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Pianura Futura: la tappa romanese

Dida foto: La fase di apertura dei lavori > Da sinistra: Giovanni Malanchini, Matteo Rossi, Sebastian Nicoli e Cesare Bonacina

Politiche agricole e alimentari, il punto con esperti a confronto fra le mura della Rocca a Romano di Lombardia

«Parlare di agricoltura vuol dire parlare della nostra storia», ha esordito il sindaco di Romano di Lombardia, Sebastian Nicoli, padrone di casa al secondo appuntamento di “Pianura Futura”, il ciclo di incontri promosso dalla Provincia per fare il punto sulla situazione economica, agricola, ambientale e turistica della Bassa Bergamasca.

La città di Romano è stata scelta come sede per discutere di agricoltura, cibo e governo del territorio. Alla lotta contro la cementificazione incontrollata, evocata dal sindaco, si unisce il “governo dell’innovazione”, un concetto espresso dal Presidente della Provincia Matteo Rossi che, durante il suo intervento, ha auspicato uno sviluppo concreto e sostenibile delle imprese della pianura e ha ricordato come oggi ben il 10% dei giovani, tra cui molte donne, sia occupato nel settore primario, centrale nel nostro territorio.

Distretti e sostenibilità

La parola è passata poi ai numerosi relatori della giornata. Giovanni Malanchini, sindaco di Spirano, ha presentato le attività del primo distretto agricolo bergamasco riconosciuto dalla Regione – il Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca – che rappresenta un settore fonte di reddito e motore economico per moltissime famiglie bergamasche.

L’impegno del DABB è stato riconosciuto anche dalla Provincia, da poco entrata a farne parte. Giovanni Fava, ssessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, ha ricordato come sia difficile in terra bergamasca far decollare il settore per via della sfiducia diffusa tra imprese e la conseguente mancanza di cooperazione. Successivamente, spiega come il tanto evocato tema della sostenibilità «non andrebbe pensato solo in chiave ambientale, ma anche economica, per ridare slancio e valore alle piccole imprese in difficoltà».

Economia circolare, filiera del latte, biologico e innovazione

Altrettanto ricco di spunti e di osservazioni il secondo turno di interventi, avviato dal professor Marco Frey dell’Università Sant’Anna di Pisa, che ha fatto il punto sulla sostenibilità a livello internazionale. I Paesi avanzati consumano più di quanto hanno a disposizione: occorre al più presto iniziare a vivere bene ma con meno.

Tra le varie soluzioni proposte, spicca nuovamente il concetto di economia circolare, così definita poiché il ciclo di produzione, distribuzione e consumo dei beni, che normalmente segue un percorso lineare, si chiude con le pratiche di riciclaggio che reimmettono nuovamente nel mercato tonnellate di materiale riutilizzabile, altrimenti destinato a divenire spazzatura inquinante.

Le ricerche confermano che le imprese green esportano di più e meglio, anche in momenti di crisi, e che a spronare le aziende a adottare misure sostenibili sono sempre più gli stessi cittadini, piuttosto che le istituzioni pubbliche.

Angelo Rossi di CLAL ha illustrato la situazione del latte in Europa e nel mondo, identificando nella Cina uno dei nostri migliori interlocutori dal momento che importa tantissimo latte nostrano, ma denunciando anche l’incredibile eccedenza di latte in polvere sul mercato. Il presidente nazionale di AIAB (agricoltura biologica) Vincenzo Vizioli ha infine presentato i vantaggi del biologico, spiegando e motivando il benessere che deriva da tali coltivazioni, anche dal punto di vista ambientale,oltre che alimentare. La parola poi ad Andrea Calori (di Està – Economia e sostenibilità) che ha esordito con una domanda stimolante: «Va bene governare per innovare, come è auspicabile, ma come si può innovare il governo?» rispondendo con una serie di esempi tratti dall’esperienza della città in cui vive, Milano, dove coordina un innovativo “Consiglio metropolitano del cibo”, il cui compito sarà quello di coinvolgere gli attori del sistema alimentare (produttori, politici, funzionari, commercianti, associazioni, esperti ecc.) nelle scelte relative alle politiche del cibo.

Alle presentazioni dei relatori sono seguiti due laboratori, che hanno coinvolto il numeroso pubblico e permesso il confronto diretto tra i protagonisti del territorio della pianura bergamasca sui temi della governance del cibo e dell’agricoltura, parte integrante della più generale politica dei territori e delle loro comunità.

Lorenzo Dell’Onore

 

 

Dida foto: La fase di apertura dei lavori > Da sinistra: Giovanni Malanchini, Matteo Rossi, Sebastian Nicoli e Cesare Bonacina

Febbraio 2018

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