feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Stati Generali della Green Economy. 3-4 novembre: a Rimini la IVª edizione

Stati Generali della Green Economy

Le imprese verdi crescono in Italia: il 42% ha scelto il green

A dare il la alle due giornate degli Stati Generali della Green Economy, la presentazione della relazione elaborata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che fa il punto sullo stato dell’arte di questo settore in Italia. Una sessione di apertura ideale anche per la 19esima edizione di Ecomondo, la Fiera che a Rimini ha fatto da cornice agli Stati Generali.

La green economy in Italia

La Relazione, impostata e commentata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è stata realizzata con il coordinamento tecnico della dott.ssa Ketty Vaccaro, ricercatrice Censis, la rilevazione dati di Pragma srl 2015 e con il supporto di Ecomondo, Ecopneus, COOU, UTILITALIA, Corepla e Comieco.

Lo studio si presenta articolato in tre parti: la prima presenta i risultati di un’indagine sulle imprese della green economy in Italia, la seconda individua il quadro delle tematiche strategiche per la green economy e la terza fornisce dati e spunti internazionali.

Nella prima parte sono prese in esame le aziende che producono beni o servizi ambientali (core green) e quelle che hanno adottato modelli green di gestione (go green) in quattro settori: industria, agricoltura, edilizia, commercio-servizi.

Da tale rapporto emerge come dato principale che in Italia quasi un’impresa su due (il 42%) ha un orientamento green e che i settori a maggiore densità di imprese che hanno fatto dell’ambiente un fattore di competitività si trovano nell’industria e nell’agricoltura.

Per la precisione, le imprese core green rappresentano il 27% delle imprese italiane. Tra i settori, il maggior numero di imprese core green si registra in agricoltura (40,6%), nell’industria (35,4%), nell’edilizia (38,8%), dove ormai sono tante le aziende specializzate in riqualificazioni energetiche o soluzioni per la bioedilizia.

Per le go green, che rappresentano il 14,5% del totale delle imprese italiane, la percentuale più alta è raggiunta dal settore industriale (25,8%), mentre l’agricoltura rappresenta il 15,5%.

«Questa Relazione – ha osservato Edo Ronchi, del Consiglio Nazionale della Green Economy – fa toccare con mano la consistente dimensione ormai raggiunta dalle imprese green. Sono numerose, sono innovative e hanno saputo meglio delle altre reagire alla crisi: nel 2014 hanno anche vinto la gara di fatturato ed export rispetto alle aziende dell’economia tradizionale».

Gli Stati Generali 2015

A seguito della sessione di apertura, nel pomeriggio del 3 novembre gli Stati Generali si sono strutturati in cinque sessioni tematiche per approfondire, con l’aiuto di circa 70 relatori – tra cui diversi esperti internazionali – tematiche legate alla collaborazione Italia-Cina, alla Conferenza di Parigi sul clima (con la discussione di un appello delle imprese e delle organizzazioni green per il clima), alla circular economy, al dissesto idrogeologico e al ruolo delle imprese nella tutela e valorizzazione del capitale naturale.

Mentre la sessione plenaria conclusiva del 4 novembre è stata dedicata alle proposte per qualificare la ripresa con lo sviluppo della green economy, introdotte da un documento di policy recommendation elaborato dal Consiglio Nazionale, sulla base delle proposte dei Gruppi di Lavoro tematici.

Il risultato è un pacchetto di 23 proposte inviato al Ministro dell’Ambiente e al Ministro dello Sviluppo Economico a fine sessione. Un percorso in 23 “tappe” per colorare di verde la ripresa economica in Italia.

Otto i settori strategici all’interno dei quali si sviluppano le 23 proposte: eco-innovazione e start up; capitale naturale; energia e clima; agricoltura e alimentazione; tutela delle acque e dissesto idrogeologico; materiali, rifiuti ed economia circolare; mobilità sostenibile; fondi europei. Tra le proposte inviate al Governo un green bonus per supportare le start up, agevolazioni fiscali per le imprese che investono in eco-innovazione; strumenti finanziari innovativi e di mercato da utilizzare per i servizi eco-sistemici, un piano di azione nazionale per l’energia e il clima, il rilancio dell’occupazione giovanile in agricoltura attraverso agevolazioni fiscali e creditizie con accesso al microcredito, un piano di adattamento climatico contro il dissesto idrogeologico, la promozione dell’economia circolare, un indirizzo green nell’utilizzo dei fondi europei e detrazioni fiscali per incentivare la sharing mobility.  

Novembre 2015

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...