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Fabiola Gianotti

Fabiola Gianotti

Étoile del…CERN

Da piccola voleva diventare una ballerina, “ma non una qualunque... una étoile del Bolshoi”. Crescendo quel sogno è cambiato e oggi, all’età di 56 anni, è sì una stella.

Solo che il tempio dove lei va in scena non è quello della danza, ma della fisica. Fabiola Gianotti, romana, figlia di un geologo piemontese e di una letterata siciliana, da gennaio 2016 è alla guida (e vi resterà fino al 2020) del CERN, il Conseil européen pour la recherche nucléaire, di Ginevra, prima donna in assoluto al vertice del più grande laboratorio di fisica del mondo e terzo scienziato italiano dopo Carlo Rubbia e Luciano Maiani.

Anche se una come lei è abituata (e ci ha abituato) ai record. Nel 2012 era alla guida di uno dei due esperimenti che portarono alla scoperta del Bosone di Higgs, una scoperta che è valsa ai colleghi il premio Nobel.

«Il Cern di Ginevra è un mix di alta tecnologia, eleganza e stile, un po’ come la Ferrari», disse qualche settimana prima del suo insediamento. Aggettivi che potrebbero valere anche per la sua persona, nel 2012 inclusa da Forbes fra le 5 personalità dell’anno - in buona compagnia dato che al primo posto c’era Barack Obama -. Negli anni alle doti di eleganza - retaggio della passione per la danza classica praticata fino a 17 anni - e di curiosità - «Uno scienziato deve porsi di fronte alla Natura senza idee preconcette. E la sorpresa, scoprire qualcosa di veramente inatteso e non previsto, è la più bella ricompensa per chi fa ricerca» - si sono aggiunte sicurezza, determinazione e carisma: già ai tempi dell’esperimento Atlas ha guidato per quattro anni tremila fisici, provenienti da 177 università di 38 Paesi.

La figura di Fabiola Gianotti può certo ispirare giovani donne a tentare una carriera scientifica, ma non solo.

«Personalmente non penso di avere subìto discriminazioni - ha detto in un’intervista -. Non credo ci siano pregiudizi intellettuali. Però le donne dovrebbero essere messe in grado di conciliare il lavoro e la famiglia».

Un appello che dovrebbe valere per tutte le donne, che siano esse impegnate al CERN, al Bolshoi o in qualsiasi altra attività abbiano scelto per realizzarsi.

Michela Offredi

Marzo 2017

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