Con una dozzina di alpaca, è l’allevamento più grande della Bergamasca
L’idea di Giacomo Mignani e Andrea Giorgi ora è una realtà feconda
Un modo per legarsi al territorio che è diventato una passione: si tratta di Alpacasnigo, un allevamento di alpaca che, come dice il nome stesso, si trova a Casnigo. A crearlo due amici, Giacomo Mignani, all’epoca giardiniere, e Andrea Giorgi, muratore, 34enni: “L’idea è nata per caso - racconta Giacomo -: da parte mia c’era il bisogno di radicarsi di più in paese. Un giorno in tv ho visto un servizio riguardante uno dei più grandi allevatori di alpaca in Italia. Ho sognato questi animali, cominciando a cercare su internet informazioni al riguardo, parlandone con Andrea”. “All’inizio pensavo fosse un’idea folle - aggiunge Andrea - ma il nome alpaca mi era rimasto in testa, così anche io ho cominciato a informarmi. Ho da sempre passione per gli animali”.
I due amici visitano di persona otto allevamenti per capire come poter far partire al meglio il tutto. Dopo un anno e mezzo di preparativi, nell’ottobre 2017 Alpacasnigo nasce ufficialmente, su un terreno, “collage” di vari appezzamenti di privati e Comune di circa mezzo ettaro. Costruiscono il recinto e due capanne per gli animali e il fieno e i primi alpaca, comprati in un allevamento in Valle D’Aosta ai piedi del Monte Rosa, mettono piede a Casnigo: si tratta di Cristal, Tierra ed Heidi, tre femmine di cui due gravide e una cucciola di tre mesi. Nella primavera del 2018 arrivano anche uno stallone, Edmundo e un’altra femmina gravida: “Il tutto per cercare di essere indipendenti dal punto di vista della monta e delle nascite. Ora abbiamo una dozzina di alpaca e altri tre nasceranno quest’anno”. L’allevamento richiede un impegno costante, nonostante l’alpaca sia un animale “lento”: “La gestazione dura undici mesi e mezzo, e dopo 15 giorni dal parto la femmina può essere ingravidata di nuovo - spiegano -. Ritagliamo il tempo da dedicare a loro durante la giornata, le festività non esistono più, anche se essendo in due, in caso di necessità, ci alterniamo. Il sabato è il giorno dedicato completamente a loro: dalla pulizia, all’eventuale sistemazione del recinto, alla sistemazione dei pascoli e dei boschi confinanti, ai vari preparativi”. E sottolineano: “È una passione: finché è un lavoro, devi farlo, quando è una passione, lo vuoi fare”.
Una fibra preziosa usata dagli imperatori Inca
Gli alpaca sono allevati nel modo più naturale possibile, nutrendosi del fieno e dell’erba coltivati sul terreno: la qualità del fieno influisce infatti anche sul tipo di fibra (erroneamente chiamata lana) che producono, una fibra morbida, anallergica e soprattutto “colorata” naturalmente: a differenza della lana di pecora, presenta oltre venti tonalità naturali, dal bianco, ai grigi, ai marroni, ai fulvi e ai neri. La tosatura avviene una volta all’anno, in primavera: la prima tosatura gli Alpacasnigo l’hanno effettuata a maggio 2018, appoggiandosi a Mark Demetz, uno dei primi allevatori di alpaca in Italia, della Val Gardena e a una ditta vicentina che si è occupata della pulizia, cardatura e filatura, raccogliendo sui 20 kg di fibra. I gomitoli sono poi venduti singolarmente o utilizzati per realizzare i primi lavori a maglia; si utilizza la fibra di seconda scelta per imbottire delle trapunte. “Abbiamo fatto un corso a Milano sulla tessitura a telaio a pettine liccio (un tipo di tessitura artigianale, ndr) e dei corsi base di veterinaria, per capire quando l’animale ha dei problemi. “Conta molto l’esperienza, l’osservarli e studiarne l’atteggiamento, per capire se qualcosa non va, ma soprattutto la presenza della veterinaria Mara Bagardi, che con la sua professionalità è un punto di riferimento”. L’allevamento ha suscitato diverso interesse: non solo bambini, ma anche adulti, e visitatori di ogni tipo, anche dalla bassa bergamasca. I ragazzi organizzavano (prima del lockdown e relative restrizioni) delle visite guidate a piccole comitive: sono venute anche scuole ed asili. “Siamo contenti e soddisfatti di questa scelta: siamo nati da zero e ci siamo fatti le ossa da soli”. Il prossimo obiettivo? “Alzare il livello qualitativo della fibra, comprando sempre più animali con una genetica migliore, per implementare le linee di sangue del nostro allevamento”.
Giada Frana