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Radicchio

Radicchio

Da mangime a prodotto IGP

L’ascesa sociale del “cibo dei poveri”

Il radicchio è una cicoria viola con striature bianche dal sapore amarognolo e la consistenza croccante.

Come tutti i vegetali di questo colore contiene sostanze antiossidanti utili alla prevenzione di disturbi della circolazione del sangue, della fragilità capillare e arteriosclerosi; carotenoidi che eliminano i radicali liberi e permettono un buon funzionamento del sistema immunitario; vitamina C e fibre che assorbono gli zuccheri presenti nel sangue.

È inoltre una buona fonte di potassio, fosforo, calcio, zinco, sodio e magnesio.

È preferibile consumare il radicchio crudo perché la sua cottura causa una sensibile diminuzione di queste sostanze.

È depurativo, ipocalorico e indicato per chi soffre di stitichezza. Ne sono presenti tre varietà: Rosso di Verona, Treviso (prodotto a Indicazione geografica protetta) e Chioggia.

In base alla stagione di raccolta è definito “precoce” (in autunno) o “tardivo” (in inverno, il “classico spadone emiliano”).

Il primo è considerato di qualità inferiore, ha una foglia allungata e il sapore amaro.

Il secondo, invece, è fragrante, gustoso e più pregiato: il processo di produzione è maggiormente complesso.

Vi sono anche varietà di radicchio dalla colorazione variegata o verde.

È da conservare in frigorifero come cespo -meglio se racchiuso in sacchetti di polietilene ben asciutti- o in foglie, avvolte in un telo.

Il radicchio era conosciuto già al tempo di greci e romani. Il nome stesso di questo ortaggio deriva dal latino “radix”.

Plinio il Vecchio (scrittore e naturalista), infatti, ne parlò all’interno del “Naturalis Historia” enunciandone le qualità depurative e definendolo un aiuto contro l’insonnia.

Secondo molti proviene dall’Oriente ed è giunto a Treviso dove è stato coltivato a partire dal XVI secolo.

Inizialmente utilizzato come prodotto povero o mangime per gli animali, divenne successivamente un ortaggio apprezzato e conosciuto in tutto il mondo e negli ultimi tempi è sempre più richiesto anche in Cina, Giappone e Australia.

Per chi pensa di poterlo gustare solo in appetitosi risotti e piatti salati, rimarrà stupito nello scoprire che è utilizzato anche in tisane salutari e come aroma per la birra.

 

 

Dicembre 2015

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