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Quando l’arte mette al centro il mondo femminile

Ettore Tito, Con la rosa tra le labbra. Collezione privata.

Fino al 7 giugno a palazzo Martinengo, a Brescia, la mostra «Le donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini»

Dame eleganti e dee, madri affettuose ed eroine mitologiche, seducenti amanti e instancabili popolane: fino al 7 giugno palazzo Martinengo a Brescia ospita «Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini».

Un viaggio lungo quattro secoli, dal Rinascimento alla Belle Époque, che testimonia come l’arte anticipi la società. E da sempre abbia posto la donna al centro di attenzioni, sguardi, colori ed emozioni. Esposti oltre 90 capolavori di artisti come Raffaello, Tiziano, Caravaggio e Tiepolo, Zandomeneghi, De Nittis, Boldini e Klimt che hanno rappresentato la personalità, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell'animo femminile, focalizzandosi (anche) sulla moda, le acconciature e gli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.

Tra le tele, spicca una «Maddalena penitente», vagamente lasciva e dipinta con pennellate frante da Tiziano. Mai esposta in Italia, l’opera è concessa da una collezionista tedesca e autografata dall’artista.

Ma la Maddalena non è l’unica figura religiosa presente. Traendo ispirazione da testi sacri e libri agiografici, i pittori hanno realizzato opere con note sante della cristianità, spesso affiancate dai loro attributi iconografici.

Qualche esempio? Caterina è con una ruota dentata, Cecilia ha gli strumenti musicali.

E poi ci sono le eroine bibliche come Giuditta, Salomè, Dalila, Susanna e Betsabea, le cui tormentate vicende personali sono narrate nell'Antico Testamento. Anche la letteratura classica e la mitologia hanno offerto infiniti spunti di riflessione: ci sono le storie che riguardano le divinità (Diana, Venere, Minerva, Giunone), quelle delle figure mitologiche (Leda, Europa, Onfale, Circe, Dafne) e ancora quelle di illustri donne del mondo antico che, con coraggio e drammatica determinazione, hanno preferito la morte al disonore.

Si pensi alla regina d'Egitto Cleopatra (che decise di togliersi la vita dopo il suicidio dell'amato Antonio, per non consegnarsi viva nelle mani dell'acerrimo nemico Ottaviano), a Lucrezia (che si trafisse il petto con il pugnale dopo essere stata avvilita e violentata da Sesto Tarquino) e a Sofonisba (che bevve il veleno inviatogli dal marito Messinissa per non vivere un'esistenza mortificata come schiava dei Romani). Nell'ambito della pittura dell’Ottocento, invece, la donna, è stata colta nella sua dimensione quotidiana: alle prese con la vita, le attività lavorative, ma anche la dimensione più intima. È una madre affettuosa che accudisce i figli, ma anche musa ispiratrice raffigurata in atteggiamenti maliziosi. Lungo il percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni tematiche, (Sante ed eroine bibliche, Mitologia in rosa, Ritratti di donne, Natura morta al femminile, Maternità, Lavoro, Vita quotidiana, Nudo e sensualità), si riflette anche sulla contemporaneità.

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Marcegaglia Onlus, è possibile approfondire alcune tematiche come le disparità tra uomini e donne, il lavoro femminile, le violenze domestiche, l'emarginazione sociale e le nuove povertà.

Ancora una volta, quindi, si parte dall’arte per mettere al centro la donna. E disegnarle attorno lo spazio e il dibattito che, da sempre, merita.

Michela Offredi

La donna che fotografò Gandhi

Palazzo Reale rende omaggio a Margaret Bourke-White, una donna che ha raccontato mezzo secolo di storia

 

Un’importante fotografa e una grande donna, il cui motto era «Rifiuta il percorso facile. Fallo nel modo più difficile». Un obiettivo e una vita che sono andati a immortalare eventi e temi simboli dell'era moderna: sconfitte, grandiosità, povertà, umanità, atmosfere. Dal 18 marzo al 28 giugno, Palazzo Reale, a Milano, celebra Margaret Bourke-White (New York, 1904 - Stamford, 1971) attraverso una selezione inedita delle immagini più iconiche realizzate nella sua carriera. Il titolo dell’esposizione è «Prima, donna. Margaret Bourke-White».

Tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo, Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia, anche passando per tematiche non propriamente femminili, come il mondo dell’industria e i grandi conflitti mondiali. Per scattare saliva sui cornicioni dei grattacieli più alti, sorvolava le città, si spingeva nelle zone più pericolose degli stabilimenti. È stata la prima donna accreditata dall’esercito americano sulla linea del fronte.

Sua è la prima, storica, copertina di «Life»: una fotografia dell’imponente diga di Fort Peck nel Montana, a simboleggiare il New Deal roosveltiano. Sue sono alcune delle immagini più significative del nostro tempo: il ritratto di Gandhi vicino all’arcolaio (fu una dei due fotoreporter ammessi ai funerali, il secondo era Henri Cartier-Bresson), lo scatto di Stalin sorridente e bonario, le visioni dell'America dall’alto, i deportati di Buchenwald, i minatori del Sudafrica. L’esposizione milanese presenta al pubblico oltre cento scatti, provenienti dall’archivio «Life» di New York e divisi in dieci gruppi tematici che, in una visione cronologica, mostrano la sua capacità visionaria e insieme narrativa, in grado di comporre “storie” fotografiche dense e folgoranti.

A ogni gruppo di immagini sono associati documenti personali (ritratti, lettere, libri e reperti video) in modo da far scorrere, in parallelo, la carriera e la storia privata. L’esposizione è accompagnata da un catalogo, edito da Contrasto ed Electa, e da un «public program» che ha come protagoniste donne del mondo della fotografia, del cinema, dello sport e dell’impresa. 

 

Tina Modotti, fra Frida Kahlo e Edward Weston, al Mudec

A Milano, dal 7 maggio al 6 settembre, uno spirito libero che ha attraversato la miseria e la fama, l’arte e l’impegno sociale

È di qualche tempo fa la notizia che Monica Bellucci le darà voce e volto in una mini-serie diretta da Edoardo De Angelis. E già questo basterebbe ad anticipare la personalità e la presenza fisica di Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 - Città del Messico, 5 gennaio 1942), donna bellissima, artista sublime e impegnata, una fotografa che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia contemporanea.

Nel 1913 emigrò in America dove recitò in diverse pellicole mute. Una vita da romanzo, la sua: divenne famosa negli anni '30 in Messico e in Europa grazie alle fotografie e allo spirito rivoluzionario. Non tornò più nella terra natale a causa delle sue attività antifasciste e di una morte prematura avvenuta ad appena 46 anni.

La mostra «Donne, Messico e libertà», al Mudec di Milano dal 7 maggio al 6 settembre, rende omaggio a colei che fu amante del grande Edward Weston, vicina a Frida Kahlo e Diego Rivera, Pablo Neruda e Pablo Picasso. L’esposizione presenta materiali eccezionali: stampe originali ai sali d'argento degli anni Settanta (realizzate a partire dai negativi di Tina Modotti resi disponibili dal compagno Vittorio Vidali), lettere, documenti della sorella e filmati d’epoca. 

 
L’artista che si era candidata alla presidenza di Cuba

Dal 7 aprile al 7 giugno al PAC di Milano, Omaggio a Tania Bruguera, artista e attivista cubana nota in tutto il mondo

Sempre a Milano, dal 7 aprile al 7 giugno e al Padiglione d’Arte Contemporanea, si terrà la prima mostra personale in Italia di Tania Bruguera (La Havana, 1968), una delle artiste più influenti sulla scena artistica globale. Negli ultimi vent'anni ha partecipato alle più grandi manifestazioni internazionali, con opere che hanno messo in discussione la natura delle strutture di potere, i comportamenti e i valori degli esseri umani.

Da sempre sostenitrice del ruolo dell’arte come agente di cambiamento del mondo, ha utilizzato ogni invito pubblico per avviare un dibattito politico sulle limitazioni alla libertà personale. Particolarmente impegnata nel denunciare le condizioni politiche, economiche e sociali in cui vive il popolo cubano, è osteggiata dal governo che ha apertamente sfidato nel 2018, candidandosi in maniera provocatoria alla presidenza. Dopo gli importanti progetti da lei realizzati nel 2018 al MoMA di New York e alla Tate di Londra, al PAC porterà una selezione delle sue azioni più significative, un nuovo lavoro pensato per lo spazio milanese e una nuova performance, che la vedrà protagonista in occasione di Miart e Art Week. 

 

 

Marzo 2020

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