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Una questione di responsabilità

Una questione di responsabilità

L’economia solidale raccontata da chi la fa. La lotta allo spreco alimentare

«Non dobbiamo mai smettere di confrontarci sulla parola solidarietà. È una questione di scelte quotidiane, che vanno fatte senza temere di essere troppo piccoli per contare qualcosa, ricordando che è attraverso quello che si fa che si definisce chi si è».

È con queste parole che Pietro Raitano, direttore della rivista Altreconomia, ha dato il “la” a una tavola rotonda di confronto sui temi dell’economia solidale e sociale organizzata grazie alla collaborazione con la Rete Cauto, durante la mattina di sabato 14 aprile nello Spazio incontri della 2a edizione di Brescia Green.

Numerosi i relatori al tavolo che, dopo i saluti dell’assessore all’Ambiente del Comune di Brescia Gianluigi Fondra, hanno fatto emergere, ciascuno dal proprio punto di vista, come l’economia solidale sia più che mai una questione di responsabilità, una scelta che può essere di tutti. Si è letto chiaramente nelle parole di Simona Sambati, ricercatrice al Politecnico di Milano, che insieme a Fondazione Casa della Carità sta conducendo la campagna “Ero straniero”: «Fare un’economia sociale oggi vuol dire fare solidarietà, proprio mentre si assiste a una criminalizzazione della solidarietà, di chi aiuta il povero, il migrante. Nel nostro gesto quotidiano è racchiuso un valore rivoluzionario.

Si tratta di impegno di coscienza, di capacità di indignarsi. Serve una lotta allo scarto, che spesso sono persone». Concetto ribadito da Stefano Magnoni, fondatore di Chico Mendes e vicepresidente del consorzio Ctm-Altromercato, il quale afferma: «La globalizzazione ha portato a riscontrare le fragilità di casa nostra. Si ha bisogno di un commercio che sia equo e solidale a 360 gradi. Il tema delle nuove povertà ci pone di fronte alla possibilità sempre più vicina di essere attori del cambiamento».

È intervenuto poi Mario Agostinelli, portavoce per il Contratto mondiale per l'energia e il clima e Presidente dell’associazione Energia Felice, mettendo in luce quanto sia necessario interrompere le leggi di autoregolamentazione del mercato vigente per rendere più lunga la vita delle persone e dell’ambiente. Del binomio ambiente e solidarietà non poteva non parlare Michele Pasinetti, direttore della Rete di cooperative sociali Cauto, il quale, proprio per mezzo dell’ambiente, si occupa di inclusione sociale.

Inclusione che va fatta non per bontà ma come azione naturale: «Basta pensare – afferma Pasinetti – che quelle persone, che altrove non troverebbero un lavoro, potremmo essere noi e allora non posso concepire un’economia che non tiene conto di me e di quello che potrebbe succedermi domani». A completare il giro di tavolo Lidia Di Vece, vicepresidente nazionale della Federazione per l’economia del bene comune che, in tema di economia solidale e presa di responsabilità, ha parlato di reinvestimento del profitto come ricaduta sociale per le imprese.

Focus sugli sprechi alimentari

La responsabilità richiamata sopra si traduce anche in una lotta allo spreco alimentare, a cui è stata dedicata la giornata conclusiva della kermesse bresciana, domenica 15 aprile. Al convegno, moderato da Livia Consolo, hanno partecipato autorevoli interlocutori, come: Cauto, la Cooperativa Tempo Libero, la Caritas Diocesana di Brescia, la grande distribuzione organizzata (Auchan) e il Comune di Brescia, sempre nella persona dell’Assessore Fondra.

Ospite d’eccezione, l’onorevole Maria Chiara Gadda, la quale ha fatto chiarezza sulla legge 166 entrata in vigore nel settembre 2016, di cui è promotrice: la prima vera e propria legge italiana di economia circolare, che regolamenta il recupero delle eccedenze alimentari a fini sociali. Le eccedenze non vengono a crearsi solo nei supermercati, ma anche nei ristoranti e nelle mense aziendali e scolastiche. Noi stessi, nei nostri ambienti domestici, non siamo di certo esenti da questo fenomeno, visto che contribuiamo per circa il 50% a sprecare cibo buono.

Brescia è una città che da tempo si impegna fortemente nella lotta allo spreco, per far sì che anche tra i suoi cittadini il concetto di cibo si associ a quello di responsabilità.

I risultati lo dimostrano: lo scorso anno il Comune ha recuperato, grazie alla collaborazione di 21 differenti organizzazioni di volontariato, ben 6,5 tonnellate di cibo in buono stato, ancora consumabile, evitando che finisse così nella spazzatura. 

I NUMERI

La Dispensa sociale di Cauto, nel corso dell’ultimo anno, ha raccolto:

> 2.100.000 chilogrammi di prodotti dai supermercati (su circa 100 punti vendita)

> Circa 300.000 chilogrammi di prodotti donati da aziende

> Circa 300.000 chilogrammi di prodotti da altre onlus e varie

Vi lavorano 3 dipendenti e circa 100 volontari, che hanno in dotazione:

> 3 celle frigorifere

> 3 mezzi coibentati adibiti al trasporto di cibo fresco

Euroristorazione, per la Caritas Diocesana di Brescia, nel corso del 2017 ha raccolto dalle mense scolastiche 4210 chilogrammi di cibo (circa 500 kg al mese durante il periodo scolastico), mentre nel primo trimestre 2018 la raccolta ammontava a 1695 kg.

Maggio 2018

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