La storia della marionetta che, a seguito della crescita e delle avventure volte alla scoperta di sé, divenne uomo
Correva l’anno 1881 e Carlo Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini, scriveva sul Giornale per i bambini la prima puntata delle Avventure di Pinocchio.
Passarono circa due anni prima che venisse pubblicato il volume che le raccoglieva tutte.
Oggi Pinocchio è considerato un classico indimenticabile. Walt Disney non poteva certo farselo sfuggire…
Un viaggio alla scoperta di sé
La storia narra di una marionetta - erroneamente indicata come burattino da Collodi - creata ad arte dal legno grezzo grazie al lavoro certosino dell’intagliatore Geppetto.
La marionetta, inanimata se non per il volere delle abili mani che la muovono, riceverà nella notte il dono della vita a seguito di un desiderio del suo stesso creatore.
Fra un incontro e l’altro, tra personaggi dalle nature più disparate, tra gioie e dolori, Pinocchio scivola in incredibili avventure. Il suo naso, capace di allungarsi a seguito delle bugie pronunciate, è a oggi il segno che più contraddistingue il personaggio principale. Ma la favola di
Pinocchio è ben di più: rappresenta il viaggio di scoperta di sé. L’irrinunciabile desiderio di farsi uomini veri, trascendendo la materia grezza tipica della nostra incompiutezza, per divenire esseri migliori.
Il tema dell'autonomia
Una volta lavorato, dal legno grezzo emerge Pinocchio, marionetta inanimata graziata con la scintilla della vita. Una marionetta che però vuole farsi uomo e che, pertanto, contiene già uno spirito umano nel suo corpo ligneo.
La marionetta, inizialmente priva di vita, diviene così capace di muoversi e di pensare. Essendo fatta di legno, rimane però simbolo di passività e meccanicità, di una vita impropria comandata dalla cultura e dal volere altrui, proprio come accade alle marionette mosse dai fili dei loro padroni. Il desiderio di Pinocchio è lo stesso di quello segretamente celato nell’animo umano: attingere alla libertà e divenire un uomo vero.
Un uomo illuminato. Un uomo che sia davvero padrone di se stesso. Il tema dell’autonomia (dal greco auto- e -nomia: capacità di assegnarsi in modo indipendente le proprie regole) e dell’auto-miglioramento è il pilastro che, pur celato ai più piccoli, emerge con forza dai bassifondi e dalle viscere di questa avvincente storia.
A ben pensarci, la crescita di Pinocchio attraversa la moltitudine dei travagli umani: dall’innato affetto reciproco fra padre e figlio, tra creatore e creato, sino alla ribellione di quest’ultimo, fondamentale per la ricerca del proprio sé. Una ribellione fatta di tentazioni, guai e nondimeno rivelazioni e sempre più evidenti accorgimenti del proprio Io. È solo attraverso l’errore e il viaggio che si può - con la giusta volontà, gli adeguati maestri e i compagni di avventure - comprendere chi siamo davvero e migliorarci.
Il ruolo dei compagni di viaggio
I compagni di viaggio di Pinocchio sono molti. La fata, forza in grado di consegnare alla materia grezza la vita tanto desiderata da Geppetto, rappresenta colui o colei che la vita sa infondere.
Il grillo parlante è la personificazione della propria coscienza, necessaria per trovare la strada giusta e resistere alle tentazioni illusorie della vita.
Nominato dalla stessa fata, egli simboleggia una coscienza forte ma messa anch'essa a dura prova dagli avvenimenti a cui è sottoposta la marionetta vivente. Il gatto e la volpe sono invece le tentazioni, le deviazioni a cui è facile cedere. Invece che lasciarlo andare a scuola, luogo di conoscenza e quindi di crescita, i due manigoldi offriranno a Pinocchio la scorciatoia del successo immediato, vendendolo a Mangiafuoco come fenomeno da baraccone.
Lo condurranno poi verso il Paese dei balocchi, dove non solo verrà a mancare la conoscenza, ma persino le leggi e la morale umana. Il Paese dei balocchi rappresenta l’ignoranza, la gratificazione immediata e la possibilità di soddisfare gli impulsi più bassi del proprio Io.
La balena, nella cui pancia è poi disperso Geppetto, diverrà infine luogo di rinsavimento e accoglienza del nuovo. A seguito di queste avventure, Pinocchio imparerà a essere buono, coraggioso e disinteressato: le tre grandi virtù grazie alle quali, una volta morto in mare per salvare Geppetto, la fata gli riconsegnerà la vita. Una vita nuova, non più fatta di legno ma di carne e ossa.
Alessandro Fortis, Fondatore e formatore dell’équipe The Clew