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Rigenerare l’economia, la cultura, la società. Parte l’avventura del Dess Bg

Una rete formalmente organizzata che intreccia settori e tipologie diverse di realtà, ma tutte improntate a un modello nuovo di economia e sviluppo

Questi mesi di pandemia, di zone rosse e lockdown sono stati un periodo di resilienza e di semina per l'economia sociale e solidale. La rete di chi produce, scambia e opera per un modello di sviluppo sostenibile e attento alle comunità locali ha provato ad innovarsi immaginando nuove forme, strumenti e alleanze. In questo senso i promotori del DessBg, il Distretto dell’Economia Sociale e Solidale della bergamasca, hanno dato vita ad una serie di incontri e iniziative che porteranno nel mese di settembre ad aprire ufficialmente la casa di tutti coloro che credono che mai come ora sia necessario rigenerare l’economia, la cultura e la società.

Cos’è il Dess?

Un percorso aperto, un processo inedito di aggregazione e convergenza delle tante e differenti realtà dell’Economia Sociale Solidale (ESS). Il Distretto vuole essere un ente associativo, quindi non una rete informale, bensì una realtà formalmente organizzata, con l’obiettivo di incidere economicamente, culturalmente e operativamente a favore di un nuovo modello di sviluppo e di politiche capaci di renderlo sostenibile.

Non si occuperà solo di un particolare settore, come avviene in molte organizzazioni (mobilità sostenibile, agricoltura, consumo di suolo, commercio equo solidale, scuola ed educazione, energie rinnovabili, ecc….), ma si metterà a servizio delle diverse realtà già presenti e opererà per una sinergia su temi comuni e progetti trasversali. Il Dess vuole essere la casa comune dell’economia sociale e solidale bergamasca, luogo di confronto, elaborazione, formazione e iniziativa.

Non appartiene e non è convocato da alcun ente o istituzione, non è un tavolo della Provincia, né di un Comune, né di una confederazione o di un’altra, ma dialoga e collabora con tutte le realtà disponibili, dagli enti locali alle imprese, dalle associazioni alla scuola. La sua base di legittimità e di identità sono tutte le realtà, associative e territoriali, i comuni, i produttori e i singoli cittadini che scelgono e sceglieranno di farne parte.

Dove nasce l’idea del Dess?

Il progetto del Dess del territorio bergamasco nasce nei mesi scorsi dalla volontà di diverse realtà economiche, sociali e culturali di rafforzare e strutturare la loro collaborazione per migliorarne l’efficacia, anticipando ciò che è previsto dall’art. 6 del progetto di legge di iniziativa popolare in discussione presso la Regione. Quella proposta di legge, sostenuta da più di 9.000 cittadini, è stata l’occasione di una convergenza attorno alla quale si è mobilitato il mondo dell’Ess. Ora, mentre prosegue la discussione istituzionale, si tratta di dar vita dal basso a ciò per cui ci siamo spesi.

Vuoi diventare socio fondatore del Dess?

Questo è il momento di farti avanti!

Il percorso del Dess è aperto. Nei mesi di maggio e giugno si terranno diversi incontri per raccontare il progetto e costruire nuove sinergie. Potranno farne parte diverse tipologie di realtà, da associazioni a imprese, da enti locali a famiglie e gas, da produttori a cooperative che operino in funzione di un modello di sviluppo economico migliore, più equilibrato, a tutela dell’ambiente e delle persone. Ciascuno può scrivere alla mail: dess.bergamo@gmail.com per chiedere informazioni o proporre incontri on line o in presenza in cui presentare il progetto.

Vuoi diventare un formatore dell’economia sociale e solidale?

Aderisci agli workshop sui progetti educativi

All’interno del Dess si è costituito un gruppo di lavoro sulla formazione che ha inviato una lettera aperta a tutte le realtà formative - dalle scuole agli oratori - per coinvolgerle nella definizione di progetti educativi che sappiano mettere al centro la cultura della trasformazione in chiave ecologica, verso una società della cura della persona e del pianeta. Le scuole e gli educatori potranno ottenere un modulo didattico personalizzato che, partendo dalle proprie esigenze ed esperienze, potrà contare su un servizio di co-progettazione partendo da più di quaranta offerte formative già in campo. Il modulo sarà fortemente orientato alle dinamiche del proprio territorio e si concluderà con un prodotto video che lo racconterà e verrà messo a disposizione della scuola.

Il Dess della bergamasca, un salto di qualità

La necessità di un luogo come il Dess è stata più volte esplicitata dagli stessi protagonisti dell’economia sociale e solidale bergamasca, soprattutto in un periodo come quello in cui stiamo vivendo, che ha aumentato la consapevolezza della necessità di un diverso modello di sviluppo. Le molteplici crisi che si sono susseguite negli ultimi dieci anni hanno infatti generato mutazioni traumatiche che hanno attraversato in profondità i sistemi territoriali: la crescente disoccupazione, l’insicurezza sociale, la polarizzazione estrema dei redditi delle famiglie, hanno deteriorato le relazioni economiche, sociali e culturali.

Queste crisi, se da un lato hanno portato sotto gli occhi di tutti i rischi di un’economia iper-finanziarizzata e indifferente ai valori diversi dal profitto, dall’altra hanno messo in luce la resilienza e le potenzialità di alcuni modelli alternativi di produzione, distribuzione, consumo e risparmio basati, anziché sul profitto (o sul solo profitto), su modalità di produzione e distribuzione ambientalmente e socialmente sostenibili. Presenti fin da prima, anche durante la pandemia sono emerse situazioni e progettualità che hanno dato visibilità ai produttori locali, hanno messo la solidarietà al centro dei processi economici, hanno restituito centralità alla persona e alla partecipazione sociale in stretta relazione con il territorio.

Il Dess si colloca proprio all’interno di questo percorso, perché chi non si rassegna al declino e all’ingiustizia economica e sociale ma sceglie di sperimentare altre strade potrà trovare una casa comune dove costruire cultura della sostenibilità, condividere buone pratiche e sviluppare progettualità territoriali.

Simonetta Rinaldi

Maggio 2021

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