Il progetto del CAI di Bergamo- Educazione e sostenibilità per far rivivere le Orobie
“La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita”, scrive l'autore italiano Paolo Cognetti nel suo romanzo “Le otto montagne” che nel 2017 gli è valso il premio Strega.
Un modo di vivere, sì, che però va tutelato e valorizzato, salvaguardando non soltanto l'ambiente naturale montano ma anche e soprattutto le genti che vi abitano e che l'hanno plasmato e vissuto, con tutto il compendio di tradizioni, saperi ed economia locale di cui si fanno portatrici.
E che oggi - in una realtà globalizzata che cerca nel locale e nelle potenzialità dei territori gli ingredienti per pensare l'economia e il mondo del futuro - diventano veri e propri presidi di sostenibilità.
È sulla base di queste premesse che è nato “Save the mountains and their cultural heritage”, ampio progetto di educazione e sostenibilità che troverà il suo momento clou il prossimo 7 luglio, durante un grande evento collettivo a cui sono tutti sono invitati: trekker, escursionisti, rifugisti ma anche e soprattutto gente comune, amatori della montagna, cittadini che credono nelle potenzialità di un territorio tanto bello quanto, spesso, fragile.
Un progetto di educazione e sostenibilità
Il progetto “Save the mountains” è nato ufficialmente lo scorso ottobre e si inserisce a pieno titolo nell'ambito dell'Agenda 2030 dell'Onu, puntando alla declinazione locale delle azioni auspicate dalle Nazioni Unite per raggiungere i 17 Global Goals per il nuovo millennio. Ideato da CAI Bergamo, sezione degli Alpini di Bergamo, Provincia e Osservatorio per le Montagne Bergamasche (il tavolo di lavoro che raggruppa Provincia, le 5 comunità montane, i 2 consorzi BIM e il Parco delle Orobie Bergamasche) e con il patrocinio di istituzioni significative come il Ministero per l'Ambiente, l'Università degli Studi di Bergamo e ATS Bergamo, ha avuto il supporto di realtà quali Ubi Banca, Sacbo, Uniacque, Montello, Bracca, Servizi Comunali Spa, Blue Meta, Hidrogest, Fondazione Comunità Bergamasca e Fondazione Istituti Educativi, a testimonianza della portata di un'iniziativa simile.
Tre le direttrici principali del progetto: educazione alla montagna e ad un modus vivendi dell'ambiente alpino che tenda all'impronta zero; organizzazione dell'evento d'impatto del 7 luglio collegato con la creazione di un fondo per la “sostenibilità generazionale” che vada a sostenere i giovani che vogliono tornare o restare a vivere la montagna; promozione di un percorso condiviso che non si esaurisca a luglio, ma che prosegua invece anche negli anni e nei mesi successivi, coinvolgendo rifugi e operatori d'alta quota.
«Attraverso “Save the mountains” – spiega il presidente del CAI di Bergamo e dell'Unione bergamasca delle sezioni e sottosezioni del CAI - vogliamo sviluppare una consapevolezza e un'attenzione nuova sull'importanza delle genti che abitano la montagna e sul loro ruolo fondamentale nella sostenibilità ambientale, culturale, economica di queste aree».
Il denso lavoro di incontro e progettazione del progetto ha portato anche alla stesura di diversi documenti programmatici, come la “carta della sostenibilità per la montagna”, quella sull'importanza del rifugio quale presidio d'alta quota, sulla sostenibilità nell'agricoltura e sulla tavola di montagna e quella dedicata alle pratiche di consumo e gestione dei rifiuti negli ambienti montani.
Appuntamento il 7 luglio. Ma non solo
Il cuore del progetto è quindi la continuità: di territorio, di progetto, di generazioni diverse.
«Con le risorse raccolte grazie alle iscrizioni alla giornata del 7 luglio, andremo a creare un fondo che abbiamo chiamato di “Sostenibilità generazionale” - spiega ancora Valoti - dedicato ai giovani che tornano a vivere la montagna, che restano anziché emigrare e che qui innovano per creare sviluppo e tutela». Non solo, il progetto continuerà anche dopo il mese di luglio: i documenti redatti saranno infatti raccolti nel libro del rifugio “Mi impegno”, che verrà consegnato ad ogni rifugio bergamasco e dove «ogni frequentatore della montagna potrà lasciare i suoi spunti e le sue osservazioni, che verranno poi raccolti per sviluppare il processo di sostenibilità in montagna anche negli anni successivi».
A “Save the mountains” hanno per ora aderito una ventina di rifugi bergamaschi. Per la manifestazione del 7 luglio è prevista l'iscrizione online, il ritiro del proprio kit “Ambasciatore della Sostenibilità” presso il Palamonti di Bergamo e la salita poi al rifugio scelto, in un grande evento collettivo all'insegna dell'ambiente e della sostenibilità.
Perché la montagna non può essere solo vacanza o solo evasione: deve essere soprattutto “casa”, e come tale abitata, protetta, tutelata con l'impegno di tutti. «Tanti piccoli cambiamenti locali possono ottenere un cambiamento globale – conclude Valoti – e noi vogliamo andare in quella direzione».
Erica Balduzzi
Per approfondimenti sui documenti redatti, per gli aggiornamenti sulla manifestazione e sugli eventi collegati o per iscriversi all'appuntamento del 7 luglio, ci si può collegare al sito: eppen.ecodibergamo.it/savethemountains