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Settimana Europea della Mobilità: Muoviti sostenibile… e in salute

Da vent’anni un appuntamento per un focus internazionale
Nel 2021 d’obbligo l’abbinamento con il tema sicurezza e salute

Quest’anno il motto della Settimana europea della mobilità non poteva che richiamare il “movimento in salute”, sia per il benessere che proviene dal movimento fisico, sia per il tema di sicurezza nei trasporti e nei contatti tra persone, dopo un secondo anno passato a contrastare questa pandemia. Lo stesso trasporto pubblico, da sempre invocato come soluzione ai problemi di inquinamento ambientale e intasamento delle città, è stato nel 2020 e 2021 messo a dura prova per via dell’inevitabile assembramento che alcuni mezzi di trasporto collettivi generano. I nuovi trend dei monopattini elettrici, piuttosto che l’antica buona idea dell’utilizzo della bicicletta, tradizionale o a pedalata assistita, hanno cercato di spostare i flussi di persone dal mezzo pubblico a un mezzo privato che sia comunque meno inquinante e congestionante rispetto alle automobili, ma certamente questo passaggio non è sufficiente a colmare lo scarto.

Auto elettriche e nuovi incentivi

Le stesse auto private stanno cambiando “pelle” o quanto meno carburante. Ormai tutte le case automobilistiche si sono lanciate verso quello che sembra ormai il prossimo futuro, almeno per gli investimenti. Auto ibride, plug in, elettriche sono sempre più in cima alle liste delle intenzioni di acquisto. Vero è che è necessario fare ancora qualche passo in termini di accessibilità economica, ma modelli sempre nuovi e una concorrenza sempre più aperta sta portando il settore ad essere sempre più abbordabile per tutti. Complice anche il buon livello di investimenti che molte città e comuni in Italia e nel mondo stanno promuovendo in questo ambito: le colonnine di ricarica ormai sono sempre più diffuse, così come aumentano gli spazi per parcheggi, spesso riservati o gratuiti, per auto elettriche o ibride. Numerosi sono gli incentivi finanziari che vanno ad abbassare notevolmente il costo dei veicoli elettrici, non a caso sono gettonatissimi.

È fresca (inizio settembre 2021) la notizia che il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che stanzia quasi 60 milioni di euro di incentivi per l’acquisto di auto elettriche e plug in a basse emissioni: un’ulteriore azione che si spera possa accelerare l’inevitabile passaggio del vecchio parco auto esistente a uno più in sintonia con le nuove tendenze green dei governi e della società. Molti sono gli Stati che cominciano a fissare un limite di tempo per la vendita di auto alimentate da combustibili fossili, mentre già attualmente molti comuni stabiliscono aree a traffico limitato precluse alle auto tradizionali.

Anche nel caso degli autobus e del trasporto pubblico si sta virando sempre più verso l’elettrico e, superata l’imprevedibile battuta d’arresto dovuta al covid 19, nuove soluzioni tecnologiche e auspicabilmente la fine della pandemia consentirà di riprendere la direzione verso un sistema di trasporto pubblico più utilizzato e sempre più integrato con gli altri mezzi. Integrazione che si dimostra vincente anche grazie alla diffusione dei sistemi di sharing, iniziati con le bici, ma ora divenuto un modello di utilizzo per tutti i veicoli: dai monopattini agli scooter alle auto. In molte città questi sistemi di sharing sono già realtà ampiamente diffuse, grazie alla spinta delle amministrazioni locali che sono fondamentali per l’avvio di questo cambio di sistema: ben presto tutti questi investimenti cominceranno a generare un modello economico e di mobilità totalmente diverso, che forse tra pochi anni cambierà radicalmente il volto alle nostre città e alle nostre abitudini di movimento.

A braccetto con le energie rinnovabili

Città ed economia che cambierà radicalmente anche per la sinergia con un altro settore in continua evoluzione: energie rinnovabili, comunità energetiche, efficienza edilizia e innovazione sono la chiave per ridurre i consumi elettrici e ottimizzarli. Oltre all’effetto di ridurre l’uso di energia da fonti fossili risparmiando risorse preziose per il Pianeta, dobbiamo considerare che ogni edificio pubblico, abitazione o azienda dotata di pannello fotovoltaico diventa automaticamente una piccola centrale di energia rinnovabile. La somma e la diffusione di tante piccole centrali fotovoltaiche consente l’ulteriore risultato di non dover far dipendere la nostra produzione di energia da poche grandi centrali nazionali, ma nemmeno dalle importazioni dall’estero. Ma c’è di più: anche a livello pratico e operativo, malfunzionamenti come i black out che si sono visti a Milano quest’estate, per il picco di calore e per l’elevato numero di condizionatori accesi, si sarebbero potuti evitare, perché se molti più edifici avessero il fotovoltaico, i momenti di maggiore calore coinciderebbero con la massima produzione di energia solare, autoprodotta direttamente senza sovraccaricare la rete di distribuzione.

Non solo un altro mondo è possibile, fatto di mobilità sostenibile ed energie rinnovabili, ma in realtà è già attivo e operativo. Dobbiamo solo continuare in direzione ostinata e sostenibile.

Diego Moratti

Settembre 2021

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