Nella sua veste autunnale, la XXII edizione della fiera del tessile sostenibile torna al BoPo di Ponteranica
Bancarelle di produttori, produttrici e hobbiste, incontri formativi e laboratori per tutti sono le fondamenta della fiera che due volte l’anno, in primavera e in autunno, accoglie curiosi e esperti della sostenibilità tessile. L’edizione autunnale della fiera mercato si è svolta domenica 30 novembre con il patrocinio del comune di Ponteranica, nell'accogliente clima del Bopo, locale messo a disposizione dalla coop. Alchimia, che ha fornito anche l'appetitoso pranzo. Ad aprire le danze è stato il consueto appuntamento formativo pre-fiera che in questa occasione toccava temi legati alle conseguenze di un sistema tessile globale sregolato e insostenibile: la serata è stata intitolata “Montagne di rifiuti tessili: la crisi degli scarti, scenari e soluzioni”.
Quando un dono diventa rifiuto
Il 21 novembre presso il Centro Vivace di Ponteranica, in compagnia del docente di sostenibilità nella moda Alberto Saccavini e di Ammar Shawesh, direttore di Triciclo Bergamo (Coop. Ruah), sono stati affrontati temi legati all’attuale crisi degli scarti tessili. La serata molto partecipata, organizzata dal DessBg (Distretto di Economia Sociale Soldiale Bergamasco) è culminata in un momento di scambio tra i relatori e il pubblico, che sull’onda delle riflessioni si è chiesto quali possano essere le soluzioni per una simile situazione: se da un lato le scelte individuali contribuiscono a contenere questa crisi, all’insegna del consumo critico, come la scelta di filati sostenibili e di riciclo, riutilizzo e ”upcycling”, dall’altro è necessario un forte intervento a livello di politiche che dovrebbero riconoscere e valutare l’enorme sovraccarico ambientale, sociale ed economico causato dalle aziende di moda, in particolare della fast e ultra fast fashion, e invece agevolare le realtà, come quelle presenti alla fiera, che producono tessile secondo criteri di sostenibilità.
Uno dei temi affrontati è stato quello dei “cassonetti gialli”, che nell’ultimo anno abbiamo visto rimossi o chiusi temporaneamente: questo sistema innovativo di raccolta di donazioni in realtà nasconde costi e oneri amministrativi per le realtà come Triciclo Bergamo che le gestiscono e che devono smaltire correttamente tutto ciò che viene raccolto ma non può essere recuperato. Il direttore del Triciclo stima che solo circa il 10% di ciò che viene recuperato può essere effettivamente selezionato come tessile da riutilizzare, mentre il restante, tra capi in pessime condizioni o vera e propria spazzatura, deve essere smaltito secondo le normative vigenti.
Rimettere in circolo con lo swap
Innanzitutto, è importante chiedersi se un capo d’abbigliamento o articolo tessile sia per noi davvero giunto alla fine del suo ciclo di vita: si può aggiustare, dargli nuovo valore o destinarlo ad altro uso? Ad esempio, alla fiera del tessile è sempre presente l’angolo della “Riparoteca” che garantisce la possibilità di far aggiustare o rammendare i propri capi grazie alle mani di alcune esperte, per allungare la loro vita utile. Successivamente, si può considerare di donare i propri vestiti ad amici, parenti o persone sconosciute: questo è il principio degli “swap party”, momenti organizzati in cui ci si possono scambiare abiti usati. Come nell’edizione primaverile di “Per Filo e per Sogno”, i momenti di scambio della fiera sono stati un successo: durante la giornata Triciclo e Collettivo Mendà hanno allestito e gestito lo swap per tutti, mentre nel pomeriggio l’Impresa Sociale Generazioni FA ha organizzato uno Swap Party Solidale dedicato ai capi di abbigliamento per la fascia 0-10 anni.
Laboratori manuali per favorire la creatività
Nella ricca domenica di esposizione si sono alternati numerosi laboratori creativi, come “Abbraccio condiviso”, esperienza di tessitura a telaio a mano a cura di Marianna Agnelli, “Brandamaglia” a cura di Rosanna Mazzocchi per la realizzazione a mano di scaldacollo e “Angolo dello sferruzzo”, che in collaborazione con “Sheep Italia” ha permesso la raccolta di quadratini realizzati a maglia o all’uncinetto, che servono a confezionare coperte per le persone senza dimora. Sono state cucite ben dodici coperte. Infine, di successo anche la raccolta di testi scritti da donne per il fondo librario de “La Città delle Mille”, perché “sono in particolare le donne, largamente impiegate come manodopera, a subire violazioni che vanno dalla violenza e molestie sul luogo di lavoro alla discriminazione salariale di genere.”
La fiera “Per Filo e per Sogno” è un’occasione per diffondere maggiore consapevolezza sulla complessa filiera del tessile e per consentire ai produttori che rispettano criteri di sostenibilità e qualità di mettere in risalto i propri prodotti o servizi: l’obiettivo della fiera è favorire consapevolezza sui temi dei materiali ecologici, delle filiere rispettose dell’ambiente e delle persone, creando nuove relazioni dirette tra produttori e consumatori e consentendo di fare acquisti consapevoli ai partecipanti, ma anche connessioni tra i diversi portatori d’interesse sul territorio che possono supportare questa iniziativa a favore di un sistema sempre più circolare.
Giuliana Pinna



































