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ZeroAmianto

ZeroAmianto

Un blog per aggiornarsi, dialogare e sconfiggere la paura della fibra killer

Intorno agli anni ’60 l’amianto è stato riconosciuto fibra killer, dagli effetti dannosi per la salute umana e responsabile di 3.000 morti ogni anno per infezioni e malattie. Tra queste il mesotelioma pleurico: un tumore maligno ai polmoni che in Italia causa ancora oggi in media 1.500 vittime all’anno. L’amianto è riconosciuto come pericolo latente che agisce di nascosto e a sorpresa.

ZeroAmianto (www.zeroamianto.it) nasce con la volontà di aggiornare e aggiornarsi sul pericolo amianto attraverso un blog aperto a commenti e parole di chi vuole raccontare la propria esperienza o per segnalare gli interventi di bonifica ancora in attesa di essere effettuati. Vengono pubblicati articoli che riprendono la cronaca e ne sono portavoce: ZeroAmianto sta diventando sempre più un punto di riferimento anche per le aziende occupate in smaltimento e bonifica di siti contaminati in tutta Italia, per un futuro più sicuro.

Sul blog si parla delle iniziative delle amministrazioni comunali e degli enti pubblici per la tutela e il rispetto del diritto alla vita dei cittadini, sottolineando la necessità di collaborazione tra istituzioni, sanità e informazione, per dare speranza e agire, sempre più attivamente, per la tutela dei cittadini. È possibile trovare soluzioni di intervento perché l’amianto si trova ancora oggi nelle coperture degli edifici, nei tetti di strutture civili e persino nelle tubature dell’acqua. Il vero problema è scovarlo, rimuoverlo e soprattutto smaltirlo: sono infatti ancora 32 milioni le tonnellate di amianto da eliminare da circa 35.521 siti italiani.

Amianto ieri e oggi

L’amianto è un minerale naturale di aspetto fibroso; un silicato ottenuto da attività estrattiva, chiamato anche Asbesto “che non si spegne mai”. Ha una buona resistenza termica e al fuoco ed è anche un ottimo isolante elettrico, facile da lavorare per l’origine fibrosa, resistente agli acidi, alla trazione e mescolabile al cemento. I bassi costi di produzione e il facile utilizzo lo hanno reso un materiale versatile, disponibile e adatto alla fabbricazione di prodotti industriali in tutto il mondo. Proprio per le sue caratteristiche, nel nostro Paese l’amianto è stato molto utilizzato tra il 1959 e il 1975, riconosciuto come valido aiuto nell’edilizia, nell’industria tessile e dei trasporti, nel settore chimico e alimentare. Tracce di amianto sono state utilizzate anche nella produzione di scenografie di film, nella sabbia artificiale dei giochi per bambini, nelle solette da scarpe e in alcuni prodotti farmaceutici. La stima italiana di utilizzo dell’amianto contava più di 3.000 tipologie di prodotti commerciali. Riconosciuto il pericolo di dispersione di polveri nell’ambiente, per la friabilità dovuta a progressivo invecchiamento, l’Italia ha iniziato a limitarne l’uso nei luoghi di lavoro, chiudendo fabbriche e purtroppo scaricando rifiuti in discariche abusive. Il rischio di asbestosi, una malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di asbesto, per operai e dipendenti di aziende coinvolte nella produzione di materiali contenenti amianto, ha generato tra il 1980 e il 1988 cinque direttive con indicazioni per dismetterne l’utilizzo nei maggiori settori produttivi.

Tra il 1986 e il 1991 il problema amianto killer è stato affrontato in maniera articolata e completa, grazie alla diffusione di circolari orientate sempre più all’eliminazione. Nel 1992 ne è stato reso ufficiale il divieto di produzione, lavorazione e commercializzazione.

Alice Rota

Marzo 2015

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