospitanti, allo studente può solo che giovare, rendendolo più sicuro nelle proprie scelte per il futuro.

Erica Espinosa

ISIS “G. Natta”

Maggio 2016

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