Turismo green per scoprire la biodiversità. In crescita il turismo ambientale: potenzialità e valore del viaggiare sostenibile e a contatto con la natura
Approfittare delle vacanze per esplorare parchi, aree protette e riserve naturali, ma anche per scoprire l'immenso patrimonio botanico e naturalistico di cui sono custodi, recuperare antiche tradizioni connesse con il mondo naturale e valorizzare le radici intime che legano l'essere umano alla terra: quello delle vacanze ambientali è un trend in crescita, che porta un numero crescente di persone ad abbandonare le tradizionali rotte vacanziere a favore di destinazioni – vicine o lontane – alternative, meno scontate e maggiormente votate alla tutela della biodiversità. Complice anche la crescente attenzione di Stati, regioni ed enti locali alla conservazione del territorio e a una positiva interazione tra natura e turismo, i viaggi a misura di natura piacciono. E, soprattutto, fanno bene. A tutti.
Una buona prassi sostenuta a livello mondiale
Lo sviluppo di un approccio turistico più sensibile al patrimonio naturale è da qualche tempo in cima all'agenda dei governi in materia di ambiente e territorio. Non solo perché apporta benefici diretti e immediati alle aree di azione - con ricadute positive su tutti i servizi connessi - ma anche e soprattutto perché permette di tutelare e valorizzare zone spesso fragili, con ecosistemi in bilico e costantemente minacciati da inquinamento, deforestazione ed eccessivo inurbamento. Non è un caso quindi che l'ONU abbia dedicato il 2017 a questa tematica: l'anno internazionale del turismo sostenibile è stato istituito proprio per sostenere un cambiamento nelle pratiche di viaggio, di fruizione dei luoghi e di turismo, consci dell'importante ruolo che esso può avere all'interno delle economie locali e nella valorizzazione del capitale naturale. I 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile del pianeta stilati all'interno dell'agenda ONU 2015-2030 – che comprendono la lotta alla povertà e alle diseguaglianze, l'utilizzo di un'energia pulita, lo sviluppo di città e società sostenibili, la protezione della Terra e la tutela della vita – vedono nel turismo sostenibile e green un preziosissimo alleato, perché permette di capitalizzare un immenso potenziale in termini di prosperità economica e conservazione culturale e ambientale.
L'impatto economico
Lo studio di Cambridge
Ma quanto vale il turismo ambientale in termini economici? L'università di Cambridge ha provato per la prima volta a rispondere nel 2015, sviluppando un'analisi che misurasse su scala globale l'impatto economico del turismo ambientale. Lo studio, pubblicato nel febbraio 2015 sul giornale PLOS Biology, è stato il primo tentativo di fare una valutazione numerica su un fenomeno – quello dei viaggi rivolti alle aree protette, alle riserve naturali e ai parchi nazionali – che non era mai stato misurato nel suo insieme, e il cui peso nell'economia turistica è diventato invece sempre più consistente.
Lo studio ha analizzato il numero di visitatori di 550 parchi e aree naturali in giro per il mondo, per poi applicare un modello matematico che potesse prevedere i tassi di visite su altre 140mila aree protette basandosi su dati quali le dimensioni e la collocazione geografica. Ebbene, il risultato è stato chiaro: parchi nazionali e aree naturali hanno all'incirca 8 miliardi di visitatori l'anno, più dell'intera popolazione mondiale. Secondo gli autori dello studio, il valore potenzialmente generato da questo tipo di turismo si attesta attorno ai 600 miliardi di dollari (circa 552 miliardi di euro), nonostante la cifra spesa per il loro mantenimento sia decisamente più bassa (circa 10 miliardi di dollari all'anno). Insomma, cifre da capogiro che probabilmente – vista l'attenzione crescente al tema – sono aumentate nel frattempo. È evidente il potenziale di queste aree: oltre ai benefici climatici, biologici e ambientali, si aggiungono anche quelli economici e lavorativi. Per non parlare poi dell'azione di molti parchi naturali contro bracconaggio, caccia di frodo e traffici illegali di specie animali e vegetali.
La top ten dei parchi naturali più frequentati nel mondo
A guidare la top ten delle aree naturali più visitate al mondo sono i parchi americani e inglesi, prima tra tutti la Golden Gate National Recreation Area, che attirerebbe più di 13milioni di visitatori l'anno, seguita dal Lake District National Park e dal Peak District National Park (Gran Bretagna, con più di dieci milioni di visitatori).Seguono la Lake Mead National Recreation Area (USA), il North York Moors National Park (UK), la Delaware Water Gap National Recreation Area (USA), il Dartmoor National Park e il New Forest National Park (entrambi in Gran Bretagna). Chiudono la top ten mondiale il Grand Canyon National Park e il Capo Code National Seashore, negli Stati Uniti.
Parchi nazionali italiani, un patrimonio inestimabile
La varietà climatica e paesaggistica del nostro Paese ci ha regalato anche un'incredibile ricchezza naturale che, sebbene con ritmi apparentemente più lenti rispetto ai trend mondiali, attira un numero crescente di visitatori e interessati. Meno esotici forse del Grand Canyon o della celebre riserva Masaai Mara del Kenya, ma non per questo meno ricchi dal punto di vista della biodiversità, i parchi italiani piacciono, e tanto. Secondo lo studio “Natura e Cultura. Le aree protette, luoghi di turismo sostenibile” promosso nel 2017 dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la domanda di natura e di esperienze a essa legata registra in Italia un andamento molto positivo: sono infatti circa 30,5 milioni le presenze legate al turismo naturalistico (fonte: Osservatorio Nazionale delle Filiere del Turismo, dati Unioncamere-Sicamera, febbraio 2015), che generano un potenziale di grande crescita per i 24 parchi nazionali e i più di cento parchi regionali presenti sul nostro territorio.Tra i parchi nazionali più frequentati in Italia, abbiamo quello del Cilento e Vallo di Diano e quello dello Stelvio, seguiti dal parco del Gargano, dell'arcipelago toscano e del Circeo.
Lombardia, inaspettata terra di parchi, natura
e biodiversità
Nonostante la nomea di regione più votata alla produzione industriale che alla natura, anche la Lombardia fin dagli anni Ottanta si è mossa per mettere in atto politiche di conservazione e tutela del vasto patrimonio naturalistico dei suoi territori. La legge regionale 83/86 ha permesso di creare una fitta rete di parchi, che vanno dalle aree fluviali a quelle a vocazione agricola, dalle cinture verdi metropolitane ai selvaggi parchi montani, che permettono a viaggiatori e visitatori di assaporare il lato meno noto della nostra regione, immergendosi nella varietà degli ambienti naturali, da quelli più selvaggi e incontaminati a quelli maggiormente modificati dalla presenza umana.
Erica Balduzzi