feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Una filiera ad alto valore sociale. Seminare valore, coltivare comunità

Lo sviluppo della filiera agricola è una delle azioni previste dal progetto che vede capofila la cooperativa Gasparina di Romano di Lombardia

Uno dei modi per sostenere concretamente la visione responsabile nella gestione delle nostre campagne ed essere solidali con un modello economico più equo ed inclusivo, può essere l’acquisto. Ecco perché quest’anno, in vista del Natale, la cooperativa Gasparina di Sopra in collaborazione con la cooperativa MooBaa, partner di progetto, ha sviluppato tre prodotti a marchio Prodotti Agroalimentari del Parco del Serio: tisane, essiccati aromatici (per insaporire le pietanze) e sali aromatizzati. Per integrare l’offerta natalizia a questi prodotti ne sono stati aggiunti altri, tutti rigorosamente ad alto valore sociale! La selezione include alcune marmellate di MooBaa oltre a panettoni, biscotti e grissini di Dolci Sogni Liberi, la linea di prodotti da forno sviluppata dalla Cooperativa Sociale Calimero all’interno del carcere di Bergamo. Gasparina propone alcune composizioni dai nomi “biodiversi”: Ape Maia, Nemo e Pumbaa, ma è anche possibile personalizzare i cesti in base ai propri gusti. Per maggiori info, ricevere il catalogo e conoscere le modalità d’ordine, è possibile contattare Cascina Gasparina all’indirizzo natale.gasparina@gmail.com o contattare telefonicamente il numero 328 474 8244.

Ma vediamo quali sono gli elementi che contraddistinguono questi prodotti nelle tre fasi di coltivazione, trasformazione agroalimentare e vendita. Ciascuna di queste fasi è stata progettata per rispondere a criteri di sostenibilità ambientale e di inclusività sociale..

I criteri di sostenibilità ambientale

«Per il Parco è importante che si creino prodotti a Kilometro Zero, prodotti di qualità ma, al tempo stesso, attenti al contesto produttivo di riferimento» spiega Ivan Bonfanti, responsabile del settore didattico ed educativo del Parco del Serio. «Le aziende che producono all’interno dell’area Parco e che chiedono l’assegnazione del marchio dei Prodotti Agroalimentari del Parco del Serio devono adottare un disciplinare che riflette questa attenzione» prosegue Bonfanti. «In primis il non impiego di sostanze inquinanti per i diversi comparti ecologici, i suoli e le acque. Ma queste attenzioni non devono solo tradursi in un approccio di tutela dell’esistente bensì anche di valorizzazione e incremento della biodiversità. Come? Ad esempio prevedendo prati o siepi tra i terreni, che rappresentano fonte di cibo e rifugio, nonché veri e propri corridoi ecologici, per la fauna selvatica. Il marchio dei Prodotti Agroalimentari del Parco del Serio diventa quindi una sorta di certificazione attraverso la quale il consumatore può immediatamente avere un’informazione chiara sulla località e sui criteri di produzione».

Nell’ambito del progetto Seminare Valore, Coltivare Comunità queste attenzioni vengono messe al centro in un luogo molto particolare. All’interno dell’Orto Botanico di Romano di Lombardia, infatti, un’area è stata destinata a uno speciale intervento di coltivazione. Esso contempla i criteri indicati dal Parco e prevede una selezione di colture, ortaggi, piccoli frutti ed erbe adatta al contesto e, al tempo stesso, in grado di incrementare il grado di biodiversità locale: una chiara risposta ai fenomeni sempre più estesi di banalizzazione e omologazione del paesaggio agrario nella bassa bergamasca.

Gli elementi di inclusività sociale

Ma c’è un altro aspetto che contribuisce a dare ulteriore valore aggiunto alla produzione dell’Orto: ad essere impiegati nelle attività di coltivazione, trasformazione e vendita sono infatti persone svantaggiate che beneficiano di tirocini di inserimento lavorativo. Stefano Maistrello, responsabile della comunità terapeutica per il Reinserimento della Gasparina spiega: «Questa è un’occasione per tante persone ospiti delle nostre Comunità, o provenienti da altri servizi del territorio, che per le loro fragilità hanno dovuto intraprendere dei percorsi di recupero. Attraverso questi tirocini essi hanno l’opportunità di riavvicinarsi al mondo del lavoro sia acquisendo alcune competenze professionali, sia raggiungendo maggior consapevolezza rispetto a quali sono le abilità e le risorse che vale la pena valorizzare per rendersi più competitivi sul mercato del lavoro. Per tante persone l’inserimento lavorativo rappresenta davvero l’accompagnamento verso l’uscita graduale dal circuito assistenziale, un nuovo ingresso nel mondo del lavoro e il recupero integrale della propria dignità».

Novembre 2021

Articoli Correlati

Esposizione di bastoni da passeggio, abiti e accessori originali dell’800. A Martinengo,...
Agire per una maggiore indipendenza delle nostre vite “dal sistema” si può. Persino...
Dopo Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il CSV lancia la piattaforma faxte...
Dall’autofinanziamento alla conoscenza, dall’incontro alle proposte. Tre tappe per un...