Diminuite del 40% nell’ultimo decennio a causa di cambiamenti climatici e inquinamento, le rondini sono una specie in declino
La primavera è ormai alle porte, e con lei le prime giornate di sole, i fiori, i pomeriggi al parco, le giacchette di jeans, ma soprattutto le rondini, vero simbolo della stagione. Chi non ci è affezionato?
Le ore passate col naso all’insù aspettando il loro passaggio, l’apparizione dei nidi - da un giorno all’altro - nel cortile della scuola, le fresche albe in cui i cinguettii precedono di poco la sveglia...
L’arrivo di questi simpatici uccelli significa solo una cosa: l’inverno sta finendo.
Arriveranno di nuovo le rondini, puntualissime come sempre, a dirci di riporre cappotti e piumini nell’armadio, ma saranno molte meno rispetto agli anni passati. Secondo le stime, infatti, in Europa le rondini sono diminuite di più del 40% nell’ultimo decennio. Non si parla ancora di rischio d’estinzione ma di specie in declino, il che è comunque preoccupante, considerato che il calo non sembra arrestarsi.
Il messaggero della primavera... in pericolo
Pur pesando pochi grammi, la rondine intraprende ogni anno una lunga e pericolosa migrazione, attraverso il mare e il deserto, diretta verso le distese africane più calde e ricche di cibo dove vive dalla metà di ottobre alla metà di marzo. Il ritorno verso il nostro continente si fa per gli uccelli sempre più difficoltoso, e molti di loro non giungono a destinazione.
La causa principale di tale moria è l’estensione verso sud della superficie del deserto del Sahara, causata dal riscaldamento globale del pianeta. La distanza tra l’Africa e l’Europa aumenta, la tratta si fa più faticosa e non sempre le rondini sono pronte a consumare un tale dispendio di energie, specie le nuove generazioni.
Ma svariate sono, in realtà, le cause di una così drastica diminuzione di rondini. In Africa la vita delle rondini è messa in pericolo dal consumo di suolo, che toglie loro habitat naturale, e dai cambiamenti climatici che hanno alterato i ritmi stagionali. Come se non bastasse, molte di loro vengono uccise durante il volo, specie in alcuni paesi come la Nigeria.
In Europa l’uso (e abuso) di potenti pesticidi in agricoltura le ha private del loro alimento principale, costringendole a nutrirsi da fonti di cibo altamente inquinato. Non solo: la modernizzazione degli allevamenti di bestiame ha fatto scomparire il luogo di nidificazione ideale per la rondine, ovvero il tradizionalissimo sottotetto di una stalla. Più in generale, il settore edilizio ha lasciato gli uccelli senza casa, non essendosi curato di preservare la presenza di nidi già costruiti.
Un uccello sacro
La rondine è in verità un volatile tanto amato, quanto trascurato. Da sempre carica di significati positivi, la rondine è considerata dagli islamici un uccello sacro: nota come “uccello del paradiso”, indica la rinuncia e la buona compagnia. Già per gli antichi Egizi simboleggiava il “Ba”, ovvero l’anima umana, e in età alessandrina divenne perfino una della epifanie di Iside.
Per i Romani rappresentava lo spirito dei bambini defunti che tornavano a visitare le proprie case, mentre per i Greci era un dono di Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. La specie non è ancora considerata a rischio d’estinzione, ma il vertiginoso declino ha fatto scattare l’allarme del Corpo Forestale dello Stato e della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), che invitano a segnalarne l’avvistamento per mappare con maggior precisione possibile gli itinerari della migrazione.
La primavera è sì alle porte, ma le rondini che busseranno saranno molto poche.
E se è vero che una rondine non fa primavera, quante ce ne vorrebbero per non preoccuparsi?
Laura Spataro
How many swallows make a spring? Reduced by 40% in the last decade as a result of climate factors band pollution, swallows are a declining species
Spring is now nearly here and with it the first days of sun, flowers, afternoons in the park, denim jackets but, above all, swallows, the true symbol of the region. Who doesn’t love them? Hours spent gazing skywards waiting for them to come, the appearance of the nests - from one day to the next - in school playgrounds, the cool dawns in which their cheeping begins just before the alarm clock goes off...
The arrival of these charming birds means just one thing: the winter is nearly over.The swallows will soon be back, as punctual as ever, reminding us to put away our overcoats and quilted jackets. But there will be far fewer of them than in previous years. It has, in fact, been estimated that European swallow numbers have declined by 40% over the last decade. We’re not yet talking of risk of extinction but of declining species numbers which is worrying all the same as it doesn’t appear to be slowing down.
The spring messenger... in danger
Despite weighing just a few grams the swallows set off every year on a long and dangerous migration across seas and deserts towards the warmer and more fertile African lands where they live from mid-October to mid-March. The return journey to Europe is getting more and more difficult and many of them do not reach their destination.
The main cause of this disaster is the southward shift in the Trans-Sahara desert caused by global warming. The distance between Africa and Europe is increasing and the journey is getting more tiring. Swallows are not always ready to use up all this energy, especially the new generations. But there are, in actual fact, many reasons for this drastic reduction in swallow numbers.
In Africa swallows are constantly in danger from land use patterns which take their natural habitat away from them and climate changes which have modified their seasonal rhythms. And as if this were not enough, many are killed as they fly, especially in countries such as Nigeria.
In Europe the use (and abuse) of powerful pesticides in farming is denying them their main food source and obliging them to feed off highly polluted food sources. And that’s not all: cattle raising modernisation is denying them their ideal nesting sites, those traditional eaves under a cattle shed roof. More generally, the building sector has left the birds homeless as pre-built nests are destroyed.
A sacred bird
Swallows are, in actual fact, as neglected as they are loved. Always loaded with positive meanings, swallows are considered sacred in Islam and known as ‘birds of paradise’, symbolising renunciation and good company. For the ancient Egyptians they were symbol of Ba, namely the human soul, and in the Alexandrian era they were even one of the Iside epiphanies.
For the Romans they represented the spirit of dead children returning to visit their homes while the Greeks saw them as a gift from Aphrodite, the goddess of beauty and love.
The species is not yet considered at risk of extinction but its rapid decline is ringing alarm bells with the Italian forest corps and LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), which is encouraging us to send in sighting reports in order to map migration routes as accurately as possible. Spring is certainly at the door but there won’t be very many swallows knocking on it. If it is true that one swallow doesn’t make a spring, how few do there have to be for us to start worrying?