Gambe in spalla, anzi scarpe in spalla …e tutti al Festival della SOStenibilità!
Ci perdonerete la battuta nel titolo, ma l’austerità dell’antico detto latino “calza” perfettamente con l’enfasi epocale della crisi climatica, che ci obbliga a cogliere l’attimo, qui ed ora, per rallentare questa tendenza autodistruttiva di consumo di risorse della Terra. Dall’altra parte la raccolta di scarpe usate, quale piccola azione marginale e trascurabile, “fa il paio” egregiamente con l’esigenza di correlare qualsiasi minima attività umana, come buttare un paio di scarpe, con la costruzione di un sistema economico e sociale differente, dove ogni “rifiuto” o meglio ogni “oggetto usato” può diventare la nuova materia prima per un altro prodotto: è l’economia circolare, bellezza!
La raccolta di scarpe da ginnastica usate produce un tappeto in gomma per un parco giochi di bambini, evitando così l’estrazione di altra materia prima per produrre quel tappeto in gomma. E come vale per scarpe e tappeti, questo meccanismo di riutilizzo delle materie già in circolazione si potrebbe applicare a tutti - proprio a tutti - gli oggetti e i prodotti, i quali, evidentemente, devono però essere ideati e progettati in modo da essere poi scomponibili e riutilizzabili.
Semplice a dirsi ma difficilissimo a farsi, perché in gioco ci sono le nostre consolidate abitudini di società usa e getta, ci sono i processi aziendali da modificare e infine ci sono le leggi vigenti e la burocrazia da superare.
Ma nel mondo e nei secoli abbiamo avuto ostacoli e difficoltà ben maggiori, abbiamo superato condizioni di vita (schiavitù, discriminazioni, catastrofi, carestie) ben più sfidanti e minacciose, che fino al secolo o al decennio prima sembravano impossibili da affrontare. Vogliamo credere che non siamo in grado di modificare un sistema economico che noi stessi abbiamo costruito? Teniamo conto che fino a qualche decennio fa questo sistema così consumistico era assente e anzi desiderato da tutti, poiché ha consentito nel tempo di diffondere un livello di benessere, istruzione e qualità di vita che nemmeno c’immaginavamo. Ora dobbiamo ritarare il tutto, pensare cambiamenti di sistema, radicali, in grande stile e nel lungo periodo. Dobbiamo agire da subito, passo dopo passo, affinché un vero benessere vada a vantaggio di un numero maggiore di persone e la nostra attività umana sia compatibile con la rigenerazione di risorse del Pianeta Terra.
Il decimo Festival della SOStenibilità di Bergamo organizzato da infoSOStenibile cade proprio in concomitanza della Settimana Europea della mobilità sostenibile. Un settore che sta evolvendo in modo incredibile, in un connubio tra innovazione tecnologica, energie rinnovabili, sharing economy: la mobilità, anello cruciale della transizione ecologica, sta cambiando il volto delle nostre città e della mobilità urbana, pubblica e privata, per un futuro (prossimo) radicalmente diverso.
Ma tornando al presente, vale sempre il fatto che la mobilità più sostenibile di tutte sia quella… a piedi, o di corsa! Eppure ora è possibile fare un “passo” in più, anche per chi consuma solo la propria energia personale nello spostarsi. Eh già, perché al Festival della SOStenibilità le stesse suole delle scarpe consumate si possono riciclare e trasformare in nuova materia per altri prodotti e manufatti. Per cominciare a generare un sistema basato sull’economia circolare e approdare alla transizione ecologica. Obiettivo troppo ambizioso? Cominciamo a portare un paio di scarpe usate al Festival. E diversamente da Orazio, confidiamo nel domani: “Scarpe Diem”.
Diego Moratti